Basta mascherine a scuola! Si diffonde in tutta Italia la protesta dei genitori
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Se dal 1° maggio possiamo andare a ballare in discoteca, pranzare in un ristorante o semplicemente lavorare fianco a fianco con i colleghi senza dover più indossare la mascherina, i nostri figli non potranno fare lo stesso nell’ambiente in cui passano più ore durante la loro giornata.
Le scuole infatti – uno degli ambiti più martoriati dalle restrizioni legate alla pandemia negli ultimi due anni – sono state escluse dall’ultimo decreto, che prevede l’obbligo di mascherina fino alla fine dell’anno scolastico, il 31 agosto. Va sottolineato infatti che, se per moltissimi studenti e studentesse l’anno terminerà il 3 giugno, non sono pochi coloro che dovranno sostenere esami di maturità o di terza media, che si protrarranno per parte dell’estate.
La decisione del Governo colpisce una popolazione, quella giovanile, che è stata fra le più penalizzate da decreti e ordinanze, con chiusure tempestive e prolungate delle scuole che hanno inciso in maniera molto pesante non solo sul percorso educativo di milioni di studenti e studentesse, ma anche sulla loro psiche. Primo fra tutti, l’obbligo di indossare le mascherine a scuola.
«La tendenza ad atteggiamenti compulsivi è chiara, così come l’abbassamento dell’età media di questi fenomeni che ora sono più diffusi anche sotto i quattordici anni di età», ha osservato la psicologa del Centro Tice Francesca Cavallini in occasione di un’intervista risalente a gennaio scorso.
Fra i più attivi sostenitori di un allentamento delle misure di sicurezza sanitaria nelle scuole c’è il professor Saverio Mauro Tassi, che poche settimana fa ci aveva dichiarato la sua «convinzione che un Governo dovrebbe avere come priorità non solo la garanzia, la tutela, ma anche la promozione, lo sviluppo, il potenziamento del diritto allo studio e quindi l’interesse per il benessere psicofisico dei giovani».
Tornando al tema delle mascherine, un questionario somministrato ai genitori bolognesi ha rilevato che il 72% di loro è favorevole alla rimozione dell’obbligo di indossare questo dispositivo. Molte scuole d’Italia hanno poi aderito all’iniziativa della Rete Nazionale Scuola in Presenza, che ha invitato genitori e istituti comprensivi a rimandare al ministero i pacchi contenenti le mascherine per le scuole.
Da Monza a Milano, da Genova a Varese, da Messina a Bolzano, sono decine le scuole che hanno aderito all’iniziativa protestando contro quest’obbligo. Per aderire “è sufficiente imbustare una o più mascherine e inviarle per posta ordinaria al Ministero dell’ Istruzione, possibilmente corredandole di una lettera in cui si esprime il proprio dissenso all’ utilizzo forzato e continuativo della mascherina in ambito scolastico”, invita la Rete in un comunicato.
Secondo i dati dell’ISS, negli ultimi trenta giorni l’età media dei contagiati è di 46 anni e la percentuale di casi di positività nella fascia di popolazione in età scolare è del 17,9%, largamente inferiore a quella della fascia 20-50 – che è del 40,5% – e di quella 50-70, che è del 26,8%. Sempre nella fascia in età scolastica inoltre non si rilevano casi con stati clinici severi o critici e, anzi, il 75% circa dei positivi non ha alcun sintomo.
Non sembrano dunque esserci evidenze che giustifichino questo provvedimento, come sottolinea anche la Rete Scuole in Presenza, che sottolinea che “il mantenimento dell’obbligo nelle aule italiane non risponde a criteri scientifici che invece hanno confortato i governi di altri paesi grazie ai numerosi studi internazionali in base ai quali l’utilizzo delle mascherine a scuola non è associato a una minore incidenza e trasmissione del virus”.
La perplessità e le proteste generate da questa decisione sono ulteriormente confermate da uno sguardo fuori agli altri paesi, dove questa prescrizione è stata rimossa praticamente senza eccezioni. La confinante Svizzera ha abolito l’obbligo di mascherina a scuola il 17 febbraio scorso.
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