21 Giu 2022

Eirene: danzare per riconnetterci al nostro lato più “selvatico”

Scritto da: Lorena Di Maria

Dal 14 al 19 giugno il gruppo di Teatro Selvatico ha dato vita a EIRENE-Danza per la Terra, sei giorni in incontro, scambio e attività per donare energie positive al nostro Pianeta. Un evento accompagnato in tutte le giornate da quattro monaci tibetani del monastero di Gaden, in India. Noi di Italia che Cambia abbiamo partecipato a una delle giornate e vi riportiamo il racconto di questo evento che parla di pace, fiducia e amore verso il mondo in cui viviamo.

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Cuneo - Guerre, siccità, effetti dei cambiamenti climatici, disuguaglianze. Le notizie che ci arrivano tutti i giorni dai mass media ci lasciano inermi e noi ci sentiamo così piccoli che abbiamo l’impressione che quello che possiamo fare per rendere il mondo un posto migliore sia totalmente irrisorio. Spesso sentiamo dire che “dobbiamo salvare il pianeta”. In realtà, se ci pensiamo bene, il pianeta in questi quattro miliardi di anni ne ha passate di tutti i colori, tra estinzioni di massa, meteoriti e terremoti. Quello che stiamo distruggendo è piuttosto il nostro habitat e di conseguenza il nostro vivere in armonia.

Forse per ritornare a quella connessione con la natura che abbiamo sempre più perso dovremmo compiere qualche passo indietro e provare a recuperare quel lato più “selvatico” che è in noi. Proprio questo sta facendo Teatro Selvatico, gruppo di giovani ragazze e ragazzi vulcanici, energici e pieni di vita, che in Piemonte hanno organizzato un evento di sei giorni che ha chiamato Eirene – Danza per la Terra.

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Si tratta di un evento itinerante che, come vi abbiamo raccontato in questo articolo, dal 14 al 19 giugno ha attraversato diverse città della provincia di Cuneo e di Torino per portare messaggi di pace attraverso il teatro, la musica, la danza e l’espressione corporea, insieme a un gruppo di monaci buddisti che hanno condiviso le loro tradizioni.

UNA GIORNATA AL CENTRO BUDDISTA DI BELVEDERE LANGHE

All’evento che hanno organizzato non potevamo mancare e così giovedì 16 giugno siamo partiti in direzione Belvedere Langhe (CN), dove si è svolta la terza giornata di Eirene. In questa località, immersa tra campi e filari di viti, c’è un monastero buddista che ci ha ospitato per l’intera giornata. Si chiama Belvedere Langhe Buddha Meditation Center ed è gestito da Maria Rosa Bersanetti, ricercatrice spirituale, cantante lirica e insegnante di yoga che si è presa cura di questo spazio rendendolo ciò che vediamo oggi: un luogo di pace e meditazione che proprio quest’anno festeggia i suoi quanrt’anni di vita.

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Foto di Davide Comandù

Ad accoglierci abbiamo trovato Raffaele Ricciardi che di Eirene è l’organizzatore, con Isacco Caraccio, ideatore del progetto di Teatro Selvatico, insieme a un gruppo di venti ragazzi e ragazze. Ilaria, Giada, Davide, Alessio, Alex, Maria sono soltanto alcune delle anime selvatiche accomunate dallo stesso bisogno di essere qui oggi, in questo luogo di ricerca spirituale. E tra l’odore degli incensi, le bandiere di preghiera tibetane e la natura sullo sfondo, ci siamo uniti a loro nelle attività.

Il primo momento di conoscenza non poteva che partire dal cibo: i monaci buddisti provenienti dal monastero di Gaden, in India, ci hanno insegnato a preparare dei tradizionali piatti tibetani, i momos, ovvero ravioli di patate o di verdure al vapore. Tra di noi c’era chi stendeva la pasta, chi riempiva i ravioli, chi accoglieva i nuovi arrivati. E poi c’erano Giada e Maria, che hanno studiato naturopatia e ci hanno raccontato i benefici dell’alimentazione indiana. Raccolti intorno a un tavolo abbiamo cucinato insieme ed è stato il primo vero momento che ci ha insegnato l’importanza della condivisione.

Progetti come questo possono realmente contribuire a creare un mondo migliore dove alla base ci sia la fiducia tra le persone

IL TEATRO PUÒ CAMBIARE IL MONDO!

Dopo la preparazione dei momos è stato il momento delle preghiere buddiste, attraverso le voci dei monaci: insieme a loro abbiamo intonato dei mantra, immergendoci nel suono delle parole. E a proposito di suoni, dopo il pranzo ci siamo fatti accompagnare dalla voce di Maria Rosa, che ci ha regalato una performance lirica. Poi… poi è iniziato il vero e proprio “laboratorio selvatico”: il cuore di questa giornata, nonché uno spazio dove l’arte del teatro si è mescolata al ritmo della musica per farci sperimentare il contatto e la fiducia con chi fino a poche ore prima ancora non conoscevamo.

All’aperto, nel cortile del monastero, abbiamo dato il via alle danze… nel vero senso della parola. E il bello delle attività di Teatro Selvatico è proprio questo: trovare uno spazio dove liberare ogni costrizione mentale e tirare fuori quel lato selvatico che è in noi, prendendo ispirazione proprio dagli animali, ovvero coloro che vivono il bosco ma che non sono addomesticabili.

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Foto di Davide Comandù

Nelle tre ore di laboratorio abbiamo comunicato senza scambiare una parola. Guardandoci negli occhi fino a emozionarci, trovando la confidenza nell’abbraccio di una persona ancora sconosciuta, condividendo il ritmo della musica. Lontano dalle parole, abbiamo scavato in profondità ritrovando nella lentezza quella parte spontanea e istintiva di noi stessi.

Una danza per il Pianeta: l’energia dei ragazzi e delle ragazze di Teatro Selvatico è pura forza vitale e travolgente. Da diversi anni lavorano in diverse regioni di Italia, a partire dal Piemonte, per portare a grandi e piccoli gli strumenti per riconnettersi con sé stessi, per contribuire a risvegliare quel lato selvaggio ormai assopito che risiede in ognuno di noi.

Conclusa la giornata siamo ritornati a casa con una certezza: progetti come questo possono realmente contribuire a creare un mondo migliore dove alla base ci sia la fiducia tra le persone. Prenderci cura di noi stessi ritornando a essere natura, per amare un po’ di più il mondo che ci ospita. Questa è la magia di Teatro Selvatico.

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