Obbligo vaccinale per le professioni socio-sanitarie: cosa sta succedendo all’interno degli Ordini?
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L’emergenza sanitaria relativa alla pandemia di Covid-19 è ufficialmente cessata il 31 marzo scorso e le misure restrittive stanno gradualmente allentando la loro morsa. È tutto finito dunque? Certamente no. Al di là di previsioni su eventuali successive ondate e picchi di contagi, le conseguenze negative innescate dalla gestione pandemica si stanno facendo sentire con forza già oggi e probabilmente continueranno a farlo per mesi e anni.
Abbiamo recentemente parlato dell’ennesima, ingiustificata misura penalizzante nei confronti delle scuole, uno degli ambiti più colpiti e penalizzati dalle restrizioni, ma anche in altri settori stanno sorgendo forti criticità. Uno di essi è quello delle professioni socio-sanitarie e dei relativi ordini, le cui assemblee convocate per la presentazione e l’approvazione dei bilanci consuntivi sono diventate “teatro di scontro, con incresciose azioni di protesta messe in atto da alcuni iscritti contrari all’obbligo vaccinale”.
A denunciarlo è il Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina, che già aveva indagato su una serie di aspetti molto dubbi riguardanti la correttezza dell’informazione scientifica e sanitaria durante la pandemia, con alcune raccomandazioni inviate alla Commissione europea, al Governo italiano e all’Ordine nazionale dei giornalisti. “Nel silenzio dei media – avvisa il Comitato – sta trapelando la notizia relativa alla lettera che i presidenti degli Ordini delle professioni socio-sanitarie e sanitarie hanno inviato al Ministro della Salute, in data 2 maggio 2022″.
Secondo i presidenti degli Ordini in questione, la problematica deriva “in buona parte” dalla disciplina introdotta dal Decreto-Legge n. 172/2021, con cui il legislatore ha posto a carico degli Ordini medesimi “la verifica dell’adempimento dell’obbligo vaccinale da parte degli iscritti”: compito coerente “con lo status di Enti sussidiari dello Stato” e che gli Ordini “hanno assolto con senso di responsabilità, sopportando un carico di lavoro improvviso, delicato e sovradimensionato rispetto alle dotazioni disponibili”.
Al Legislatore e al Governo viene dunque chiesto di sostenere l’azione degli Ordini, prevedendo idonei interventi per contrastare le tensioni in essere, con l’auspicio che tali interventi siano “concertati ed elaborati in modo organico” anche previa “convocazione urgente della Consulta permanente delle professioni sanitarie e socio-sanitarie”. Rispetto alle cause della mancata approvazione dei bilanci in questione, il CIEB rileva due aspetti diversi ma correlati:
- se, per esplicita ammissione degli stessi Ordini, dette cause sono riconducibili “in buona parte” a problemi collegati e conseguenti alla verifica dell’adempimento dell’obbligo vaccinale, non può escludersi a priori che esse non debbano essere ricondotte anche a problemi di natura gestionale, amministrativa e contabile: ragion per cui sarebbe opportuno fornire ai bilanci in questione la massima trasparenza, allo scopo di fugare qualsiasi dubbio di irregolarità;
- se, ai sensi della legge 31 gennaio 2018, n. 3, gli Ordini professionali in questione, pur agendo quali “organi sussidiari dello Stato”, sono “finanziati esclusivamente con i contributi degli iscritti, senza oneri per la finanza pubblica”, ne consegue che: a) ogni iscritto, indipendentemente dalle convinzioni personali e dall’adempimento di eventuali obblighi di legge, può legittimamente contestare l’approvazione del bilancio mediante la partecipazione all’organo assembleare; b) l’asserito “carico di lavoro… sovradimensionato rispetto alle dotazioni disponibili” rende quanto mai necessaria proprio la verifica – e l’eventuale censura – del bilancio consuntivo.
Il Comitato Internazionale per l’Etica della Biomedicina richiama quindi l’attenzione e stimola la riflessione critica in merito alla formale richiesta di intervento del Legislatore e del Governo “che assume una dimensione che va oltre quella meramente gestionale e una portata assai controversa nel contesto sempre più dibattuto della sicurezza, dell’efficacia e della utilità dei cosiddetti vaccini anti-Covid”.
In altri termini, là dove la richiesta in questione provocasse l’effetto di tacitare per via legislativa le opinioni dissenzienti all’interno degli Ordini professionali, sarebbe inevitabile prendere atto dell’esistenza in Italia di una deriva totalitaria. Per questo motivo il Comitato ritiene fondamentale che la lettera in questione sia pubblicamente censurata, senza indugi, dallo stesso Ministro della Salute e dal Governo nella sua interezza.
Sulla base di queste considerazioni, il CIEB:
- auspica che i media forniscano alla lettera dei presidenti degli Ordini delle professioni sanitarie e socio- sanitarie la necessaria diffusione allo scopo di favorirne la conoscenza e di stimolare l’analisi critica da parte dell’opinione pubblica;
- invita gli Ordini in questione a fornire attuazione alle disposizioni della citata legge n. 3/2018, secondo cui gli stessi “assicurano l’indipendenza, l’autonomia e la responsabilità delle professioni … la salvaguardia dei diritti umani e del principi etici dell’esercizio professionale… al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva”;
- raccomanda agli Ordini medesimi di favorire – e non di ostacolare o stigmatizzare – un dibattito realmente informato e consapevole in merito agli effetti dei cosiddetti vaccini anti-Covid, non solo e ovviamente per favorire l’avanzamento delle conoscenze medico-scientifiche, ma anche per tenere conto della mutata sensibilità del corpo sociale e delle responsabilità che potrebbero configurarsi a seguito dell’accertamento di eventuali illeciti collegati e conseguenti alla campagna vaccinale;
- sollecita il Legislatore e il Governo a individuare il potenziamento della medicina territoriale e di base quale obiettivo prioritario nell’ambito degli stanziamenti del PNRR, tenuto anche conto delle evidenze che lasciano presagire un incremento della domanda di prestazioni sanitarie correlate agli effetti avversi delle vaccinazioni in un contesto di crescente e diffuso disagio economico;
- richiama il Legislatore e il Governo alla funzione di custodi della pari dignità sociale dei cittadini «senza distinzione di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali» (art. 3 della Costituzione) anche nella prospettiva di assicurare la salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e non viceversa (art. 32 della Costituzione).
- sicurezza, dell’efficacia e della utilità dei cosiddetti vaccini anti-Covid. In altri termini, là dove la richiesta in questione provocasse l’effetto di tacitare per via legislativa le opinioni dissenzienti all’interno degli Ordini professionali, sarebbe inevitabile prendere atto dell’esistenza, in Italia, di una deriva totalitaria: ragion per cui appare doveroso che la lettera in questione sia pubblicamente censurata, senza indugi, dallo stesso Ministro della Salute e dal governo nella sua interezza.
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