10 Mar 2022

Wild Farm Cürnigia, la storia di “restanza” di due ragazzi che recuperano terreni incolti – Io Faccio Così #346

Scritto da: Valentina D'Amora
Video realizzato da: PAOLO CIGNINI

Wild Farm Cürnigia è un'azienda agricola 2.0 dove la produzione di ortaggi viene combinata al turismo esperienziale, sfruttando tutte le potenzialità delle Cinque Terre. Non solo coltivare, quindi, ma mettere visitatori e territorio al centro dell'esperienza. Siamo stati a Corniglia, dove abbiamo conosciuto Lorenzo e Gianpaolo, gli ideatori di questo progetto che lega agricoltura naturale e turismo responsabile.

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La Spezia - Mani nella terra, sguardo deciso e tanta voglia di fare qualcosa di concreto per il proprio territorio. Questo e molto di più è Wild Farm Cürnigia, un’azienda agricola spezzina che vuole far indossare ai borghi verde-azzurri delle Cinque Terre una nuova veste, più autentica e sincera. Quella che vi raccontiamo oggi è la storia di due ragazzi, amici da sempre, nati e cresciuti tra Corniglia e Monterosso, che hanno fatto della loro determinazione e “cocciutaggine” il proprio cavallo di battaglia.

Durante il primo lockdown Lorenzo e Gianpaolo hanno resettato tutti i programmi post-laurea e i progetti di lavoro all’estero, per scoprire che il loro desiderio più grande era proprio sotto il loro naso. Pulendo e recuperando i terreni della mamma di Lorenzo e ricostruendo i tanti muretti a secco crollati, i due amici si sono resi conto di cosa volevano davvero fare “da grandi”: togliere la polvere a quell’immagine “disneyficata” delle Cinque Terre, per destagionalizzarle e farle conoscere per la loro genuinità.

LA WILD FARM DI CORNIGLIA

«Ci abbiamo messo un anno a capire cosa volevamo fare qui», spiegano Lorenzo e Gianpaolo durante la nostra chiacchierata, che potete vedere e ascoltare nel video qui sotto. I due sottolineano anche che «quando andiamo a mettere le mani nella terra sentiamo tutta l’influenza delle nostre radici». Ed è proprio da qui è nata la voglia di attivarsi per riportare agli antichi splendori questi terreni abbandonati.

Così, a partire da ottobre 2020, dopo aver ottenuto in comodato gratuito alcuni terreni agricoli, i due ragazzi hanno iniziato a rimboccarsi le maniche. «Lo scorso anno, a giugno 2021, abbiamo avviato una campagna di crowdfunding attraverso la quale siamo riusciti ad aprire la nostra azienda agricola e ad avviare il lavoro».

Oggi nei vari appezzamenti vengono coltivati diversi ortaggi locali e sono stati ripristinati antichi uliveti dimenticati. Proprio questo slancio ha dato il nome al progetto: la wild farming, “l’agricoltura selvaggia”, è un’alternativa all’agricoltura industriale, di massa, e si occupa di ripristino di terreni incolti. In questo tipo di agricoltura vengono piantate colture autoctone in consociazione e di supporto all’ecosistema naturale, sostenendo allo stesso tempo le catene alimentari locali.

Quando andiamo a mettere le mani nella terra sentiamo tutta l’influenza delle nostre radici

«Solo due anni fa abbiamo iniziato a ripristinare questo territorio, che era completamente abbandonato, senza competenze, ma con tanta voglia di fare e di imparare». Lorenzo e Gianpaolo ci spiegano che, nonostante le resistenze iniziali degli abitanti, tutti gli appezzamenti di terra che ora fanno parte della Wild Farm sono stati offerti da anziani del paese che glieli hanno affidati gratuitamente. E al contempo sono stati anche ripristinati 300 metri quadri di muretti a secco, il tutto in circa 6/7 mesi di lavoro.

Il bello della Wild Farm è che i ragazzi si sono mossi su tutte le Cinque Terre, creando anche quello che loro chiamano un “orto dispensa”, dove i prodotti in stagione vengono raccolti e trasformati per prendere nuove forme: dalla marmellata di peperoncini al mix per pasta aglio, olio e peperoncino. «Abbiamo anche deciso di prendere qualche animale per farci compagnia e per aiutarci nel mantenimento dei terreni: ora a tenere pulite le nostre piane ci sono galline, anatre e oche e due caprette».

caprette wild farm curnigia
Le caprette della Wild Farm

«La gente di qui è diventata consapevole del nostro lavoro. All’inizio chiedevamo i terreni e, in linea con la mentalità locale, venivamo guardati con sospetto: a distanza di sei mesi, vedendoci lavorare tutti i giorni e con qualunque condizione climatica, sono proprio le persone che ora ci fermano per strada per proporci i propri terreni incolti. La mentalità delle Cinque Terre è forte, ma col tempo siamo riusciti a farci conoscere e ad apprezzare da tutti».

IL TURISMO ESPERIENZIALE

«Abbiamo in testa molti progetti e ci siamo muovendo in tante direzioni, perché non vogliamo occuparci di un unico settore», racconta Lorenzo. In questo senso la Wild Farm è 2.0, perché vuole abbinare l’agricoltura all’esperienza diretta. «Le Cinque Terre registrano tre milioni di visitatori ogni anno, per questo abbiamo pensato a un’azienda agricola differente, che combinasse la produzione al turismo. Qui è tutto compartimentato: comprendere invece la potenzialità di questo territorio significa sviluppare la capacità di toccare più ambiti contemporaneamente».

Per creare diversi pacchetti di esperienze, Lorenzo e Gianpaolo hanno selezionato alcuni professionisti del territorio, come guide escursionistiche e insegnanti di yoga, con cui condividono la stessa visione, per instaurare delle collaborazioni. «Vogliamo dare vita a un turismo nuovo, che metta il visitatore e il territorio al centro dell’esperienza».

L’obiettivo a lungo termine dei ragazzi della Wild Farm però è diventare attori rilevanti all’interno del territorio, per poter collaborare anche con il Parco Nazionale della Cinque Terre e i vari Comuni. Le loro attività vogliono anche favorire lo sviluppo sociale, portando avanti progetti educativi all’interno dell’orto didattico che hanno realizzato, per insegnare ai più piccoli il valore della stagionalità e, allo stesso tempo, della pazienza. Una dote che va coltivata e che Lorenzo e Gianpaolo hanno da vendere.

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