“La ristrutturazione in bioedilizia è un passo fondamentale per il cambiamento” – Io rifaccio casa così #8
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Savona - Noi abbiamo rifatto casa così! Insieme a Daniel Tarozzi vi ho raccontato nelle settimane e mesi scorsi le nostre riflessioni, decisioni e difficoltà nel ristrutturare in maniera più naturale ed ecologica possibile casa nostra. Molto lo dobbiamo alla consulenza energetica e non solo che ci ha dato Tommaso Gamaleri, con l’aiuto della collega Lucia Macario, entrambi ingegneri di énostra.
Tommaso ha seguito tutto il processo di ristrutturazione in bioedilizia aiutandoci a ponderare le diverse opzioni in fase di progettazione, prendere le decisioni più adatte alle nostre esigenze e a quelle della nostra abitazione, sino a seguire da vicino il cantiere. Ciò che ci ha particolarmente colpito sin da subito di Tommaso è stata la fine sensibilità umana ed ecologica che lo rende un ingegnere professionale, affidabile e con una visione ampia.
Prova ne è il fatto che, come i suoi collaboratori, pur lavorando per una società che vende energia nel quotidiano, si occupa di creare sistemi di efficientamento energetico nelle abitazioni per ridurre il più possibile il loro fabbisogno energetico. A distanza di un anno dal fine lavori abbiamo invitato Tommaso a casa per fargli qualche domanda e approfondire con lui i risultati tangibili del lavoro svolto.
«Questa abitazione – ci racconta Tommaso – prima di essere un cantiere è stato un laboratorio di progettazione. Abbiamo potuto discutere insieme a voi, proprietari di casa, e studiare insieme quale fosse l’obiettivo e quali gli strumenti per raggiungerlo. Quindi essere qui oggi è una soddisfazione perché vediamo i frutti del nostro lavoro e la soddisfazione di chi quotidianamente vive questi ambienti».
GLI INTERVENTI
La casa, costruita negli anni settanta, aveva grandi dispersioni di calore dai muri, ma soprattutto dal tetto e dagli infissi. Si è deciso fin dall’inizio della progettazione di lavorare sull’esistente adattandolo e migliorandolo: si è quindi lavorato sulle murature, sulla coibentazione del tetto, sulla riduzione dell’umidità proveniente dai pavimenti. Si è quindi optato, tra gli altri interventi, anche per la sostituzione dei serramenti e il rifacimento totale degli impianti di riscaldamento ed elettrico.
Non poteva mancare un sistema di produzione di energie rinnovabili ed è stato scelto quello fotovoltaico. «Il punto fondamentale qui era ridurre il fabbisogno energetico dell’edificio, perché è da lì che parte tutto, ovvero i costi di gestione e la quota di inquinamento che deriva dal riscaldare una casa. L’obiettivo che ci poniamo in generale nei cantieri è ridurre lo spreco, qualunque esso sia, e quindi non si poteva evitare di partire dal tappare i buchi del colabrodo».
LA PROGETTAZIONE
La progettazione è stata gestita dal gruppo tecnico di ènostra, che ha poi coinvolto i realizzatori diretti degli interventi per la scelta dei materiali e delle tecnologie (come Terrapaglia, di cui vi abbiamo parlato qui), valutando anche la ricaduta ambientale dei prodotti di volta in volta utilizzati: pertanto si è optato per lastre di fibre di canapa per il cappotto esterno e per l’argilla per il cappotto interno. Trovandoci a valutare quale fosse il miglior impianto di riscaldamento, che potesse garantire sia un reale comfort che costi di gestioni più bassi possibili, abbiamo optato per un impianto di riscaldamento a pavimento, alimentato con pompe di calore.
Questo è un punto fondamentale in ogni ristrutturazione, ci spiega Tommaso, in quanto «il riscaldamento rappresenta in ogni casa, anche per quelle a basso consumo, la principale fonte di utilizzo di energia. Il risultato che si è ottenuto qui è una fortissima riduzione dei consumi di energia primaria, di combustibile e una sensazione di calore diffuso che ti circonda nella casa senza capire da dove esso fuoriesca».
LE FONTI DI ENERGIA RINNOVABILI
Ogni casa è alimentata almeno in parte da energia elettrica. In questa si è deciso di farne l’unica fonte energetica, pertanto i fornelli sono a induzione e il riscaldamento e l’acqua calda sono alimentati da pompe di calore, che sono alimentate a loro volta da energia elettrica. Ci siamo interrogati su quale fosse la fonte di produzione migliore per la nostra situazione e abbiamo deciso di autoprodurre l’energia elettrica rinnovabile per la nostra casa con un impianto fotovoltaico.
