In Sardegna c’è una Food Forest che riduce l’impronta ecologica facendo piantare alberi ai viaggiatori – Io Faccio Così #355
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A volte ritornano. Vale per la vita, come non potrebbe valere per le nostre trecentocinquantacinque storie? È una grande gioia incontrare di nuovo Salvatore Marongiu, come avvenuto già nel 2018 in occasione della tappa sarda – nello specifico in Ogliastra – di I.TA.CA’., il festival del Turismo Responsabile, di cui da anni Italia Che Cambia è media partner.
Nel corso di questo tempo la vita di Salvatore è cambiata: si è sposato con Stefania Demurtas e insieme gestiscono l’azienda agricola Tenute il Maggese vicino al paese di Tortolì – in Ogliastra, a pochi chilometri dal mare –, che produce principalmente grano duro, grano tenero, legumi, zafferano e mais biancoperla già da dieci anni a questa parte. L’azienda si trova su un terreno collinare di quindici ettari, già molto ricco di biodiversità e caratterizzato dalla presenza di duecento perastri, innestati da Salvatore e Stefania durante il primo lockdown.
Con questo articolo e con la videointervista che trovate qui sotto, vogliamo raccontarvi un progetto nato dalla collaborazione di Salvatore e Stefania con l’agenzia di ecoturismo Sardaigne en Libertè di Jean Luc Madinier – un’altra storia di Italia che Cambia – che coniuga il viaggio, l’agricoltura e il cambiamento climatico, andando a creare un modello che, se replicato, contribuirebbe a mitigare l’impatto delle emissioni di anidride carbonica del trasporto aereo sul clima, rigenerando il territorio e migliorandone la biodiversità.
COME NASCE QUESTO PROGETTO
Salvatore Marongiu e Jean Luc Madinier si conoscono da anni, complice la compartecipazione come soci alle attività dell’associazione Slow Food Ogliastra, da anni impegnata nella valorizzazione delle specialità alimentari locali. Come vi abbiamo raccontato, Madinier è un francese trasferitosi qui e innamoratosi della Sardegna e da anni, tramite la sua agenzia di ecoturismo Sardaigne en Libertè, sta cercando di incentivare il viaggio lento e sostenibile, alla riscoperta dell’entroterra sardo e all’insegna del contatto diretto tra viaggiatori, viaggiatrici e produttori agricoli (e non) della zona.
Il problema, per chi è sensibile alle tematiche ambientale e gestisce un’agenzia di ecoturismo su un isola come quella sarda, riguarda il trasporto: la maggior parte dei viaggiatori raggiunge la Sardegna in aereo, contribuendo considerevolmente ad aumentare il livello di anidride carbonica in atmosfera, una delle cause principali del cambiamento climatico in atto. Allo stesso tempo, uno dei desideri di Salvatore e Stefania era quello di dare vita, nella propria azienda agricola, a una Food Forest. Nell’ottica del “non chiedersi se ma come”, perché non unire le due esigenze e i propri sogni in un progetto comune?
COME FUNZIONA
La collaborazione tra Sardaigne en Liberté e l’azienda agricola Tenute Il Maggese prevede la piantumazione di un sistema agroforestale volto alla produzione di mandorle che permetta allo stesso tempo di coltivare leguminose e grano tra le interfile degli alberi. Oltre a ciò, prevede la co-creazione di una Food Forest composta da diversi tipi di alberi, scelti non per la loro produttività, ma perché particolarmente adatti per la produzione di ossigeno.
La realizzazione di questo progetto si fonda anche sulla partecipazione attiva dei viaggiatori e delle viaggiatrici dell’agenzia Sardaigne en Liberté, a cui viene richiesta una donazione di venti euro per finanziare simbolicamente la piantumazione di un albero. Non è prevista solamente la delega: i viaggiatori che vogliono trascorrere una giornata insieme a Salvatore e Stefania piantando alberi possono farlo, divenendo parte attiva del territorio e motore del cambiamento di esso, imparando anche i principi dell’agricoltura sintropica a cui il progetto di Salvatore e Stefania si ispira.
«Sì, vero: le persone possono venire qui da noi, coordinate da Sardaigne en Liberté, e insieme possiamo fare i lavori necessari alla piantumazione, come scavare, mettere il compost, piantare l’albero, pacciamare o fare la fossa per arginare l’acqua», ci raccontano Salvatore e Stefania. «Spieghiamo loro anche le diverse funzioni di questi alberi e che tipi di frutti produrranno. Allo stesso tempo, chi vuole semplicemente donare i venti euro e delegare a noi la piantumazione dell’albero può farlo: noi manterremo informati tutti i donatori e le donatrici sull’andamento dell’impianto e sulla crescita delle varie piante».
Lo scopo dell’iniziativa è quello di dare l’opportunità alle viaggiatrici e ai viaggiatori che raggiungono la Sardegna in aereo di mitigare la propria impronta di carbonio, contribuendo ad arginare gli effetti dei cambiamenti climatici. Quale strumento migliore dell’albero per catturare anidride carbonica, rilasciare ossigeno e tastare con mano l’aumento della biodiversità di un territorio?
A CHE PUNTO SIAMO
Il progetto del sistema agroforestale e della Food Forest è partito a luglio del 2021. Ad oggi gli alberi da frutto piantati sono circa centocinquanta. Accanto a questi, continuano a essere piantati moltissimi alberi da supporto alla Food Forest, come mimose ed eucalipti: lo scopo è quello di fornire biomasse e humus al terreno, dato che uno degli scopi dell’agricoltura sintropica, a cui il progetto di Salvatore e Stefania si ispira, è quello di ridurre al minimo possibile le risorse da apportare in un sistema dall’esterno e produrre quanta più biomassa possibile al proprio interno.
«Gli alberi che stiamo piantando sono alberi da frutto come albicocco, melo, nespolo, ciliegio, pero, ma anche piante esotiche come mango e banano», ci spiega Stefania. «Questa fascia climatica è abbastanza calda per permetterci di piantare anche piante tropicali, già adattate al territorio».
«Abbiamo già trovato molti viaggiatori interessati a questo progetto, che stanno partecipando attivamente alla piantumazione degli alberi insieme a noi», racconta Salvatore «Oltre a questo abbiamo già organizzato due corsi di Food Forest condotti dall’esperto Giuseppe Sannicandro. È nata una cupola geodetica, che abbiamo costruito insieme a Stefania, e abbiamo organizzato diversi eventi culturali e musicali che hanno avuto un riscontro di partecipazione davvero sorprendente per noi; il nostro sogno prende sempre più forma».
«Tutto questo sta avvenendo grazie anche al contributo dei viaggiatori e delle viaggiatrici, stiamo materializzando il nostro sogno della Food Forest», conclude Stefania. «Inoltre stiamo lavorando per espandere il progetto, coinvolgendo altri giovani colleghi di altre aziende agricole; a questo scopo stiamo raccogliendo fondi per farlo espandere a macchia d’olio su tutto il territorio. Vorremmo costruire qui anche un agricampeggio, con la possibilità di mettere le tende nella nostra Food Forest. Il traguardo finale sarà la creazione di un agriturismo, con una casa per la nostra famiglia».
Per sostenere il progetto potete fare un donazione sull’account paypal agroforestryogliastra@gmail.com.
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