10 Giu 2022

Comunità di Etica Vivente: dal 1981 una comunità intenzionale spirituale – Io Faccio Così #356

Scritto da: Daniel Tarozzi
Riprese di: Daniel Tarozzi
Montaggio di: Paolo Cignini

Vi portiamo a visitare un esperimento comunitario che vede decine di persone vivere fianco a fianco in una serie di insediamenti sulle colline umbre. Il progetto, chiamato Comunità di Etica Vivente, si fonda sulla psicosintesi e su un comune sentire che racchiude le esperienze di vita dei partecipanti e propone corsi e percorsi spirituali (e non solo) per chi voglia avvicinarsi a questi mondi.

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Perugia, Umbria - Arriviamo a Città della Pieve – in Umbria – in camper, è una bella giornata di sole, pioggia, sole. Lasciamo il mezzo in un parcheggio e saliamo sull’auto del nostro amico e mio maestro di permacultura Fabio Pinzi, che ci porta presso un agglomerato di casette basse con giardino. Ed eccoci arrivati in una delle sedi di Comunità di Etica Vivente.

Siamo qui perché Fabio mi vuole mostrare un progetto che sta seguendo come permacultore, ma di questo parleremo la prossima settimana. Prima infatti gli chiedo di poter comprendere meglio il contesto in cui questo progetto si muove ed ecco che ho il piacere di intervistare Fiorenza Bortolotti, socia “anziana” della Comunità nata nel lontano 1981.

Come spesso accade, mi rendo conto di quello che sto per scoprire solo quando mi trovo in un determinato luogo. Osservando le pareti della stanza in cui si svolge l’intervista l’emozione comincia a salire: quarant’anni di storia, un progetto di cui ho tanto sentito parlare, una comunità che ha resistito ai cambiamenti, la psicosintesi, i percorsi spirituali, gli strani simboli che vedo sui muri. Tante, tantissime cose da scoprire.

Allora, muoviamoci con calma. Non sarà semplice racchiudere in un articolo e in un video – che trovate poche righe sotto – quattro decadi di storia, pensiero, ricerca intellettuale e spirituale, progetti futuri. Ma qualcosa potremo pur fare!

QUALCHE INFORMAZIONE PER COMINCIARE

Comunità di Etica Vivente è una associazione aconfessionale e apolitica “basata su Studio, Meditazione, Servizio e Vita di Gruppo”. Sul “chi siamo” del sito ufficiale si afferma: “La comunità non è un luogo, né un gruppo di persone, ma uno stato di coscienza che ci trasporta nella Nuova Era”.

Sergio Bartoli, allievo di Roberto Assagioli, fondò la Comunità di Etica Vivente nel 1981 assieme a un gruppo di undici amici, tutti psicosintetisti. L’intento era la creazione di una Comunità di Psicosintesi nel casale di Poggio del Fuoco, che ospitò presto corsi legati allo sviluppo personale in chiave psicosintetica e alla meditazione creativa.

Sempre sul sito ufficiale si legge: “Ben presto queste attività si espansero, con l’insegnamento del Maestro Tibetano e dell’Agni Yoga. La meditazione creativa ebbe da subito un rapido sviluppo. Nel 1995 si decise di cambiare il nome da “Comunità di Psicosintesi” in “Comunità di Etica Vivente”.

Il termine “Etica Vivente”, ricavato dall’Agni Yoga, indica l’intento di considerare tutti i temi della vita umana (valore, visione, rinnovamento, libertà, auto-responsabilità…) sviluppandoli secondo l’Etica. C’è anche l’impegno ad andare oltre l’astratto per rendere esperienziale e applicativo, cioè “vivente” tutto quello che si comprende. Questo nome racchiude il proposito della Comunità e il fine di ogni sua azione.

LE STRUTTURE FISICHE

Nonostante la comunità non sia né un luogo, né un gruppo di persone, è composta da un gruppo di persone che vivono uno o più luoghi. Non a caso, uno dei primi atti è stato l’acquisto di un casale abbandonato, poi ristrutturato, con l’obiettivo di aprire delle formazioni, delle attività legate alla psicosintesi e alla psicodinamica. Sergio Bartoli infatti era anche un fondatore del centro di psicosintesi di Roma. Fu lo stesso Assagioli a dargli il compito di sperimentare una comunità che praticasse i principi, le tecniche e i valori di psicosintesi nella vita quotidiana di un gruppo.

Negli anni si sono aggiunte altre strutture e oggi sono nati sette casali e due villaggi, sparsi in un raggio di 25 chilometri. Trenta persone vivono nei due villaggi realizzati e ristrutturati in bioedilizia mentre altre quaranta persone vivono sparse nel Comune vicino, ma lavorano o collaborano con il progetto.

Il coronamento della costruzione sul piano fisico è l’Aula della Cultura, “grande edificio costruito secondo le regole della geometria sacra” e adibito a Sala Congressi. Ci sono poi sale e lavanderie comune, un impianto fotovoltaico con pompa di calore, impianti di solare termico, conto ore per i consumi, recupero delle acque piovane.

comunita etica vivente 1
LA PSICOENERGETICA

In teoria la scelta del luogo fu dettata dal “caso”. In seguito però si scoprì che le strutture del progetto sorgevano sulla linea di San Michele, che unisce simbolicamente la Palestina con l’Irlanda. Mi confida Fiorenza che per lei nulla è casuale: «Poco alla volta abbiamo compreso che la psiche umana é un campo energetico, magnetico e radiante. Gli esseri umani, le piante, gli altri animali, le energie telluriche… noi stessi siamo campi di energia».

