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Savona - Passeggiando per il centro di Savona, in una delle piazze più conosciute e vive, ci si imbatte in una libreria che è presente da quindici anni. A un primo sguardo poco attento potrebbe sembrare una delle tante, ma così non è. Oltre a essere un’attività commerciale, come le altre, è diventata negli anni un centro culturale della città, accogliendo al suo interno eventi di diverse associazioni, che in questi anni si sono attivate per migliorare la vita e i diritti dei cittadini savonesi.
Ma non solo: Libreria Ubik Savona da qualche anno organizza anche, oltre a presentazioni ed eventi durante tutto l’anno, un festival letterario di tre mesi. Moltissimo di tutto ciò che oggi questo luogo rappresenta, è stato possibile grazie a una persona attiva, sensibile e determinata che si chiama Stefano Milano ed è il titolare della libreria, sin dalla sua nascita nel 2007.
Quando ho chiesto a Stefano di intervistarlo per farmi raccontare questo lungo e impegnato percorso della libreria, ha passato la parola a Renata Barberis, che lo affianca da anni come volto pubblico nelle presentazioni ed eventi organizzati e direttrice artistica del festival.
I PRIMI SEMI
«I libri – mi racconta Renata – sono sempre stati importanti sia per me che per Stefano: un elemento indispensabile per comprendere la realtà, esplorare nuovi modi di vivere ed essere. Io sono una terapeutica psicosomatica, amica di Stefano da moltissimi anni: insieme abbiamo condiviso pensieri e idee su come avrebbe potuto essere la libreria prima ancora che nascesse. Fin da subito una cosa era chiara: avrebbe dovuto essere non solo un luogo di vendita, bensì uno spazio vivo, di pensieri, scambi, idee, pensieri, riflessioni. E così il progetto iniziale aveva già al suo interno una sala a disposizione per eventi, presentazioni, ma anche incontri».
Negli anni di lavoro Renata ha avuto modo di condurre convegni scientifici e, in occasioni speciali, anche presentazioni di libri. Sin all’apertura della libreria, Stefano le ha proposto di essere in prima linea per intervistare gli autori scelti, a partire da Nico Orengo, importante narratore e poeta ligure. Da allora si sono susseguiti molti altri autori e autrici nella sala interna alla libreria – tra cui, da poche settimane anche Daniel Tarozzi, direttore di Italia che Cambia. Questi eventi durante gli ultimi due anni si sono poi spostati anche online, per poter continuare a dare spunti di riflessione e visioni ancora non conosciute.
UN PRESIDIO CULTURALE
Sin dalla sua nascita la libreria ha avuto un obiettivo chiaro e definito, cioè quello di avere un ruolo attivo nello scenario culturale savonese: «Insieme a Stefano abbiamo ragionato molto a lungo e condiviso diverse riflessioni su cosa potesse essere questa libreria, sia al momento della sua nascita sia nel corso della sua storia: quale ruolo poteva avere? In che modo poteva diventare parte attiva della nostra città?»
Nata nell’area pedonale cittadina, la libreria gode di uno spazio centrale che le permette di essere ben visibile e facilmente raggiungibile. Ma è molto altro: questa libreria è sì un luogo fisico, ma si percepisce anche in maniera sottile e tuttavia evidente lo spazio mentale, psicologico e culturale che ha creato intorno a sé tra le persone che in questi anni l’hanno frequentata, visitata e supportata.
Essendo sia Renata – ma in particolar modo Stefano – parte attiva di associazioni e organizzazioni no profit del territorio, sin dall’apertura delle sue porte questo luogo è diventato una “casa delle associazioni”, in particolar modo quelle legate a temi vicini ai valori del titolare: ambiente, antifascismo, solidarietà, antirazzismo, equità. Qui queste organizzazioni sono invitate a essere protagoniste nell’organizzare e gestire direttamente eventi di sensibilizzazione verso i temi di cui si occupano, ma anche nello scegliere e segnalare autori che possano portare una nuova visione, e stimolare riflessioni su temi complessi.
UN LIBRAIO INSOLITO
Durante i lockdown, in particolar modo il primo, Stefano ha fatto la scelta di mantenere attivo un filo che potesse unire ancora i libri e i suoi lettori, nonostante le restrizioni. Come? Continuando a prendere ordini telefonicamente oppure online e consegnando i libri in moto. Elemento per nulla banale che mi ha fatto riflettere, in quanto fornisce molte informazioni sulla passione e l’amore di Stefano per ciò che fa, ma anche sul ruolo che la cultura e i libri in particolare hanno nella vita di molta gente. «Le persone amano la lettura, che è per loro qualcosa di indispensabile, soprattutto in un momento di difficoltà come quello vissuto in questi ultimi anni».
IL FESTIVAL
Come accennato prima, dalle esperienze delle singole presentazioni di autori e autrici in libreria è nata l’idea di ampliare il pubblico e il tempo a disposizione per poter approfondire le diverse tematiche ed entrare sempre più nel dettaglio. Nasce così Parole ubikate in mare, un festival letterario che dal 2009 popola ogni estate la piazza di Albissola per tre mesi, di cui Renata è la direttrice artistica, sin dalla sua prima edizione.
«Siamo molto soddisfatti del lavoro di questi anni: siamo arrivati ad avere anche 500/600 persone a serata. Abbiamo vinto un premio nel 2016, assegnatoci da La Stampa e Regione Liguria, per la sezione culturale come miglior evento dell’anno. Solitamente scegliamo un singolo autore, artista, personaggio per ogni edizione e da lì andiamo a costruire l’intero festival.
«In questi anni anni abbiamo dedicato le diverse edizioni a personaggi come Don Gallo (padrino per anni dell’evento), Carlo Pertini, Simone de Beauvoir, Peppino Impastato, Luis Sepulveda. Quest’anno sarà invece il centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, quindi sarà a lui che dedicheremo questa nuova edizione che aprirà le porte a giugno».
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