Il Fuoco, l’elemento sacro di consapevolezza per sé stessi e per il mondo
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Gli alchimisti davano una grande importanza all’elemento fuoco, simbolo dell’unità da cui ebbero origine gli alti tre elementi. Da sempre il fuoco è considerato sacro e purificatore: permette di elevare i metalli a un grado maggiore di perfezione attraverso la combustione che brucia le impurità presenti. Un processo analogo di purificazione viene attivato durante la formazione Connessione Corpo, Mente, Spirito, ideata da Marie Noelle Urech.
Attraverso il metodo e tutte le diverse tecniche acquisite si purifica il nostro ego per renderlo spirito; il fuoco è l’elemento dinamico che lo permette e che si manifesta quotidianamente nelle nostre vite su vari livelli. Sul piano del corpo ad esempio – e quindi della terra – al fuoco viene associata la digestione, il processo chimico e/o meccanico che trasforma e riduce i principi attivi assunti in sostanze più semplici assorbibili e assimilabili dall’organismo. A livello più astratto invece digeriamo le esperienze che la vita ci propone, trasformandoli in insegnamenti utili alla nostra crescita e alla nostra maturità personale, elevando la nostra visione.
Tutti gli esseri umani possono avere la percezione della trascendenza, ma finchè non si è coscienti della percezione del proprio corpo, delle emozioni e di come funzionano a livello mentale, non è possibile aprirsi al mondo spirituale. Serve lavorare sulle credenze, sulla sfera emotiva e su quella corporale per liberare la connessione con il proprio io, con il proprio sé, il proprio essere spirituale.
«Questa è una delle ragione che mi ha spinto a dare questo nome al metodo: attraverso la connessione con i vari livelli del proprio essere, che corrispondono agli elementi primordiali, ristabiliamo la connessione con il nostro essere fisico e materiale (terra), con le nostre emozioni (acqua), con i nostri pensieri (aria). Ci apriamo all’elemento fuoco che è lo spirito dentro di noi».
Secondo Marie Noelle Urech, «bisogna eliminare le antiche credenze, essere in armonia e in amore con sé stessi, non abbandonarsi alle critiche costanti o essere preda del proprio ego che conduce alla lamentela, al giudizio, alla comparazione con la vita degli altri, vivendo in una dimensione ristretta e soffocante. Quando il mio ego è diventato un alleato, è possibile canalizzare il mondo dello spirito, dentro e fuori di me. Solo così sarà connesso all’anima mundi e allo spirito universale».
Durante il percorso di formazione si presta molta attenzione a individuare i segni dello spirito, che sono espressione della parte più profonda del nostro essere, e a comprendere il messaggio che vogliono indicare, utile nella creazione di un destino sincronico: «Facciamo tanti esercizi, molti pratici, altri di presenza, rivolgiamo l’attenzione ai sogni e ai segni. Non osserviamo più ciò che ci accade in termini critici, emotivi e mentali, ma come testimoni di quello che ci succede, rimanendo nella tranquillità del distacco. La prospettiva si amplia, così è possibile anche comprendere l’insegnamento spirituale di quella specifica situazione, cosa ci vuole dire o indicare».
Grazie al fuoco è possibile trasformarci, proprio come avviene con i metalli, e purificarci per elevarci a esseri più amorevoli e compassionevoli, abbandonando tutti gli attaccamenti, convinzioni, dogmi e certezze. Un percorso necessario non solo per il benessere individuale, ma anche per quello collettivo. Secondo Marie Noelle è necessario “bruciare” quelle ideologie pericolose, come le derive autoritarie che stanno nascendo, ma per trasformare il mondo è necessario che ognuno di noi faccia la propria parte, iniziando da un lavoro su sé stesso.
«All’elemento fuoco si attribuisce questa funzione: non a caso i filosofi lo associano all’origine di tutto, alla luce del sole, alla trascendenza dello spirito e alla ricerca della trascendenza. Qualcuno identifica questa trascendenza con Dio, qualcun altro con la fonte della vita, altri ancora alla capacità dell’individuo di manifestare il suo daimon, ovvero il proprio genio o talento, a beneficio degli altri. Si dice che alcuni possiedano un fuoco sacro. L’esperienza più trasformativa del fuoco è quella dell’amore, il fuoco del cuore conferisce un’energia che permette di superare tanti limiti umani e di esprimere generosità, comprensione, perdono gioia, grazia e fiducia».
Viviamo in un contesto storico in cui siamo tutti “connessi” dalla rete e alla rete, ci sentiamo collegati con il mondo, ma questa ipercomunicazione e questa costante connessione ci distraggono dal nostro sentire e dalle nostre emozioni, ci trascinano in una dimensione immateriale e astratta. Più siamo “connessi”, più diventiamo virtuali e meno siamo umani. Possiamo essere interconnessi nell’ignoranza o nella coscienza. Secondo un testo della tradizione vedica, l’universo può essere rappresentato come una rete infinita di fili, quelli orizzontali corrono attraverso lo spazio, mentre quelli verticali attraversano il tempo.
All’intersezione di questi fili, c’è un individuo, una perla di cristallo. Ognuna di esse riflette la luce proveniente dalle altre perle e così all’infinito. Le nostre relazioni sono il campo migliore dove la nostra anima può espandersi oltre i confini personali e trascendere le illusorie divisioni della mente. «Quando incontro l’Altro incontro me stessa, incontro l’universo dentro di me. Continuamente la trama dell’universo si riversa nelle nostre piccole vite umane», spiega Marie Noelle.
«Ma se percepiamo consapevolmente questa connessione, non facciamo altro che avvertire un qualcosa che varie tradizioni mistiche, da oriente a occidente, hanno sempre puntualizzato: ogni nostra azione consapevolmente volta all’amore e all’unione, avrà una ripercussione sull’intera rete», conclude la Urech. «A tale consapevolezza siamo chiamati tutti per operare un salto qualitativo nella nostra evoluzione e così attivare sulla Terra l’infinita rete di perle. Il metodo Connessione Corpo, mente e Spirito ha anche questo obiettivo».
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