La coesistenza uomo-lupo è possibile? Un centro faunistico dice di sì e spiega perché
Seguici su:
Cuneo - Il lupo è l’animale più affascinante della natura. Per sua indole elusivo e molto legato ai membri del suo branco, questo canide ci attrae da sempre. Come educatrice ambientale ho avuto occasione di approfondire la sua etologia durante la stesura dei contenuti del libro illustrato per bambini “Chi è il lupo? Io!”, illustrato da Licia Baldini e patrocinato dal Parco delle Foreste Casentinesi e anche io mi sono fatta ammaliare da questo predatore.
Proprio studiando le caratteristiche e le abitudini del lupo, ho scoperto che a Entracque esiste un piccolo paradiso per gli amanti di questo animale, il Centro Uomini e Lupi. Oltre al centro visita c’è un’area faunistica che ospita alcuni lupi che per vari motivi – o perché vittime di gravi incidenti o già nati in condizioni di cattività – non sono più in grado di vivere in natura e che sono osservabili dalle torrette d’avvistamento. Ho parlato con Stefania Rivelli, guida del centro e una delle tre titolari della cooperativa che lo gestisce, per farmi raccontare com’è nato.
Il centro Uomini e Lupi è un centro faunistico che permette a tutti di approfondire un tema interessante e non scontato, quello del lupo. Com’è nata l’idea di fondarlo?
Il centro nasce da un progetto di informazione e divulgazione sul tema del ritorno naturale del lupo dall’Appenino alle Alpi. Un’iniziativa analoga a quella realizzata in Francia, nel confinante Parc national du Mercantour, con cui l’area protetta italiana, oltre a una storica collaborazione, ha condiviso l’arrivo del predatore negli anni novanta. I versanti italiano e francese delle Alpi Marittime, insieme alle Alpi Liguri, hanno rappresentato l’anello di congiunzione per l’espansione del lupo appenninico sul resto della catena alpina.
Da qui è partita la colonizzazione delle Alpi Occidentali e man mano degli altri settori, grazie al continuo processo di “dispersione” (si tratta della principale via utilizzata dai lupi in età riproduttiva – circa 1 o 2 anni – per colonizzare nuove aree disponibili e per mantenere uno scambio genetico all’interno della popolazione, ndr), tipico della biologia del lupo. La presenza del predatore in aree dalle quali era assente da più di 150 anni necessitava di essere spiegata ai cittadini con informazioni complete, corrette e scientifiche ed è per questo che nel 2010 è stato inaugurato il Centro Uomini e Lupi di Entracque.
Chi se ne occupa?
L’accoglienza turistica viene garantita dalla Cooperativa Montagne del Mare, vincitrice del bando di gestione indetto dall’Ente Parco nel 2013; l’aspetto faunistico invece è gestito direttamente dai Guardia Parco che si occupano della manutenzione dell’area e dell’alimentazione degli animali.
Il nome stesso del centro suggerisce l’importanza di una convivenza tra lupo e uomo: secondo voi è davvero possibile?
Coesistenza: questo è lo scopo dei diversi progetti portati avanti negli anni dall’Ente. Il ritorno naturale del lupo ha sicuramente fatto parlare: come tutti i grandi predatori, a livello ecologico il lupo svolge il ruolo di equilibratore, per questo è fondamentale per preservare gli ecosistemi. Il nostro intento è gettare le basi per una coesistenza futura e cercare di garantire una conservazione a lungo termine per la specie.
Per chi con il lupo deve veramente convivere e quindi per coloro che svolgono attività in cui l’incontro con il predatore non è solo in una “favola”, sicuramente questa presenza ha complicato il lavoro, rendendo necessarie delle precauzioni. Una delle categorie sicuramente più interessata è quella degli allevatori. Negli anni sono stati studiati dei metodi di prevenzione agli attacchi al bestiame in alpeggio, come la sinergia tra un adeguato numero di cani da guardianìa, recinti elettrificati e la presenza costante in alpeggio sono i principali mezzi per limitare gli attacchi del lupo.
E questo cosa comporta?
Certamente un maggiore dispendio di energie e di risorse economiche. Ecco perché non possiamo dire che la presenza del lupo possa facilmente essere apprezzata dagli allevatori. È importante conoscere il lupo, la sua biologia, la presenza nei territori ed il suo ruolo ecologico al fine di poter perseguire una consapevolezza che permetta la coesistenza tra uomo e lupo.
Anche se non è amato dagli allevatori, il lupo colpisce e incuriosisce tantissime persone. Come mai, secondo voi, questo animale attrae così tanto i bambini? Cosa state registrando in questi anni?
Il lupo è considerata una specie totemica: simbolo di forza, coraggio e per alcune culture anche di fertilità. È una specie in parte ammirata – e in parte odiata – da sempre e da tutti. Il nostro principale pubblico sono le famiglie, ma non mancano turisti di passaggio, sia italiani che stranieri. I nostri visitatori si aspettano di vedere il lupo, molto probabilmente attratti dal fatto che è una specie elusiva, diffidente nei riguardi dell’uomo e notturna, quindi non di facile osservazione in natura.
Lavoriamo, poi, molto con le scuole: questo è fondamentale proprio per educare le nuove generazioni a non avere paura di questo animale e per farlo conoscere più da vicino. L’intento è proprio gettare le basi per una coesistenza futura e cercare di garantire una conservazione a lungo termine per la specie.
Quali progetti state portando avanti in merito al ritorno del lupo?
Attualmente è in corso il progetto Life Wolfalps EU, progetto finanziato dall’Unione Europea, che coinvolge istituzioni e partner dell’intero arco alpino proprio per favorire la coesistenza tra le attività umane e la presenza del lupo.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento