7 Apr 2022

PFAS, la denuncia dei medici per l’ambiente: “Abbiamo poca acqua e sempre più inquinata”

Scritto da: Francesco Bevilacqua

I PFAS continuano a inquinare le acque del nord-est d'Italia rendendole inutilizzabili e la politica continua a non trovare soluzioni a questo gravissimo problema. Ma forse qualcosa sta cambiando: diverse sigle che si battono per salute e ambiente sono state audite in Senato in merito a una nuova legge sul tema. Ecco cosa è emerso.

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Abbiamo già affrontato diverse volte sulla nostre pagine il tema dei PFAS, una delle maggiori tragedie nascoste italiane, una storia di avvelenamento da parte dell’industria ai danni della popolazione che prosegue impunito da decenni, in particolare nelle provincie venete.

In questo articolo potete leggere un’analisi approfondita di cosa sono i PFAS – acronimo che sta per Sostanze PerFluoroAchiliche – e dell’origine della loro diffusione nelle falde acquifere, iniziata nel lontano 1977, nonché dei fallimentari tentativi di punire i responsabili e fermare la contaminazione.

Ma ci sono importanti novità su questo tema. Si è infatti svolta martedì 29 marzo 2022 l’audizione sul Disegno di Legge n.2392 “Misure urgenti per la riduzione dell’inquinamento da sostanze poli e perfluoroalchiliche (PFAS) e per il miglioramento della qualità delle acque destinate al consumo umano”. Convocato dalla 13ª Commissione permanente (Territorio, ambiente, beni ambientali) del Senato, l’incontro aveva l’obiettivo di confrontarsi sui nuovi aspetti legislativi proposti.

Come riporta l’ISDE, associazione medici per l’ambiente, all’audizione hanno partecipato Vincenzo Cordiano, ematologo e presidente della sezione regionale del Veneto di ISDE, e Antonella Litta, Antonella Litta, referente ISDE Viterbo e referente nazionale sulla tematica dell’acqua, ma anche la coordinatrice del comitato Mamme No PFAS Michela Piccoli e Andrea Minutolo, Responsabile scientifico di Legambiente.

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Foto di Francesco Alesi tratta da Greenpeace.org

Nel corso dell’audizione in particolare è stato fatto presente che:

  • L’assunzione di acqua contaminata rappresenta un innegabile rischio per la salute di tutti e a maggior ragione per la salute dei bambini e specialmente nel periodo gestazionale a causa di sostanze che possono essere in essa contenute come PFAS (sostanze perfluoroalchiliche), pesticidi, metalli pesanti, microrganismi patogeni, tossine/microcistine, e sempre nuovi inquinanti come le microplastiche, il Bisfenolo A, farmaci ad uso umano e veterinario.
  • In ossequio al dettato Costituzionale in materia di salute e prevenzione e al principio di precauzione, come sancito dal Trattato di Maastricht dell’Unione europea, i PFAS come anche il BisfenoloA, la Microcistina-LR, devono avere, nei nuovi e prossimi provvedimenti di legge, il loro valore limite fissato in zero per le acque a uso potabile.
  • Qualora venissero riscontrati valori superiori allo zero per i PFAS, il Bisfenolo A, la Microcistina-LR, le acque in questione dovranno essere considerate come inadatte all’uso umano e si dovranno prendere tutti i provvedimenti necessari per il loro disinquinamento e protezione.

«Abbiamo bisogno di sistemi che vadano a proteggere, a risparmiare e a tutelare l’acqua e pensiamo che il PNRR debba prevedere delle risorse per la rete acquedottistica italiana. noi oggi perdiamo il 40/50% dell’acqua dalle reti alterate. Stiamo assistendo in Italia e in Europa a problematiche di siccità legate ai cambiamenti climatici. Abbiamo poca acqua e sempre più inquinata», ha denunciato Antonella Litta nel corso del suo intervento.

Qualora venissero riscontrati valori superiori allo zero per i PFAS, le acque dovranno essere considerate come inadatte all’uso umano

Al termine dell’audizione e dopo un interessante scambio di riflessioni con i senatori della Commissione, il dottor Cordiano e la dottoressa Litta hanno nuovamente auspicato che le normative già esistenti e le prossime, anche in recepimento della Nuova Direttiva Europea in materia di acque potabili, siano tali da garantire davvero una sempre maggiore tutela della salute. Nella convinzione etica e nell’obiettività scientifica che questo può essere ottenuto solo respingendo ogni tentativo di includere nuove sostanze tossiche e cancerogene, che possono essere presenti per Legge nelle acque ad uso potabile anche se entro determinati limiti.

Le ormai storiche e dolorose vicende dell’amianto, dell’arsenico, dell’atrazina, come innumerevoli altre, hanno tristemente insegnato e continuano a insegnare che per sostanze tossiche, cancerogene, mutagene e a interferenza endocrina l’unico valore che può tutelare la salute è lo zero, nelle acque e nell’ambiente.

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