Inaugurata la panchina della pace: un angolo dove sedersi a riflettere sul presente
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Alessandria - Quanto è rilassante sdraiarsi su un prato in primavera, incrociare le braccia dietro la nuca e tornare bambini, indovinando le forme delle nuvole in movimento? E come ci si sente invece a sedersi su una distesa di grano maturo? Bisogna chiederlo agli abitanti di Arquata Scrivia, dove è stata recentemente inaugurata una panchina della pace, dipinta a mano da una donna arquatese.
UN PROGETTO DI CITTADINANZA ATTIVA
Svariate pennellate gialle, sotto un cielo terso d’estate, e una scritta che arriva come un pugno nello stomaco: “Sopra le teste dei bambini devono volare i palloni, non le bombe“. Così Elisabetta Scotto, cittadina di Arquata, ha decorato a mano una vecchia panchina, poco distante dal circolo ricreativo della Società Operaia di Mutuo Soccorso, la SOMS, di cui lei fa parte.
Dopo aver fatto richiesta al Comune l’ha sistemata e l’ha verniciata con i colori della bandiera dell’Ucraina. Elisabetta, che di mattina lavora nella casa di riposo della cittadina, sottolinea di non essere un’artista: «Mi diletto a dipingere e mi piace portare le mie creazioni – come coppi decorati, quadri e altri oggettini – a mercatini e fiere».
«L’idea di personalizzare le panchine – racconta – è bella, se ne vedono di tutti i tipi ora, ma trovo essenziale che abbiano un’impronta precisa e non sia solo una semplice verniciata di colore». Per questo non ha voluto solamente svecchiare una panchina e darle qualche pennellata di giallo e di blu, ma ha pensato a un messaggio da indirizzare ai passanti e a tutti coloro che ci si siederanno. L’intento è che diventi un punto di incontro sì, ma anche un luogo dove fermarsi a riflettere qualche istante.
«La panchina della pace è piaciuta molto alle diverse persone che sono state accolte qui: l’hanno percepito come un ulteriore gesto di vicinanza». Infatti, mi racconta che una bambina ucraina residente a Serravalle Scrivia, desiderosa di vederla, è stata accompagnata dai volontari della Croce Verde proprio per poterla visitare e per conoscere Elisabetta.
LA STORIA
«Ci siamo sentiti subito molto coinvolti da questa guerra, se n’è parlato tanto, anche la sera in famiglia, per questo ho deciso di attivarmi e fare qualcosa. D’altronde il mio cervello non sta mai fermo», sorride. E così, complice il continuo scambio con diverse famiglie ucraine che vivono ad Arquata e hanno un filo diretto con chi è rimasto in zona di conflitto, Elisabetta ha deciso di sensibilizzare la cittadinanza proprio sul tema più dibattuto del momento: la pace.
Il suo progetto, però, non è concluso. La donna ha in mente di dare personalità ad altre vecchie panchine sparse sul territorio e di fare la stessa cosa anche all’interno della residenza per anziani in cui lavora. «Il giardino è molto grande – spiega – e per questo ho pensato di verniciarne diverse, ognuna delle quali racchiuderà un messaggio differente». Il tutto coinvolgendo gli ospiti, i quali – armati di pennello e colori – dipingeranno oppure daranno il proprio contributo all’iniziativa con idee o suggerimenti.
Oltre ai diversi “angoli della pace”, dalla rete sociale arquatese arriva anche un altro slancio di accoglienza. Domenica 22 maggio tutte le associazioni del territorio, insieme alla proloco di Grondona, si ritroveranno unite in una giornata di solidarietà verso tutte le famiglie ucraine residenti ad Arquata Scrivia. «Ci saranno diversi stand gastronomici, con le specialità locali, animazione per bambini e buona musica con il Dj set. L’intera cifra raccolta verrà devoluta alle famiglie in difficoltà». L’obiettivo? Dare un messaggio di partecipazione comune e compatta e aiutare chi ora è qui e sta cercando di voltare pagina.
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