«Si deve accettare il fatto che è difficilissimo, forse impossibile, essere autonomi al 100% con il proprio impianto. Anzi, è funzionale al mix energetico nazionale essere connessi tra la rete pubblica esistente con le altre utenze e abitazioni del circondario, in modo da poter scambiare anche l’energia quando viene prodotta e consumata in tempi differenti».
Per la parte di energia richiesta dall’abitazione e non auto-prodotta (ad esempio quella utilizzata di notte), abbiamo comunque deciso di usare un fornitore cento per cento rinnovabile (nel nostro caso sempre ènostra).
Verrebbe da domandarsi come mai un produttore di energia debba insistere così tanto sul fare risparmiare energia ai propri clienti e soci. Tommaso ci spiega che il motivo si nasconde dietro a una visione e scelta etica: «Non possiamo continuare a vivere sugli sprechi come abbiamo fatto negli ultimi decenni. L’umanità nella sua storia non aveva mai vissuto di sprechi».
Li abbiamo portati nel nostro stile di vita da quando le fonti fossili ci hanno permesso di essere più consumisti e spreconi: «Ora che questa breve esperienza umana di utilizzo di questa droga finirà dobbiamo ritornare a un approccio più sobrio e contenuto delle risorse della natura. Questo grazie alla tecnologia non ci porterà a vivere di stenti, ma ci regalerà un nuovo equilibrio tra fabbisogni e consumi».
INTERVENIRE SULL’ESISTENTE
La scelta della ristrutturazione porta molti vantaggi – oltre a quello di mantenere l’anima della casa originaria – che si possono misurare direttamente con l’impatto ambientale che una nuova costruzione porta con sé, a partire dal consumo di suolo. Non va dimenticato, infatti, che anche una casa costruita con materiali naturali rappresenta comunque una nuova occupazione di terreno di cui potremmo fare a meno.
«La soluzione intermedia – ci spiega Tommaso – sarebbe una demolizione e ricostruzione: questa opzione è molto spesso necessaria per ragioni statiche o economiche però, senza nulla togliere a questa scelta, crediamo che non possa essere una soluzione da proporre su larga scala. Se infatti vogliamo intervenire in maniera considerevole sul patrimonio immobiliare italiano, che necessita in maniera urgente di interventi radicali, crediamo che sia importante riuscire a trovare soluzioni che siano applicabili anche su edifici che rimangono in piedi».
«É inoltre urgente – aggiunge Tommaso – ridurre i consumi di energia delle nostre abitazioni, che sono il 30/40% della bolletta energetica italiana, e decarbonizzare il patrimonio edilizio: sappiamo quanto le fonti fossili impattino in termini di emissioni e compromettano gli obiettivi che ci siamo dati per il futuro».
CHI SCEGLIE DI FARLO
Quando chiediamo a Tommaso chi sono i clienti con qui in questi anni si è trovato a parlare di ristrutturazione, li identifica così: «Le persone che scelgono di fare questo percorso sono tutte stimolate da motivazioni etiche, perché altrimenti eviterebbero di farsi coinvolgere da un cantiere così impegnativo; tra chi ci contatta per richiedere una valutazione, molti proseguono solo se ci sono gli incentivi statali che permettono economicamente di rendere sostenibile l’investimento e hanno una ricaduta economica del lavoro fatto».
Tommaso aggiunge che «se anni fa si aspettava di avere una casa fatiscente prima di restaurala, adesso si cerca di anticipare quella che sarebbe un’attività di manutenzione obbligatoria e di farla il prima possibile nelle modalità migliori e opportune per anticipare questo vantaggio ed avere una casa più efficiente».
LA SPINTA PERSONALE
Tommaso ha da poco superato i 40 anni e ha iniziato a lavorare nel 2006 come ingegnere. Inizialmente si è avvicinato alla realtà che oggi è ènostra con un approccio volontaristico. Quando questa realtà da associazione si è trasformata in una società professionale lui è salito a bordo. Quando gli chiediamo cosa lo spinge ogni giorno a fare il lavoro che fa, ci risponde così: «Personalmente provo grande soddisfazione a essere un piccolo ingranaggio di questi meccanismi: ho sempre cercato un perché della mia esistenza».
«Ero alla ricerca di una motivazione per gli sforzi che dobbiamo affrontare quotidianamente e fortunatamente posso dire di averlo trovato nel mio ambiente lavorativo: i risultati si possono vedere e ci si porta a casa ogni volta un qualcosa di più. E non parlo di termini tecnici o energetici o numerici. Assistiamo a un allargamento delle visioni nelle persone, nelle relazioni con chi incontriamo quotidianamente, c’è un vero e proprio cambiamento in atto e questo ci fa capire che siamo sulla strada giusta: non è vero che la riconversione a un nuovo stile di vita più ecologico deve fare a pugni con la soddisfazione generale delle persone».
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