«Abbiamo quindi costruito tenendo conto delle energie e lavoriamo anche con la geometria sacra, la sezione aurea e tentando di costruire in un modo che crei benessere energetico. La psicoenergetica è nata da un gruppo promosso da Sergio Bartoli vent’anni fa, che diede poi vita a un’accademia con un programma triennale in cui si lavora su di sé includendo la consapevolezza delle energie».

LA PSICOSINTESI

«La psicosintesi – mi spiega Fiorenza – è una psicologia per le persone sane. Non serve a guarire patologie gravi come la psicoanalisi. È una pratica psicologica che dà strumenti per lavorare su di sé il cui motto è “conosci, possiedi e trasforma te stesso”. Non possiamo trasformarci fuori di noi! Quando cominciamo a fare questo lavoro, a percorrere questo sentiero, scopriamo strumenti che ci rendono più potenti, in grado di realizzare i nostri sogni e obiettivi e di farlo in gruppo».

«Abbiamo una meditazione la mattina, uno studio in comune e delle pratiche di vita di gruppo. Non viviamo insieme, ognuno ha la sua casa, mangiamo insieme solo in occasioni particolari, gestiamo questa comunità – adesso molto ampia – attraverso pratiche di servizio. Se abbiamo seminari c’è qualcuno che cucina, ci sono 30 ettari da coltivare, attività educative e molto altro ancora».

La psicosintesi quindi è un metodo di lavoro concreto per la conoscenza, la crescita, la trasformazione personale, in cui ciascuno, partendo da ciò che è, ha il potere di attuare le sue potenzialità individuali, attraverso un lavoro guidato, ma essenzialmente autoformativo.

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DA COMUNITÀ DI PSICOSINTESI A COMUNITÀ ETICA VIVENTE

Nel 1995 il progetto cambia nome. Racconta Fiorenza: «Siamo entrati sempre di più in contatto con Etica Vivente o Agni Yoga, un insegnamento spirituale dei primi anni del ‘900 di una donna – Helena Roerich – che ha ricevuto questi insegnamenti in India e ha scritto 17 libri sul tema che sono una sorta di continuazione della psicosintesi, uno uno yoga spirituale, che richiede di essere applicato, non solo teorizzato. Ed ecco l’etica vivente».

Già Roberto Assagioli la praticava. «È un insegnamento di fuoco, con una incisività, una prospettiva verso il futuro e molti valori che sono anche della psicosintesi, come l’audacia, il coraggio, la fratellanza. È un percorso che richiede un’adesione personale, non è per tutti, ti chiede di fare delle scelte».

Fiorenza ci tiene poi a precisare che l’adesione è libera e che loro non fanno proselitismo di alcun tipo: «Non è un messaggio messianico e non chiediamo di mettere soldi. Se vuoi far parte della comunità devi fare una domanda, esprimere le tue motivazioni e venire accettato. Ognuno di noi è indipendente con il proprio lavoro, non è la comunità che nutre, ma siamo noi che nutriamo la comunità». Quest’ultimo tema sta creando qualche problema con l’arrivo dei “nuovi giovani”. Mentre i fondatori avevano tutti un loro lavoro, chi si avvicina oggi spesso non lo ha e non è quindi autonomo economicamente. Ciò pone nuove sfide alla comunità.

IL RICAMBIO GENERAZIONALE?

Sergio Bartoli è mancato nel 2009. Prima di morire, ha formato un gruppo che prendesse le redini del progetto con una leadership condivisa. Dal 2009 quindi un direttivo di nove persone ha raccolto il testimone. «Oggi abbiamo una struttura diversificata con quattro direttivi che si occupano di campi diversi. Abbiamo la responsabilità di avere una successione, noi lavoriamo per il futuro. Ricordo che quando costruimmo il centro congressi ci sembrava troppo grande. Sergio diceva: “non è per noi, è per chi verrà”! E in effetti, sono sempre arrivate le persone giuste al momento giusto».

La psicosintesi è un metodo di lavoro concreto per la conoscenza, la crescita, la trasformazione personale

UNA GRANDE RETE

Oggi fanno parte del progetto persone che vivono “fuori” e vengono una volta al mese. Ci sono “entri”a Catania, Palermo, Milano, Torino. Inoltre, da sempre il gruppo si è mosso su scala internazionale, partendo da collaborazioni con realtà storiche come Findhorn o Auroville, passando per una serie di loro progetti in varie parti del mondo e in particolare in India. Dal 2005 infatti un folto gruppo della Comunità si prende cura di Crookety House, in cui Helena Roerich ha condotto gli ultimi anni della vita, e dello Stupa dove si trovano le sue ceneri.

Partecipano inoltre agli incontri del Gen e della Rive. «Mettere insieme la psicosintesi con altre esperienze come la permacultura e l’educazione è una delle novità di questo periodo». E di questo vi parleremo nella prossima puntata, in cui approfondiremo i progetti che stanno sviluppando con Fabio Pinzi.

Per saperne di più sulla Comunità di Etica Vivente ascolta l’intervista integrale a Fiorenza Bortolotti.

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