La “libreria aperta” che fa sbocciare relazioni: la storia di Cabella in Piazza
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Alessandria - Un vecchio frigorifero dipinto di rosso e una casetta in legno. Dentro tantissimi libri, di tutti i tipi e di tutte le dimensioni. «Qui libero libri e gratitudine – mi racconta Susanna – affinché abbiano la possibilità di trovare persone e nuova vita». Siamo a Cabella Ligure, in val Borbera, e in questo colorato angolo della cittadina una donna ha fatto della condivisione sincera e gratuita la sua isola felice.
Si chiama Cabella In Piazza e per me è una sosta obbligata ormai. Quando durante le mie gite valborberine finisco qui, è impossibile non farci un salto per dare un’occhiata. Un punto bookcrossing molto guarnito e variegato, con libri interessanti – non i classici volumi svuotacantina – che ha fatto nascere esperienze di socialità sul territorio.
Anche se ora, a seguito della pandemia, il punto è sia fisico che in rete – alcune persone sono venute addirittura da Ferrara a vedere dal vivo il punto bookcrossing reale – è Susanna, la vera anima del progetto, che è stata capace di arricchirlo con tanti piccoli grandi gesti di cura, come il “Libro itinerante” o il “Libro sospeso”.
Com’è nata l’idea?
Tutto è iniziato nel 2019. In paese con quattro signore ci scambiavamo i libri e da lì ho pensato di dare vita a qualcosa di più strutturato e fruibile anche da altri. Ho posato una cassetta su una sedia e in poco tempo i libri hanno iniziato a circolare. Per rendere un po’ più attivo il tutto, ho aperto un account su Instagram, il che ha dato una bella accelerata all’iniziativa. Da lì a poco in effetti mi è esploso un po’ tutto in mano, sono stata catapultata in un sacco di conoscenze, del territorio e non.
E poi?
Volevo migliorare l’idea. Nel tempo ho parlato con diverse persone che lavorano, come consulenti informatici per farmi suggerire gli strumenti più efficaci per rendere tutto più fruibile. In mente ho tantissime cose per implementare il progetto, ma spesso mancano il tempo e l’energia.
Perché hai scelto di allestire l’angolo bookcrossing proprio in quel punto del paese?
L’angolo si trova proprio davanti alla mia casa d’origine, che oggi è la nostra “residenza estiva”. Un tempo è stato un negozio di ferramenta, chiuso ormai da oltre quindici anni. Il bello è che è iniziato così, un po’ per caso, con una cassettina e da lì sono emersi progetti di scambi di libri, incontri, confronti.
Come hanno risposto gli abitanti?
Le persone che frequentano il punto bookcrossing abitualmente sono entusiaste e io non posso che esserne contenta. Dalla nascita del Cammino dei Ribelli poi la mia casa è diventata uno dei punti ristoro nella tappa a Cabella e finora è stata una bellissima esperienza. Credo sia molto bello sapere che in ogni paese c’è un punto di appoggio, perché da cosa nasce cosa, ne sono convinta.
Secondo te lo scambio di libri può innescare circoli virtuosi in un territorio come Cabella?
Il veicolo di queste azioni sono i libri, ma nei fatti si intrecciano relazioni umane. In questi anni ho conosciuto persone da tutta Italia per questo progetto ed è proprio questa la parte migliore dell’iniziativa. Mi sono arrivate immagini, suggestioni, storie di luoghi, di amicizie, di conoscenze. E per “Il libro itinerante” mi hanno scritto anche persone da Londra e Berlino.
Perché ci dovrebbe essere un punto bookcrossing bello e curato come il tuo in ogni quartiere?
Con i libri si creano momenti di condivisione preziosi e in questi tre anni posso dire di aver avuto solo esperienze gradevoli. Quest’angolo ha fatto incontrare persone e ha portato a un arricchimento reciproco.
E i progetti futuri?
Mi piacerebbe dare vita a un sito dove inserire dei podcast dei libri e organizzare presentazioni dal vivo con autori e scrittori.
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