Ecoistituto Siciliano, valorizzare il territorio e le comunità locali attraverso la cultura della sostenibilità
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Catania - Nel 2019 due ragazzi siciliani si incontrano “per caso” mentre partecipano alla giornata di accreditamento dell’università in cui passeranno il resto dell’anno. Nonostante formazioni universitarie differenti, condividono i medesimi valori basati sulla sostenibilità e sulla valorizzazione del territorio e delle comunità locali attraverso un equilibrio tra il benessere economico, sociale e ambientale. I due, Alessandro e Filippo, si recano a trovare un collega in Sardegna per conoscere la cooperativa in cui lavora, Ecoistituto Mediterraneo, creata da professori che, in tempi non sospetti, si occupavano di educazione ambientale a scuola.
La cooperativa negli anni ha dato vita a un modello diverso di business con attenzione particolare al territorio e alla cultura. Ha vinto anche il premio Ecolabel italiano. Educazione, cultura e business sostenibile sono il minimo comune denominatore di tutte le attività che porta avanti. Alessandro e Filippo, entusiasti di questa esperienza, decidono di riprodurre nella loro terra d’origine qualcosa di simile. Tenendo conto delle differenze territoriali, legislative e di opportunità nasce così Ecoistituto Siciliano, un’opportunità per conciliare economia, ambiente e sostenibilità sociale.
L’Ecoistituto Siciliano si occupa di fiere ed eventi sostenibili, che spesso sono abbinati a workshop sull‘imprenditoria socialmente sostenibile e inclusività sociale, consulenza Ecolabel, recupero e valorizzazione dei beni pubblici, progetti Erasmus e consulenza ambientale.
«Non bisogna pensare solo a riqualificare un ambiente, ma anche a renderlo sostenibile dal punto di vista della riqualificazione stessa nel tempo», spiega Alessandro. Ecco un esempio: nel parco urbano di Valverde sono stati realizzati due interventi negli ultimi quindici anni, ma ad oggi lo spazio non è ancora stato aperto al pubblico. «Noi abbiamo proposto un progetto che ha coinvolto diversi enti, dipartimenti universitari e la popolazione locale, perché la nostra idea è restituire alla comunità beni fruibili, creando servizi e un’economia sostenibile».
Open education e formazione sono alla base di tutte le attività proposte da Ecoistituto Siciliano: «Spesso la comunicazione della sostenibilità si riduce all’ambientalismo puro o al riciclo. Nel raccontare il nostro progetto abbiamo trovato resistenze tra gli attivisti ambientali convinti di non poter combinare sostenibilità ed economia. Vogliamo dimostrare invece che si può essere davvero sostenibili attraverso un diverso paradigma economico. Serve porre l’attenzione al luogo, alla filiera corta e alla produzione locale. Il contesto è determinante».
Alessandro fa riferimento all’esperimento condotto dallo psicologo Philip Zimbardo nel 1969 per l’Università di Stanford. Zimbardo fece abbandonare due auto identiche in due diverse strade negli Stati Uniti: una nel Bronx, quartiere malfamato di New York, e una a Palo Alto, città benestante nel nord della California. A poche ore dall’abbandono, l’auto parcheggiata nel Bronx venne presa di mira dai vandali del quartiere, danneggiata, privata delle gomme, dei finestrini, della radio a distanza di una sola settimana dall’inizio dell’esperimento. La macchina a Palo Alto era invece rimasta intatta.
Questa prima parte dell’intervento non sorprese più di tanto i ricercatori, la cosa interessante accadde dopo. Alla macchina abbandonata a Palo Alto venne rotto uno specchietto e nel giro di poco venne presa d’assalto esattamente come quella nel Bronx. Questo stesso esperimento è stato condotto in numerosi altri contesti mantenendo il medesimo procedimento e osservando lo stesso tipo di comportamento sociale: un oggetto qualsiasi – come per esempio un’automobile, ma anche un edificio – lasciato in ambienti abbandonati al degrado, all’incuria e al disordine, subirà in poco tempo lo stesso tipo di trattamento.
Rigenerare non significa solo rendere un posto bello, ma farlo anche sentire parte di una comunità. Questo è l’obiettivo di Alessandro e Filippo. Nel caso già citato di Valverde, attraverso l’Università di Catania è stata condotta un’indagine sociologica, storica e geografica del luogo. Sono stati intervistati un vecchio storico valverdese, i ragazzi delle scuole medie – a cui sono stati somministrati dei sondaggi – e i più piccoli, a cui è stato chiesto di disegnare la loro città o il loro parco ideale.
Si è ricavato un progetto notevole: un parco di 5,7 ettari in cui inserire un’area co-working e co-studying, un’area sportiva, un’area ristorazione, una zona culturale e una turistica con area campeggio. Il 99% del progetto è stato approvato dalla società civile tramite sondaggi. Ecoistituto Siciliano ha promosso la stessa modalità partecipativa per la rigenerazione della piazza Cardinale Pappalardo nel quartiere Civita di Catania insieme a Legambiente, 4GoodCause, Isola.
«La sostenibilità è un’esigenza che ci dà un’occasione. Si tratta di un investimento positivo in diversi settori, da quello educativo agli eventi, passando per la partecipazione a progetti sul tema promossi da fondazioni ed enti. L’applicazione di approcci e business model sostenibili non è solo un vantaggio per l’ambiente, ma ha effetti positivi sull’immagine e sui flussi di cassa dell’azienda. Tramite le nostre consulenze miriamo a fornire valore ai nostri clienti. Proponiamo anche valutazioni di impatto sia per investimenti pubblici che per quelli privati», conclude Alessandro.
I ragazzi di Ecoistituto siciliano sono appassionati e motivati, preparati e con esperienze internazionali, hanno voglia di promuovere azioni sostenibili in diversi settori e hanno le idee chiare sulla visione del futuro: un mondo più equo in cui l’aspetto sociale gioca un ruolo determinante.
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