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Torino - La violenza da parte di giovani adulti contro madri e padri prende il nome di “parental abuse” ed è un fenomeno largamente sottostimato visto che paure, sensi di colpa e vergogna portano molti genitori a non denunciare e a non prendere provvedimenti. Secondo i dati Istat, nel 2020 le chiamate al numero contro violenza e stalking sono aumentate del 79,5% rispetto all’anno precedente e le violenze da parte dei familiari sono cresciute dal 12,6% al 18,5%.
Ma cosa fare quando si è vittime di violenza e quella violenza arriva dal proprio figlio? Come aiutarlo e come iniziare un percorso che possa coinvolgere l’intero nucleo familiare? A Torino è nato uno spazio che vuole aiutare tutte quelle famiglie che stanno vivendo situazioni di violenza e che hanno bisogno di aiuto. Si chiama Le Querce di Mamre ed è il nuovo progetto del servizio di Accoglienza del Gruppo Abele realizzato con il contributo economico del Fondo di Beneficenza del Gruppo Intesa San Paolo.
Come raccontano gli operatori del servizio, «nell’ultimo anno, nel nostro lavoro quotidiano, abbiamo osservato un aumento dei casi di violenza familiare con protagonisti figli adolescenti o giovani adulti. Per questo abbiamo elaborato un progetto che prevede differenti azioni per intervenire non solo sugli autori della violenza ma sull’intero nucleo coinvolto».
I SERVIZI OFFERTI DAL CENTRO
Come racconta Adriana Casagrande, responsabile del servizio, «in molte situazioni che abbiamo incontrato è emersa la necessità di ricorrere a un periodo di separazione e di allontanamento dal nucleo familiare conflittuale, per interrompere l’esposizione al rischio di violenza, elaborare le emozioni vissute e tentare di sviluppare nuove strategie comunicative. Da qui l’idea di creare uno spazio di accoglienza, un progetto pilota unico in Piemonte».
Sì, perché i punti di forza di questo “rifugio” allestito in una struttura protetta del Gruppo sono la presenza fissa di un educatore e l’affiancamento a “famiglie di supporto”, ovvero nuclei in grado di accogliere, sostenere e accompagnare le famiglie e le persone che stanno vivendo un periodo di fragilità.
Nel nostro lavoro quotidiano abbiamo osservato un aumento dei casi di violenza familiare con protagonisti figli adolescenti o giovani adulti
Il nome del progetto prende spunto dal libro della Genesi dove le Querce di Mamre rappresentano uno spazio di sosta e di ristoro, di incontro e di dialogo, dove ritrovare benessere durante un viaggio faticoso. Tra gli aspetti più innovativi del progetto c’è infatti la creazione di uno spazio abitativo di emergenza, uno “spazio di decompressione”, dove i famigliari hanno la possibilità di realizzare quel distacco fisico a volte indispensabile.
Sono poi previsti percorsi psicoeducativi per la presa in carico dei giovani adulti quanto dei membri della famiglia, con colloqui individuali e di gruppo. Il progetto prevede anche un percorso di informazione rivolto a ragazzi e genitori per incrementare la conoscenza delle sostanze e dei loro effetti. Infine, ma non meno importante, il progetto offre alle famiglie anche la possibilità di richiedere un consulto legale, allo sportello giuridico InTI, per fare in modo che anche nel caso in cui si arrivi a una denuncia questa possa essere sfruttata come occasione di cambiamento.
UN PO’ DI DATI SUL DISAGIO FAMILIARE
Quali sono i campanelli d’allarme che caratterizzano le situazioni di disagio familiare e possibili violenze? Marco Foglino, psicologo del servizio di Accoglienza, parla di «instabilità emotiva, atteggiamenti impulsivi, repentine oscillazioni dell’umore, scatti d’ira. In genere la prima violenza è verbale, poi si passa alle cose, alla distruzione di oggetti, per arrivare infine all’aggressione fisica».
Diversi servizi dell’associazione (sportello legale e sportello di accoglienza per le vittime, all’interno delle attività svolte dall’Associazione Rete Dafne Torino) hanno incontrato, nel corso del 2020, 82 vittime di violenza, di cui 18 giovani tra i 16 e i 29 anni e 10 genitori vittime dei maltrattamenti da parte dei figli e, nel primo semestre del 2021, contano 60 vittime di violenza di cui 19 giovani e 9 genitori.
Per quanto riguarda invece l’utilizzo di sostanze stupefacenti l’osservatorio specifico del servizio di Accoglienza, che copre un bacino regionale, ha registrato nel 2020 la presa in carico di 60 persone tossicodipendenti, di cui 41 nuovi contatti e di 70 familiari di persone consumatrici di sostanze, di cui 62 nuovi contatti.
A questo dato va aggiunta la richiesta di altri 21 familiari di intervenire in quanto in difficoltà nel rapportarsi con i figli a seguito delle restrizioni imposte dalle misure anti Covid. In questo particolare periodo storico nasce il centro Le Querce di Mamre: per aiutare le persone ad attraversare particolari momenti di inquietudine, per ricostruire le relazioni genitori-figli e per costruire nuove modalità di stare insieme.
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