Nadeshwari: “Riconnetto le donne al loro femminile unendo i saperi di oriente e occidente” – Meme! #39
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Genova - Patriarcalità. Si insinua dentro di noi, si nasconde. Difficile vederla, identificarla, proteggersene. L’abbiamo inalata, toccata con le nostre mani da che siamo piccole, udita nelle parole di chi ci stava vicino. E ora liberarsene è complesso, a volte pare impossibile. Sì, perché quando meno te lo aspetti emerge e lo fa silenziosamente: nei più reconditi pensieri della nostra mente, nelle convinzioni limitanti che inconsapevolmente ci autoimponiamo e che ci impediscono di essere noi, agire, vivere, brillare.
E proprio lavorando su me stessa e sulla mia femminilità, sui detriti patriarcali che mi porto dietro, pesanti come macigni, arrivano a me strumenti nuovi che mi aiutano a guarire, scoprire nuovi modi di essere donna, femmina, umana, essere consapevole di me stessa in questo mondo in trasformazione ed evoluzione continua. Uno di questi meravigliosi stimoli di cambiamento è stato un libro scoperto un anno fa Lunatika – Viaggio nell’Universo Femminile. Anatomia, sessualità, tantra yoga e pratiche di autoguarigione di Nadeshwari Joythimayananda e Chiara Chiostergi – edito da Macro Edizioni 2020 e raccontato da Valentina D’Amora qui.
É così che ho conosciuto per la prima volta Nadeshwari. Incuriosita da ciò che scriveva e proponeva nel suo ultimo libro, sono andata a ricercare la sua biografia. E nel leggerla, nel vedere per la prima volta la foto del suo volto intenso e senza tempo, ho deciso di andare a conoscerla per approfondire, capire e incontrarla di persona. Ci ho impiegato parecchio tempo (quasi un anno), ma ce l’ho fatta! Incontro Nadeshwari nell’entroterra genovese, dove vive. Un giardino di un verde intenso e colmo di fiori fa da cornice, lei è seduta a terra, davanti a me. Come sfondo un mare che si confonde con il cielo.
Il suo volto e il suo corpo sembrano mescolarsi con il tutto, in una danza di colori e sensazioni. A colpirmi prima ancora di incontrarla – e ancora di più dopo averlo fatto – è stato il ruolo che questa ragazza, dai tratti orientali e con la mente e forse il cuore in Occidente, ha deciso di assumersi in questa vita, ovvero essere un ponte armonioso che unisce, integra e consolida tradizioni e conoscenze. Esse apparentemente sembrano molto lontane, ma in realtà, come lei stessa racconta, hanno molto in comune e danno la possibilità di apprendere l’una dall’altra e divenire strumento di arricchimento (più sotto trovate la video intervista).
LE ORIGINI
Nadeshwari nasce in Sri Lanka in una famiglia Tamil originaria dell’India, che le ha trasmesso con un forte radicamento la tradizione ayurveda e yogica indiane. Il padre è Swami Joythimayananda, Acharya – ovvero un maestro spirituale – e Vaidya, sapiente Ayurvedico. Fondatore del Joytinat-International College of Yoga Ayurveda dell’Ashram Joytinat di Corinaldo (nelle Marche) e Joytinat Foundation di Kalkudah (in Sri Lanka). La madre invece le ha trasferito la passione per le arti del Bharatanatyam e del canto tradizionale indiano e viene descritta da Nadeshwari come «una “Super Shakti” (termine che indica il divino potere femminile), che mi ha trasmesso il valore dell’accoglienza e la sua energia prorompente ha lasciato una grande impronta dentro di me».
«All’età di tre anni – mi racconta Nadeshwari – a causa della guerra civile, io e la mia famiglia siamo emigrati dallo Sri Lanka in Italia. Sono così cresciuta in Occidente, ma ogni estate passavo diverso tempo in Oriente. Nell’Ashram fondato da mio padre in Italia ho iniziato a sentire queste due culture avvicinarsi. E così crescendo ho deciso di inglobare dentro di me il contesto spirituale e tradizionale in cui sono cresciuta, rendendolo più contemporaneo, apportando così alla visione tradizionale anche stimoli e input ricevuti dal mondo occidentale dove sono cresciuta. Definisco questa visione atipica privilegiata e di un colore specifico, il bianco. Anche se non sono bianca so di avere tutti i privilegi occidentali di questo momento storico e sento dentro di me la responsabilità e la curiosità di conoscere chi sono».
