Una storia di accoglienza dalla Calabria: Irina e la piccola Sofia arrivano nel borgo di Badolato
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Catanzaro - Nei giorni scorsi a Badolato è giunta la prima famiglia dall’Ucraina, accolta e ospitata dal Comune di Badolato e dal Consiglio Italiano per i Rifugiati grazie al progetto SAI (ex Sprar). Diverse altre famiglie potranno essere ospitate sia nella piccola cittadina jonica – che da 25 anni pratica l’accoglienza e la solidarietà a migranti e profughi provenienti da tutto il mondo – sia nei paesi vicini del comprensorio inclusi nell’ambito socio-sanitario di Soverato.
Grande è stata l’emozione fin dai primi momenti di accoglienza di questa famiglia ucraina arrivata all’Aeroporto di Lamezia, dove l’Assessora alle Politiche Sociali Pia Russo e l’operatore responsabile del progetto d’accoglienza Pasquale Ermocida hanno potuto abbracciare mamma Irina e la sua piccola Sofia di 8 anni.
Per Irina e Sofia – che presto inizierà a frequentare la Scuola Primaria di Badolato – sono state già avviate tutte le procedure formali per la giusta assistenza legale, sociale e sanitaria, con relativo disbrigo delle pratiche di permesso di soggiorno temporaneo, secondo quanto previsto dalle diposizioni europee e ministeriali nazionali.
Storia straordinaria quella di Irina, che assieme alla figlia è entrata a far parte della comunità multiculturale di Badolato: dopo ben vent’anni il destino ha riportato questa donna ucraina proprio in questo borgo, che aveva avuto modo di conoscere in passato grazie a impegni di lavoro della madre, ma che mai avrebbe creduto di rivivere e abitare oggi da “profuga di guerra”.
«La nostra Badolato – ha dichiarato l’assessora Pia Russo – è sempre stata riconosciuta come il paese dell’accoglienza e anche stavolta non poteva andare diversamente. Per me è stata un’esperienza incredibile, la mia prima concreta collaborazione da Assessora alle Politiche Sociali con il CIR. Sono felice e onorata di poter dare il mio contributo, come amministratrice e come mamma, e di accogliere nel nostro paese queste persone».
«Una bambina sconosciuta – prosegue Pia Russo – che mi ha stretta così forte come fosse una figlia mi ha fatto capire il loro forte stato di bisogno e quanto la guerra abbia purtroppo cambiato repentinamente la vita a queste persone, che ci raccontano come pregavano, nel sentire le bombe vicine e gli aerei militari sorvolare sulle proprie case, affinché si allontanassero. Non oso immaginare quanta sofferenza abbiano provato. Essendo mamma percepisco però la loro paura e la loro preoccupazione».
Appena ricevuto il loro contatto, l’assessora si è subito adoperata nell’organizzare l’accoglienza e l’inserimento della famiglia nel migliore dei modi di concerto con il CIR e grazie al supporto del Sindaco Parretta: «Resta in campo la speranza che questa maledetta guerra finisca e che torni presto a regnare la pace: questo è l’augurio di tutti noi! Nel frattempo però ci siamo impegnati ad aiutare questa gente e a far sorridere questi bambini; i loro occhi mai dovrebbero vedere il male, la guerra e la distruzione».
In queste ultime settimane sono state diverse le realtà istituzionali ed associative del territorio del Basso Ionio calabrese – a partire da alcune importanti associazioni cattoliche vicine anche alla chiesa ortodossa ucraina – a ospitare famiglie e bambini orfani in parrocchie, conventi e strutture ecclesiastiche, coordinando anche diverse famiglie private manifestatesi disponibili all’accoglienza di profughi provenienti dall’Ucraina, nella speranza che questa folle e assurda guerra in cui le vere vittime sono i popoli possa al più presto terminare.
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