20 Apr 2022

Il giornalismo che vorrei: ecco come le notizie fanno bene (o male) alla società

Scritto da: Redazione

Dal lavoro di analisi delle 80 interviste somministrate a giornalisti italiani a una nuova indagine e una ricerca per indagare con lettori e professionisti dell’informazione come costruire e valorizzare un giornalismo più costruttivo e al servizio del bene comune e ricreare la fiducia nei lettori. Un team coordinato da Mezzopieno lavora per favorire la diffusione di un approccio positivo, equo ed etico alla narrazione giornalistica.

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Che cosa può rendere il giornalismo più utile alla società? È la domanda su cui Mezzopieno con Constructive Network, Dirittodellinformazione.it e Freelance Network Italia stanno riflettendo per promuovere il diritto all’informazione, da un lato, e valorizzare il giornalismo costruttivo tra i professionisti dell’informazione, dall’altro. L’obiettivo ultimo dell’iniziativa – a cui aderisce anche Italia Che Cambia – è far in modo che il giornalismo possa contribuire al benessere della società.

Le notizie sono una lente attraverso la quale si percepisce e si comprende il mondo circostante e svolgono un servizio all’intera comunità che va preservato. Per ampliare la riflessione, le quattro organizzazioni lanciano un’indagine dal titolo Il giornalismo che vorrei, il cui obiettivo è quindi coinvolgere lettori, fruitori di media e giornalisti in un’ampia riflessione e un confronto allargato e condiviso sul giornalismo italiano e valorizzare le forme e le fonti di giornalismo costruttivo che hanno saputo e coltivano un rapporto di fiducia con i propri utenti.

L’INDAGINE NAZIONALE

L’indagine – della durata di circa circa cinque minuti – sarà aperta fino a fine aprile per la prima fase di analisi. Per partecipare si può accedere a questo link. I risultati dell’indagine verranno presentati il 3 maggio 2022 in un evento di formazione per giornalisti in occasione della seconda edizione della Giornata dell’Informazione Costruttiva.

L’indagine “Il giornalismo che vorrei” rappresenta l’allargamento del lavoro di analisi quali-quantitativa strutturata che l’Ufficio studi del movimento Mezzopieno ha svolto sulle 80 interviste a giornalisti e giornaliste italiane della carta stampata, del web e di radio e tv ed esperti di comunicazione, ai quali è stato chiesto di riflettere sul concetto di buona notizia e sul ruolo dell’informazione in relazione alla capacità di influire sul benessere della società.

L’indagine e la ricerca sono svolti nell’ambito della campagna nazionale per la Parità di Informazione Positiva e l’impegno che da anni il movimento Mezzopieno promuove sull’informazione e sul giornalismo con l’obiettivo di restituire il ruolo di strumento a servizio della comunità e per il benessere della società.

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I RISULTATI DELLA PRIMA FASE DI RICERCA: L’ANALISI DELLE INTERVISTE SULLE “BUONE NOTIZIE”

Dalla prima fase del lavoro di analisi, condotto all’interno di una ricerca di tesi dell’Università di Padova, Corso di Laurea in Comunicazione, dalla dottoressa Rachele Dalla Vecchia sotto la supervisione della professoressa Arjuna Tuzzi, emerge come una buona notizia sia considerata non solo il racconto di un evento positivo – di un progresso, di un evento a lieto fine… – ma soprattutto una notizia ben costruita, scritta con un’attenzione metodologica, anche per il solo rispetto dei principi cardine dell’informazione.

Secondo i giornalisti intervistati quindi, la definizione di buona notizia rimanda all’idea del giornalismo costruttivo: fiducia e speranza da un lato, etica e rispetto dall’altro infatti, sono due degli elementi cardine del giornalismo costruttivo e di soluzione. I giornalisti intervistati sono concordi nell’affermare che l’informazione gioca un ruolo nel determinare il benessere della società, aiutando le persone a dare forma al mondo che le circonda.

