9 Mag 2022

Le I(n)spira-Azioni di Eliseo Soardi: musica, consapevolezza, comunità e rispetto per la Natura – #5

Scritto da: Salvina Elisa Cutuli

Dopo anni trascorsi a Londra, Eliseo Soardi è tornato in Italia e ha ideato il Mandrea Music Festival. Daniel Tarozzi e Darinka Montico si sono fatti raccontare la sua storia e la sua visione del mondo, toccando temi come musica, sostenibilità, consapevolezza, cambiamento personale, ricerca della felicità, soldi, tradizioni e molto altro.

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Il nuovo episodio del podcast I(n)spira-Azioni di Daniel Tarozzi e Darinka Montico ci porta ad Arco, in Trentino, a conoscere Eliseo Soardi, musicista e contadino che insieme alla compagna Constance ha creato il Mandrea Music Festival, annoverato dal The Guardian tra i dieci migliori festival europei e citato dal The Telegraph come uno degli ultimi raduni hippy. 

Prima di tornare a vivere ad Arco Eliseo ha vissuto quindici anni a Londra, dove ha avuto modo di confrontarsi con una società più equa che gli ha consentito maggiori possibilità di realizzazione personale e di sviluppare il proprio potenziale. Ha studiato musica, ha ricevuto un contratto da una casa discografica, ha partecipato a numerosi festival, ma soprattutto ha avuto la possibilità di esprimersi con un grande libertà, raccontandosi intimamente e con serenità, senza timore di essere sé stesso.

Così, di ritorno in Italia, ha pensato di riproporre nella sua terra d’origine quanto aveva vissuto e amato di Londra. «Sono tornato perché a Londra, nell’arco di pochissimi anni, si è manifestato in maniera sempre più eclatante quanto sta accadendo in Europa e in America. Nel giro di pochi anni ho visto aumentare in maniera tangibile la quantità di persone che dormivano sotto i ponti. Il capitalismo porta a questo».

«C’è chi è sempre stato consapevole di questo, chi ha creduto da sempre in un’altra visione della società. Io sono tra questi, come voi. Non ho mai messo al primo posto i soldi, sono sempre stati un mezzo e non un fine. Volevo che le mie figlie crescessero in un ambiente più naturale. La visione del futuro è incerta, voglio che imparino a coltivare qualcosa per non dipendere dagli altri, per essere sempre in grado di andare avanti nonostante tutto. Io sono positivo riguardo al futuro, per me la società sta andando proprio verso una decentralizzazione delle cose basilari come appunto le risorse o la monetizzazione».

Per raccontare il momento storico che stiamo vivendo Eliseo utilizza due metafore significative. Una grande fatica che il genere umano sta affrontando, l’ultimo sforzo per abbattere un muro, l’ultima grande barriera, come quando si «scalda un metallo, ci mette poco a raggiungere una certa temperatura per poi arrestarsi. Bisogna aspettare di superare questo stallo per poi vedere la temperatura salire di nuovo in maniera veloce».

«Se fino ad ora abbiamo compiuto dei passi piccoli, superato questo blocco, ci sarà un cambio davvero considerevole. Basta osservare la natura per capire e imparare. Mi sento come un’onda nel mare, basta un po’ di vento per farmi muovere e ho bisogno anche delle altre persone. Mi piace condividere, mi sento parte di un oceano». 

Oggi Eliseo vive nel Comune di Arco, in una valle glaciale circondata da una montagna e una falesia, che ha la forma di un anfiteatro naturale con una acustica e un riverbero davvero potenti. Il contesto e l’esperienza lo hanno spinto a realizzare un festival. A Londra aveva imparato tanto e conosciuto tanti artisti. Aveva il desiderio di condividere e far apprezzare una delle esperienze più significative della sua vita: momenti di condivisione e di arte in cui esprimersi liberamente.  

eliseo soardi

Ad Arco esistono tante realtà che in questi anni hanno cercato di promuovere una cultura e una mentalità che non fosse sempre e solo legata al turismo. Italia che Cambia, ad esempio, è stata anche più volte ospite dell’associazione La Busa Consapevole durante il Festival dell’informazione indipendente. Per Eliseo l’aspetto più complicato è stato il confronto con la burocrazia. Insieme alla sua compagna e ad alcuni amici di Arco, con cui ha sempre condiviso musica e arte, decide di aprire un’associazione per poter proporre il festival.