LA RICERCA
Con il passare degli anni Nadeshwari sente emergere dentro di sé la necessità di avviare un processo di embodiment (ovvero di entrare, vivere fino in fondo la propria corporeità) ed essendo donna inizia una ricerca di ciò che vuol dire vivere la tradizione orientale di adorazione della Dea, unendo però la fisicità del corpo di donna nelle sue fasi, nella ciclicità mensile e in generale lungo tutta la vita.
Si tratta di un viaggio non ancora giunto a una fine, ma tappa dopo tappa, scoperta dopo scoperta, Nadeshwari decide di condividere con tutte le donne ciò che emerge da questa ricerca, affinché possa essere d’aiuto anche a loro. Si tratta di una ricerca esperienziale: capisce infatti molto velocemente che solo vivendo sul proprio corpo, nella propria quotidianità, le conoscenza acquisite, esse possono diventare davvero divulgabili, perché fino in fondo vissute e conosciute. Per farlo propone sessioni di consulenze online, corsi residenziali, podcast periodici, eventi di celebrazione, seminari.
I CERCHI DI DONNE
«Essendo una ricerca al femminile – spiega Nadeshwari – , ho sentito forte la necessità di condividere con altre donne esperienze, sensazioni, pensieri, energie, iniziando ad organizzare cerchi, ovvero incontri aperti ad altre donne. In questi momenti al femminile propongo alcune pratiche che lavorano sulla parte più inconscia e offro la possibilità di entrare in contatto con alcuni archetipi che attraversano la vita di tutte le donne nella loro ciclicità mensile e lungo i diversi momenti di auto iniziazione che chiamiamo Siddhi al femminile, come ad esempio il menarca, la gravidanza, la nascita, la menopausa e non solo».
Per permettere che queste pratiche e conoscenze su come vivere e condividere con altre donne spazi sacri e accoglienti al femminile si diffondano, Nadeshwari ha avviato una formazione Awakening Yogini Shakti, volto a trasmettere conoscenze teoriche ed esperienziali su mantra, yoga, ciclo mestruale, Ayurveda, Yoni Egg, Chakra e conoscenze scientifiche.
LO SHAKTIFEST
Inoltre, per celebrare insieme a tutte le donne la bellezza e la forza dello stare insieme, verrà inaugurata quest’anno la prima edizione di ShaktiFest, un incontro di tre giorni che si terrà vicino a Firenze dal 16 al 19 giugno: «Si tratta di una festa — racconta Nadeshwari — che vuole essere uno spazio in cui può accadere la magia attraverso i riti di autoiniziazione, la saggezza collettiva, il cerchio intergenerazionale attorno al fuoco. Un filo rosso per intrecciare capelli e per tessere sogni e visioni, connessione tra la terra e il cielo!».
COMUNICARE CON LA VOCE E LA SCRITTURA
Tra i tanti percorsi personali e collettivi che Nadeshwari porta avanti vi è anche Obsidhyan, un progetto musicale con il quale porta in giro per l’Italia e non solo un mix di espressioni di musica, mantra, poesia e yoga. Il risultato è un’esperienza che sospende la mente e apre il cuore attraverso la musica e il canto per raggiungere livelli di consapevolezza maggiori (ecco il prossimo appuntamento in programma). Si tratta infatti di un duo musicale composto da Nadeshwari alla voce e Ysmail Emanuele Milletti polistrumentista ed elettronica ambient.
Ma non solo: insieme ad altre persone, tutte accomunate da un percorso di ricerca interiore importante, da anni lavora a un progetto editoriale transculturale di una rivista online dal nome Matrika. Ogni autore, proveniente da luoghi del mondo diversi, propone contenuti, riflessioni e pensieri differenti che in un equilibrio imperfetto viaggiano tra spiritualità e scienza, alla ricerca di ciò che conosce e scopre la seconda, ponendo tassello dopo tassello passi avanti nella scoperta della prima.
E così, tra sessioni personali online, convegni, riviste, eventi, concerti, Nadeshwari non solo sta attraversando il ponte che unisce Occidente e Oriente, ma danza in un fluire incostante ma continuo tra tradizione, cultura, scienza e ricerca di sé. Un viaggio che compie sola, per se stessa e il mondo che la segue, sostiene e apprende attraverso la sua voce.
Per ascoltare l’intervista integrale a Nadeshwari Joythimayananda clicca qui!
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