Conflitto ucraino e altre guerre: come parlarne in maniera consapevole?
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Il 24 febbraio 2022 l’Europa e il mondo si accorgono che c’è una guerra in Ucraina. Lo scoprono in seguito all’offensiva militare iniziata dalle Forze armate della Federazione Russa. In realtà però, il conflitto ucraino – pur se concentrato in una sola zona e con modalità e numeri minori – va avanti dal 2014.
SI FA PRESTO A DIRE GUERRA
In Italia, come in molte parti dell’Occidente, lo sgomento è alle stelle e la paura di una guerra nucleare si risveglia improvvisamente. In molti cominciamo a pensare “c’è la guerra”, “siamo in guerra”. In realtà, la guerra – anzi, le guerre – purtroppo caratterizzano decine di Paesi in questo momento storico, ma sono guerre lontane che non percepiamo come “nostre”. Questa invece è LA guerra.
Subito, tra le italiche genti, accadono tre cose:
- In molti ci ricordano – giustamente – i vari conflitti che caratterizzano il nostro Pianeta
- In molti si attivano per aiutare il popolo ucraino
- In molti teorizzano che Putin sia un salvatore e il popolo ucraino fondamentalmente nazista e le colpe e le responsabilità storiche – incontestabili – della NATO diventano una sorta di giustificazione a qualunque atrocità commessa in questo momento dal governo Russo e dal suo esercito
In questo contesto così “semplice e lineare” – per usare un eufemismo –, fare il giornalista diventa davvero difficile, soprattutto se non hai la possibilità di inviare reporter in Ucraina o in Russia e se cerchi comunque di fare il tuo mestiere in modo onesto, critico, libero da pregiudizi e ideologie di sorta.
Allo stesso tempo, non trattare questo tema, questa guerra e con essa tutte le guerre, sarebbe stato surreale. Ecco quindi che abbiamo deciso di aprire un nostro filone di “inchiesta” e approfondimento su quanto sta avvenendo nell’est Europa, pur consapevoli della scarsità di mezzi, di accesso alle “verità” – volutamente al plurale – e al rischio di essere travolti negli odiosi dibattiti polarizzatori che caratterizzano il web e non solo negli ultimi due anni.
COSA STIAMO FACENDO QUINDI?
Cerchiamo di interpretare i fatti proposti dai media con la rassegna stampa commentata di Andrea Degl’Innocenti. Intervistiamo reporter e inviati che in Ucraina sono stati in questo momento, andiamo fisicamente in Ucraina insieme alle carovane per la pace, portiamo l’attenzione sulle altre guerre nel mondo, ci interroghiamo sulle conseguenze geopolitiche di quanto sta avvenendo, critichiamo le politiche energetiche del nostro governo e più in generale dell’Occidente, diamo spazio alle proposte che potrebbero innestare una vera pace, ci interroghiamo su cosa stia avvenendo in Russia, su cosa vivano i diversi popoli e su cosa possiamo fare noi, come cittadine e cittadini, per contrastare le guerre nel mondo.
Nel farlo, stiamo mettendo e metteremo particolare attenzione alle conseguenze “sistemiche” legate alle guerre: aumenti del costo del cibo e politiche “di risposta” spesso basate su logiche che aggravano il problema anziché risolverlo, aumento di gas, benzina e diesel e successiva – assurda – rincorsa a nuovi approvvigionamenti di queste risorse anziché alla costruzione di un’economia che si liberi finalmente da esse.
Non dimentichiamoci infatti che quasi tutte le guerre che coinvolgono Europa, Russia, Usa, negli ultimi decenni hanno altresì coinvolto anche Paesi chiave nella produzione o nella distribuzione di fonti fossili – si pensi a Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, solo per citarne alcuni. Il tutto, per rincorrere quei prodotti che ci porteranno probabilmente all’estinzione, provocando cambiamenti climatici e invadendo i mari di plastica.
In questo contesto desolante non si può parlare solo di guerra e di geopolitica come fossero chiacchiere “da bar”. Allo stesso tempo tuttavia, anche una “occasione” mostruosa come una guerra può diventare – quantomeno – uno stimolo per realizzare quei cambiamenti sistemici che da tanto invochiamo e che davvero oggi sarebbero alla portata di mano. Di questo e molto altro abbiamo parlato e continueremo a parlare nella nostra inchiesta.
Siamo una goccia nel mare, lo so, lo sappiamo. Una goccia nell’oceano della disinformazione di parte, ma anche della disinformazione in buona fede. Abbiamo tante domande e pochissime risposte. Ma ce la mettiamo tutta e insieme a voi possiamo costruire una comunità che sia quanto meno in grado di pensare con la propria testa, oltre tutti gli “ismi” che funestano i nostri tempi.
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