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Torino - Venerdì 27 maggio è stata la Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. In occasione di questo giorno, il Comitato Torino Respira di Torino ha presentato i dati della quarta edizione della Campagna “Che aria tira?” sulla qualità dell’aria. Cosa c’entrano la qualità dell’aria con i diritti dell’infanzia, vi chiederete? Forse il paragone può sembrare poco immediato, eppure la possibilità di crescere e vivere in un contesto salutare e il meno inquinato possibile deve essere un diritto, per tutti e tutte.
A Torino e nella sua area metropolitana una parte consistente del lavoro di sensibilizzazione e monitoraggio dell’aria è portata avanti da un gruppo di cittadini attivi: è proprio il Comitato Torino Respira, che promuove da diversi anni iniziative per migliorare la qualità dell’aria e per restituire un diritto purtroppo negato in molte aree urbane.
La campagna di monitoraggio civico della qualità dell’aria “Che aria tira?” è giunta quest’anno alla quarta edizione: nel corso del tempo ha coinvolto un migliaio di cittadini, decine di scuole, di associazioni e organizzazioni di volontariato. Quest’anno, grazie al lavoro di decine di volontari, ha coinvolto 26 Comuni oltre la città di Torino, contribuendo così ad aumentare la conoscenza sullo stato di qualità dell’aria e la consapevolezza sulle sue cause e dei suoi effetti a livello regionale.
UN PO’ DI NUMERI
Anche per l’edizione 2022, particolare attenzione è stata posta alla qualità dell’aria vicino alle scuole, consapevoli del fatto che la tutela della salute dei più giovani deve essere una priorità. Complessivamente a Torino sono stati raccolti dati in 259 punti in tutti i quartieri della Città: 152 di questi punti erano localizzati presso 84 scuole elementari e dell’infanzia, 62 scuole superiori e 4 sedi universitarie. I dati raccolti riguardano il biossido di azoto, un inquinante importante in quanto è di per sé pericoloso per la salute umana che è un precursore del particolato fine (PM10 e PM2,5) e dell’ozono, gli altri due elementi i cui valori a Torino sono spesso fuorilegge.
In generale, i dati raccolti attraverso i campionatori passivi utilizzati dal Comitato durante il mese di febbraio sono in buon accordo con i dati raccolti da ARPA Piemonte nello stesso periodo presso le quattro centraline di rilevamento dislocate in Città. I risultati sono simili a quelli rilevati nel corso dell’analoga campagna svolta a febbraio del 2021 e sensibilmente inferiori a quelli rilevati nelle campagne svolte nel corso del 2019 e 2020. La media dei dati rilevati a Torino infatti è stata pari a 35,10 µg/m3 nel 2022 e 32,46 µg/m3 nel 2021, anno nel quale però erano in vigore le limitazioni al traffico legate all’epidemia di COVID19.
Si tratta comunque di una diminuzione significativa rispetto ai dati rilevati nel 2019 (48,57 µg/m3) e nel 2020 (48,38 µg/m3), nonostante il mese di febbraio 2022 sia stato caratterizzato da una totale assenza di precipitazioni. Questi dati devono però essere messi in relazione con i nuovi criteri definiti dall’OMS nel 2021, che hanno portato da 20 a 10 µg/m3 il valore medio annuo di biossido di azoto, valore al di sopra del quale si osservano effetti sulla salute umana, e hanno introdotto un valore di riferimento giornaliero pari a 25 µg/m3.
Sulla base di questi nuovi limiti, nonostante gli apparenti miglioramenti, i valori medi rilevati dalla campagna sono oltre tre volte superiori rispetto a quelli raccomandati dall’OMS, con punte di oltre sei volte. Non solo: se applicassimo il nuovo criterio giornaliero ai dati rilevati da ARPA nel 2021, Torino avrebbe avuto oltre 280 giorni di superamento, un numero decisamente impressionante.
LE SCUOLE
Venendo alle scuole, le criticità sono confermate: la media dei dati rilevati intorno agli istituti scolastici è praticamente uguale rispetto alla media generale dei dati rilevati, il che significa che le scuole si trovano in luoghi non protetti dall’inquinamento. Con una sola eccezione, tutti gli istituti campionati hanno valori di concentrazione di biossido di azoto superiori ai limiti raccomandati dall’OMS e nel 12,5% dei casi (19 scuole su 150) presentano valori superiori ai limiti di legge.
Tra le dieci scuole con i valori più alti si trovano cinque scuole dell’infanzia (De Panis, Danilo Dolci, Marc Chagall Alda Merini e Millefonti) quattro scuole secondarie (Umberto I, D. Birago, G. Peano e V, Alfieri) e una scuola elementare (Parini). In tutte queste si sono registrate concentrazioni di biossido di azoto tra quattro e cinque volte superiori ai valori raccomandati dall’OMS.
Anche in questo caso possiamo dire che si tratta di un dato in leggero miglioramento rispetto agli anni precedenti, ma che deve far riflettere sulla necessità di accelerare le azioni di riduzione delle fonti di inquinamento atmosferico, a partire dal traffico che, secondo i dati dell’IREA – Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera nella Città di Torino, contribuisce per il 71% alle emissioni di biossido di azoto, seguito dal riscaldamento e dall’industria.
LE RICHIESTE DEL COMITATO TORINO RESPIRA
Come afferma il Comitato Torino Respira, «nella giornata dei diritti dell’infanzia, riteniamo sia indispensabile chiedere forti limitazioni al traffico intorno alle scuole, a partire dalle più inquinate, la realizzazione di strade e piazze scolastiche, la realizzazione di parcheggi per biciclette in tutti i cortili scolastici, la promozione di iniziative come Bike to School e Pedibus».
Oltre a questo, il Comitato ribadisce la forte necessità di dichiarare Torino “Città 30”, ovvero di istituire un limite di velocità di 30 km/h su tutte le strade a eccezione dei corsi principali e di promuovere l’abbassamento della velocità sulla tangenziale di Torino da 130 a 90 km/h, come nella gran parte delle tangenziali delle grandi città italiane.
«Grazie ai fondi per il PNRR, Torino avrà finalmente le risorse per investire in infrastrutture per la mobilità sostenibile e ci aspettiamo che questa amministrazione concentri la sua attenzione sulla riduzione dell’inquinamento e sulla lotta al cambiamento climatico che è a questo strettamente legata», concludono i rappresentanti del Comitato Torino Respira.
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