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Trento, Trentino Alto Adige - Spesso ragiono sulla parola disabilità e su quanto quel “dis” iniziale possa sottolineare una mancanza della persona. Poi accade che incontro realtà come quella di cui sto per parlarvi e il mio punto di vista si ribalta totalmente, affacciandosi a una serie di domande a cui spesso non ho risposta.
Perché si associa ancora la parola disabilità all’essere umano e non la si associa all’ambiente circostante? È la persona ad avere effettivamente una mancanza di abilità o è l’ambiente circostante a “togliere”? A contribuire a dissipare questi dubbi è intervenuto un progetto che mescola temi come mobilità sostenibile, diminuzione dell’impatto ambientale e, appunto, un nuovo approccio alla disabilità.
Sto parlando di Remoove, una startup che nasce a fine 2019 in provincia di Trento, precisamente ad Arco, e che risponde a tutti questi punti interrogativi dando concretezza a un mondo sempre più accessibile e alla portata di mano – o di ruote. Un mondo che non escluda nessuno, nato da un’idea di Andrea Tomasoni e di Mattia Bonanome.
Andrea ha da sempre lavorato nel mondo del management dando vita a significativi progetti in ambito finanziario, mentre Mattia è stato per lungo tempo impiegato nel settore dell’architettura e del commercio e negli ultimi anni si è appassionato e avvicinato al mondo del turismo. Il loro primo incontro avvenne durante la primavera del 2019, quando Mattia fece il suo primo giro su una bici accessibile insieme a una ragazza con disabilità. Lì si conobbero e iniziarono a parlare di turismo, inclusività e impresa e decisero di mettere in connessione le loro potenzialità e idee creative dando vita a Remoove.
La parola inclusione è il perno su cui si fonda questa giovane startup, la sua colonna portante. Promuovendo l’accessibilità con metodi e servizi che vogliono migliorare ed evolvere la mobilità, la vita sociale e il viaggio in un’ottica inclusiva e sostenibile, abbattono tutta una serie di barriere che ancora oggi creano un divario sociale tra chi utilizza un ausilio per muoversi, scoprire e partecipare alla collettività del mondo e chi no.
«La nostra azienda ha diverse anime, ci occupiamo di analisi e consulenza all’adeguamento», spiegano Andrea e Mattia «Allo stesso tempo commercializziamo, biciclette, triciclette, tandem ed affini. Tutte comunque con una particolarità: si adattano alle esigenze di quasi tutti i guidatori o passeggeri. Molto spesso la ricerca di nuovi mezzi parte proprio dalla richiesta di alcuni clienti che cercano soluzioni alle loro esigenze. È stato così per il marchio Tomcat così come per i transporter di X-Rover».
I fondatori di Remoove si distinguono anche per aver associato due ambiti che troppo spesso non vengono trattati in maniera organica, a causa di una visione ancora limitata: turismo e accessibilità. «Questa associazione non è scontata per chi guarda con occhio miope – sono sicuro che tu mi capisci. Turismo per noi è uguale accoglienza. Accoglienza è un termine che dovrebbe parlare già da sé. Essere accoglienti vuol dire occuparsi ed interessarsi di bisogni e necessità dell’altro».
Per Andrea e Mattia i turisti non sono altro che cittadini temporanei di un luogo quindi ovunque ci sia un beneficio per il cittadino ci sarà un plusvarole anche per il turista… e viceversa. «Non menziono le potenzialità di un mercato dimenticato composto da più del 20% della popolazione mondiale, del quale tutti sappiamo il valore ma al quale non si è ancora voluto dare credito», aggiungono i due.
Un mondo in cui tutti possano muoversi liberamente, senza limitazioni e vincoli, è la sfida che la startup persegue nei progetti di innovazione sociale che sceglie di sostenere
I fondatori di Remoove si rivolgono principalmente a organizzazioni, ma anche a singoli individui e lo fanno in diversi ambiti occupandosi di varie tipologie di intervento, prima fra tutte la mobilità inclusiva. Forniscono infatti mappature di aree e percorsi pubblici analizzando l’accessibilità e la fruibilità della mobilità per persone con difficoltà motorie, anziane, con disabilità e bambini, analizzano dei percorsi ciclabili per valutarne i parametri di inclusività ed organizzano eventi di formazione per sensibilizzare stakeholder, tecnici e amministratori sulle buone pratiche di mobilità ciclistica inclusiva.
Chiedo loro se è possibile coniugare accessibilità e sostenibilità. «Una è declinazione dell’altra», rispondono. «Per avere sostenibilità sociale è necessario lavorare anche sull’accessibilità. Il termine accessibile è spesso fuorviante perché generico. Accessibile per chi, per cosa? Sostenibile sottende a un ragionamento più organico. Progettazione sostenibile vuol dire che presti attenzione agli impatti ambientali, comunicativi, sociali. In che modo? Come ho descritto sopra il discorso è ampio ma noi stiamo promuovendo la transizione dal termine inclusivo al termine sostenibile».
Inoltre forniscono consulenza fiscale e finanziaria per l’acquisto di mezzi e bike speciali e organizzano servizi di noleggio di mezzi speciali per la mobilità inclusiva di cittadini e turisti, ma si occupano anche di innovazione sociale come strumento e metodo per costruire nuove esperienze, capaci di generare valore economico e sociale diffuso. Collaborano poi con associazioni del terzo settore, famiglie ed enti no profit per promuovere servizi e prodotti di mobilità inclusiva in grado di aumentare e accrescere il benessere individuale e collettivo attraverso l’inclusione sociale e l’uguaglianza.
Un altro servizio proposto da Remoove è quello di noleggio e vendita di special bike, ovvero biciclette adatte a tutti, dalle wheelchair bike alle cargo bike, fino ai tandem. Per questo ambito si affidano a marchi di punta nella produzione mondiale di mezzi speciali ed elettrici e ai migliori operatori del settore per dare a tutti la possibilità di spostarsi e vivere esperienze in bicicletta. Nel 2021 Remoove ha anche rinnovato la propria sede e inaugurato vari test center dove poter provare special bike e altri mezzi a disposizione.
Concludiamo tornando a parlare dei principi che stanno alla base del progetto: «Accessibilità inclusiva suona come un super rafforzativo. Un po’ come promuovere la bellezza bellissima: mi piace!», dice Mattia. «Per incentivare un cambiamento in questa direzione secondo noi è il tempo di allontanarsi dai tavoli della discussione e del confronto: i problemi sono così grossolani ed evidenti che dopo due anni in questo settore siamo quasi portati a lasciare perdere i dibattiti e le riflessioni, lavorando solo con chi ha veramente deciso di iniziare un percorso fatto di gesti concreti».
«Quello che incentiviamo noi è un approccio molto pragmatico: analizza lo stato di fatto della tua struttura, del tuo luogo, conosci le necessità del tuo cliente, del tuo cittadino, scopri come piccoli cambiamenti possano cambiare drasticamente la percezione e la vivibilità degli spazi e alla fine ascolta i feedback. Consapevolezza, azione e ascolto. Questa è la formula che proponiamo».
Un mondo in cui tutti possano muoversi liberamente, senza limitazioni e vincoli, è la sfida che la startup persegue nei progetti di innovazione sociale che sceglie di sostenere. Remoove pensa che un mondo inclusivo sia possibile e lo racconta anche attraverso il suo blog con news sempre aggiornate e racconti dell’evoluzione dei progetti realizzati o attualmente in corso.
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