Yuool, la scarpa in lana che unisce la filiera tessile biellese a quella brasiliana
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Biella - Stefano Aglietta è un giovane imprenditore biellese. Possiamo dire che lo spirito imprenditoriale ce l’abbia nel sangue, grazie alla lunga tradizione di famiglia che, all’interno dell’azienda Italfil di Biella, opera in campo tessile da più di 50 anni, producendo filati pettinati in lana di alta qualità per realizzare maglieria circolare, abbigliamento sportivo, intimo e calzetteria.
Pedro invece è un imprenditore e investitore con conoscenze nel mondo calzaturiero brasiliano che arriva dalla parte opposta del mondo: il Brasile. Un imprenditore giovane e dinamico alla ricerca di tessuti di lana altamente performanti da applicare a una nicchia del mercato ancora poco esplorata: quella delle calzature.
La storia di Yuool nasce da un colpo di fortuna che ha fatto sì che un bel giorno Stefano e Pedro si incontrassero. Possiamo chiamarla sorte, caso o se preferite coincidenza: quel che è certo è che la vita a volte sa stravolgere tutti i nostri piani e farci intraprendere con stupore nuove strade inaspettate.
LA NASCITA DEL PROGETTO
Come ci ha raccontato Stefano, «la storia è iniziata nel 2018, quando Pedro bussa alla nostra porta alla ricerca di un’azienda che lo aiutasse a realizzare un tessuto di lana per scarpe. Aveva chiaramente sbagliato indirizzo, noi infatti non ci occupavamo di tessuti!». Stefano però ha visto fin da subito in quell’incontro una grande possibilità.
«Gli ho risposto che ero molto interessato al suo progetto e da quel momento abbiamo iniziato a confrontarci e lavorare insieme». Dopo fasi di studio e ricerca di materiali sostenibili, Stefano e Pedro creano Yuool, una start-up che vede come risultato di un lungo lavoro una scarpa che valorizza la lana biellese e che crea un ponte diretto tra Italia e Brasile.
YUOOL, LA SCARPA IN LANA, TERMOREGOLANTE E TRASPIRANTE
Per Pedro e Stefano Yuool significa “young urban wool” perché il marchio vuole essere un prodotto giovane, per tutti e tutte e da utilizzare in ogni stagione. La sua ideazione, come la vediamo oggi, è stata il risultato del trascorrere del tempo, perché lo studio e la prototipazione di un materiale ancora scarsamente utilizzato come la lana in ambito calzaturiero necessita di ricerca e cura.
«Insieme a tre aziende del territorio a cui siamo molto legati abbiamo realizzato il filato, lo abbiamo tinto e nobilitato». Possiamo considerare Yuool una sorta di progetto di open innovation: «I nostri soci brasiliani, essendo imprenditori nel mondo delle calzature, sanno fare molto bene le scarpe. Noi invece ci siamo occupati della parte del tessile, di cui siamo molto esperti nel biellese».
Il primo mercato di Yuool è stato il Brasile e dopo il successo ottenuto la nostra scarpa in lana si è fatta conoscere sempre più anche in Italia. «Abbiamo deciso di puntare sulla semplicità e per questo tutti i materiali che la compongono sono il più possibile sostenibili». Come abbiamo detto, protagonista indiscussa di Yuool è la lana merino, che ha innumerevoli qualità: è naturale, morbida, traspirante, termoregolante e grazie al processo di nobilitazione il tessuto diventa ancora più resiliente e confortevole. «La scarpa abbraccia il piede e lo fa sentire a casa sua», ci racconta Stefano; basta pensare che il suo peso è circa la metà di una normale calzatura e si può indossare anche senza calze. Provare per credere!
Ma non è finita qua: a fianco della lana merino è presente un altro materiale che proviene dal mondo dell’aerospaziale e che consente alla soletta, ricoperta in lana, di essere fortemente elastica e con un principio di memoria. La cordatura del tessuto permette inoltre alla scarpa di avere un’alta tenacità che la rende più durevole e le pochissime cuciture testimoniano il tentativo di renderla comoda e duratura.
Un aspetto centrale di Yuool è la capacità di valorizzare il welfare delle persone e degli animali coinvolti nella filiera produttiva, oltre che la trasparenza e la tracciabilità del processo. Per far fronte a questi aspetti il progetto è certificato Nativa Precious Fiber e garantisce il rispetto di questi valori lungo tutta la filiera produttiva: dalla fattoria che alleva le pecore fino al brand finale, attraverso una filiera equa e sostenibile sia in Italia che in Brasile.
IN UN MONDO GLOBALIZZATO LA CHIAVE È PUNTARE SULLA COLLABORAZIONE
Yuool nasce dall’unione di due filiere lontane geograficamente ma rispettose della tradizione e delle rispettive competenze. Per rendere possibile tutto ciò, ha creato una vera e propria partnership con le aziende con cui collabora, controllando direttamente ogni step della produzione e garantendo alti standard qualitativi e di sicurezza.
Possiamo dire che oggi il segreto di Yuool sia la scommessa di rimanere ancorata al territorio ma con uno sguardo che sa superare i confini. Il progetto infatti, nel suo essere aperto, fluido e capace di contaminarsi, unisce diverse competenze e personalità e a oggi conta nove soci tra Italia e Brasile.
Un aspetto centrale di Yuool è la capacità di valorizzare il welfare delle persone e degli animali coinvolti nella filiera produttiva, oltre che la trasparenza e la tracciabilità del processo
L’anima biellese poi è parte integrante di Yuool ed è la testimonianza della capacità di questa piccola provincia che ha sempre saputo creare un ponte fra tradizione e innovazione. Per Stefano il rapporto con il biellese è un elemento fortissimo: «Sono biellese figlio di imprenditori nel tessile, dalla parte sia di mia mamma che di mio padre. Negli anni passati ho studiato all’estero, poi ho lavorato come consulente a Milano. All’ inizio del 2017 sono tornato a Biella e ho iniziato a collaborare con l’azienda di famiglia Italfil, cercando di portare al suo interno tutto ciò che avevo imparato nel corso degli anni».
Come ci viene raccontato, oggi nel mercato del tessile e dei filati c’è innovazione ma non ci sono grandi spostamenti evolutivi come nel campo del tech o nel digital. Ciò è dovuto anche dal fatto che la filiera del tessile è molto lunga e ciò presuppone cambiamenti industriali più lenti. Stefano però ha da sempre guardato il mondo della lana con grande interesse e per lui la collaborazione tra aziende diventa al giorno d’oggi un aspetto centrale.
«In un mondo globalizzato dove il competitor non è più quello della porta accanto (quindi non più il biellese ma il mondo intero), le tendenze hanno spinto le aziende biellesi a parlarsi e a cercare delle soluzioni congiunte. Ho avuto una piacevole sorpresa nel tornare a Biella e vedere che ci sono tanti giovani che hanno preso in mano le aziende di famiglia, stanno collaborando e avviando progetti o prodotti innovativi insieme e questo può fare la differenza per un territorio».
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