Il festival tra i monti viene subito associato a rave party e droghe, ma non si arrende. Alla fine riceve anche l’appoggio da parte del Comune, che «ha creato una pagina apposita per il Festival, ma non mi ha mai ringraziato nonostante le ricadute positive sul territorio scosso dall’arrivo di numerosi artisti e aperto a nuove forme di condivisioni artistiche. Non mi sento di aver inventato nulla, sono stato come un soffio di vento che ha fatto muovere l’onda dell’oceano», racconta Eliseo.

Le prime edizioni sono servite a misurarsi con gli aspetti più tecnici e organizzativi. Grazie al passaparola, agli amici musicisti incontrati in Inghilterra e a tutta la squadra che si è creata intorno, a partire dal 2015 ogni edizione ha superato quella precedente per numero di eventi organizzati e pubblico. Proprio in quegli anni è stato citato dal The Guardian e The Telegraph. «L’apoteosi l’abbiamo raggiunta nell’edizione del 2018. C’era una coda di macchine parcheggiate lunga 17 chilometri, 4000 persone, 5 giornate di eventi, concerti, laboratori. Uno spettacolo artistico che non aveva un orario preciso. In ogni momento un’attività che non immaginavi neanche. Molte delle persone rimanevano sorprese».

Non abbiamo più bisogno di gente che ci dica come comportarci e cosa fare, abbiamo tante opzioni e possiamo scegliere verso cosa orientarci

«Abbiamo creato un festival interattivo che cresceva ogni anno di più. Avevamo già deciso che l’edizione del 2019 sarebbe stata l’ultima. Tutto ha un ciclo. L’aspetto capitalistico avrebbe rovinato la montagna e l’idea del festival stesso. Nel 2017 abbiamo depositato al comune un progetto per la costruzione di un ecovillaggio proprio qui a Mandrea, dove si svolgeva il festival. In futuro faremo qualcosa, ma con un’idea più ecologica e organica. Per organizzare il festival erano necessari generatori da 100 Kw, camion, palchi, sound system, troppi motori e troppa gente».

Nei dintorni ci sono orsi, lupi, linci, aquile. Si andava a disturbare il loro ecosistema, anche se non è mai stato trovato alcun animale morto nei giorni successivi al festival. «La verità – prosegue Eliseo Isoardi – è che non voglio più portare avanti un pensiero capitalistico dell’arte, mi mancano tanto quei momenti, ma non penso che grandi concerti come quello di Jovanotti nelle spiagge o concerti con 100.00 persone abbiano più senso. È la manifestazione della megalomania della grande società moderna. Per me è passato e non ha niente a che vedere con il futuro dell’arte e della musica». 

Musica, sostenibilità, consapevolezza, cambiamento personale, ricerca della felicità, soldi, tradizioni: Daniel, Darinka ed Eliseo si confrontano su questi temi e molto altro. «Persone come voi e come me creano “nicchie” che costituiscono un’opportunità per chi non vuole far parte del mainstream. Non abbiamo più bisogno di gente che ci dica come comportarci e cosa fare, abbiamo tante opzioni e possiamo scegliere verso cosa orientarci. Bisogna anche ri-considerare le tradizioni del passato andate perse perché intorpiditi da una visione capitalista. Si tratta di riaccendere il fuoco, la brace è ancora calda. I nostri mondi interconnessi possono farlo», conclude Eliseo.

Segui I(n)spira-Azioni su youtubefacebookspreaker o spotify. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 11 alle ore 19 con Luca Barani.

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