L’88% degli intervistati ritiene che il giornalismo possa rappresentare uno strumento per aumentare la fiducia e ridurre il conflitto. Solo l’8% sostiene che sia possibile solo in parte e il 4% non ritiene che il giornalismo sia in grado di assolvere questa funzione. La riduzione del conflitto, ad esempio, secondo gli intervistati passa dal rifiuto del sensazionalismo e dal bilanciamento delle notizie positive e negative.

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PERCHÈ È IMPORTANTE VALORIZZARE IL GIORNALISMO COSTRUTTIVO

«L’informazione sta vivendo un passaggio fondamentale che la sta trasformando profondamente. È essenziale affrontare questa fase con una visione lungimirante del ruolo che essa sta ricoprendo nella determinazione delle dinamiche sociali e sul benessere della società e comprendere i nuovi modi in cui potrà continuare a svolgere questo compito in modo costruttivo e non divisivo», Luca Streri, fondatore del movimento Mezzopieno.

«La pandemia ha reso ancora più evidente il ruolo cruciale dell’informazione nei processi di formazione delle opinioni – dichiara Ruben Razzante, Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma e fondatore del portale Dirittodellinformazione.it – e dunque occorre preservare le caratteristiche fondamentali della buona informazione: l’attendibilità, il pluralismo, la neutralità, il rispetto dei diritti della persona. Il portale Dirittodellinformazione.it tratta quotidianamente questi temi con un taglio divulgativo, per favorirne la più ampia comprensione, e con spirito libero e costruttivo, per consentire ai suoi lettori di formarsi un’opinione consapevole e responsabile sui fatti d’attualità».

«Il giornalismo è necessario. Non possiamo pensare a un futuro senza informazione, ma è diventato altrettanto necessario impegnarsi per costruire una nuova relazione tra informazione e pubblico», afferma Assunta Corbo, fondatrice del Constructive Network e direttrice di News48.it. «Questo è il momento in cui ogni giornalista e professionista dell’informazione ha l’opportunità di essere di sostegno e aiuto alla comunità attraverso notizie e storie realizzate con cura e approfondimento. Con il Constructive Network, nato per divulgare il giornalismo costruttivo in Italia, stiamo lavorando in questa direzione facendo formazione ai giornalisti e aiutando le persone ad avere gli strumenti per districarsi nel flusso informativo a cui siamo tutti esposti».

La definizione di buona notizia rimanda all’idea del giornalismo costruttivo: fiducia e speranza da un lato, etica e rispetto dall’altro

«Ricostruire la comunicazione. Penso sia necessario partire da questo compito», commenta Barbara Reverberi, fondatrice Freelance Network Italia e LinkedIn Top Voice 2022. «Oggi siamo tutti creatori di contenuti, nel web come nella vita. Ogni parola, ogni gesto, ogni espressione può diventare “virale”, coinvolgere o respingere, ma sempre lascerà un segno. Noi comunicatori abbiamo l’opportunità di ricercare e restituire storie che ispirano. Notizie che propongono soluzioni e aprono la mente di chi legge. Notizie che possano trasmettere fiducia e ricostruire il dialogo tra le parti».

VERSO IL 3 MAGGIO, LA GIORNATA DELL’INFORMAZIONE COSTRUTTIVA

L’indagine fa parte di un percorso che le realtà promotrici stanno portando avanti in preparazione del 3 maggio, giorno in cui per il secondo anno verrà organizzata, da una rete di oltre 60 sigle e oltre 300 giornalisti, la Giornata Nazionale dell’Informazione Costruttiva per coinvolgere giornalisti di tutta Italia, redazioni e i media nazionali a diversi livelli in un momento di azione e sensibilizzazione sul giornalismo e sull’informazione a servizio della società.

Il 3 maggio è una data significativa, essendo il momento in cui in tutto il mondo si celebra la Giornata Internazionale della Libertà di Stampa, un’occasione per riflettere sull’importanza dei principi in difesa della libertà di parola e di informazione, del pluralismo e dell’indipendenza dei media.

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