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Milano, Lombardia - Che le mestruazioni in Italia siano ancora un tabù, soprattutto per le generazioni più adulte, è risaputo: una ricerca condotta da Essity nel 2019 ha dimostrato come il 26,5% delle donne provi imbarazzo nel parlarne. È proprio per abbattere questi tabù e garantire un discorso pubblico sul ciclo mestruale e sulla salute delle donne che è nato il primo Festival del ciclo mestruale in Italia, che si terrà a Milano nei giorni 17, 18 e 19 giugno, nei tre diversi spazi Mare Culturale Urbano, Nuovo Armenia e Rob De Matt.
Il festival è nato grazie alle sinergie che si sono create attorno a Eva in Rosso, il podcast dedicato al ciclo mestruale. Fra le organizzatrici figurano le associazioni Promise ed Errante, entrambe impegnate in una battaglia contro i pregiudizi e per la valorizzazione delle donne e dei loro corpi. Fra le collaborazioni c’è anche quella di Studio But Maybe, uno studio di grafica e digital design. Mentre supporto per il festival arriva da Roba Da Donne, The Pad Project IT, Onde Rosa, La voce di una è la voce di tutte e ITA-PMS.
Le autrici chiedono al loro pubblico: «Lo sapete che fino al 2021 i presidi mestruali avevano un’IVA del 22% – come per i beni di lusso! – e che ancora oggi non sono considerati “di prima necessità”? E che le patologie legate al ciclo, come l’endometriosi, fanno fatica a essere diagnosticate e curate correttamente? Pensate che circa il 20% delle ragazze e delle donne tra i 15 e i 35 anni non ha mai fatto una visita ginecologica».
Non è facile rispondere a queste domande e il filo conduttore del ciclo mestruale serve ad analizzare la disuguaglianza di genere oggi imperante. Gli argomenti di discussione infatti sono numerosi e riguardano ad ampio raggio il tema del ciclo: si va dal menarca alla sindrome premestruale, dall’igiene all’endometriosi, andando a toccare quelle tematiche legate alla salute che spesso, in una medicina pensata da e fatta per uomini, non sono abbastanza analizzate e divulgate, incidendo sulla qualità della vita delle donne.
È il caso dell’endometriosi, una malattia che riguarda l’endometrio (tessuto all’interno dell’utero), che spesso non viene riconosciuta dagli stessi medici. In Italia ne soffre 1 donna su 10 eppure non sempre viene diagnosticata correttamente, tanto che esistono organizzazioni che fanno di questo la loro lotta e divulgano le storie delle singole donne che per anni hanno combattuto una battaglia col proprio corpo.
Vi saranno anche alcuni talk dedicati al tema della salute con uno sfondo sociale, che andranno a sfiorare il tema delle disuguaglianze: c’è ancora la Tampon Tax che, nonostante sia stata ridotta dal 22% all’11%, non considera gli assorbenti come un bene di prima necessità, nonostante le mestruazioni siano un fattore fisiologico che riguarda metà della popolazione italiana ogni mese. O ancora: si parlerà di discriminazioni di genere e di transfobia, perché il discorso sul corpo riguarda anche chi decide di intraprendere un percorso di transizione e cambio di sesso.
Durante il festival però non ci saranno solo chiacchiere: nel programma sono presenti laboratori, spettacoli, stand-up comedy, musica e dj set. Una vera e propria festa, che nasce quindi per aggregare attorno a un tema, ma anche per divertire e permettere un confronto leggero, che faccia arrivare il suo messaggio anche attraverso altri tipi di comunicazione oltre le parole e in maniera gioiosa.
Per sostenere il festival le organizzazioni hanno lanciato un crowdfunding su Produzioni dal basso, con una trovata originale per chi decide di donare: in base al contributo erogato, sarà possibile spedire uno o più pacchi di assorbenti in Ucraina, per tutte le donne che in questo momento si trovano in una situazione di precarietà esistenziale dovuta alla guerra.
«Il festival vuole essere accessibile a tutti e a tutte, perché di ciclo mestruale bisogna parlare e l’informazione deve essere libera», avvertono le autrici nel video di lancio della raccolta fondi. È solo attraverso piccoli passi, come questo, che le cose possono cambiare.
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