Diritti o privilegi? La protesta nonviolenta di un professore contro il sistema di DAD e Green Pass
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Milano, Lombardia - Quando sono venuta a conoscenza delle numerose iniziative di resistenza nonviolenta attuate da alcuni professori, tra cui il professor Davide Tutino di Resistenza Radicale – azione nonviolenta, ho deciso di prendere parte ad alcune di queste ed è stato proprio entrando in contatto con gli attivisti di questo comitato di recente formazione che ho saputo del professore di filosofia, storia ed educazione civica Saverio Mauro Tassi e delle sue numerose iniziative che lui stesso definisce di “insistenza nonviolenta”.
L’ho finalmente potuto incontrare di recente, proprio davanti alla tenda che ha piantato di fronte al Liceo Scientifico Statale Albert Einstein di Milano nel quale insegna, per capire quali siano le ragioni che hanno portato questo distinto professore a portare avanti tali iniziative.
Professor Tassi, per quale motivo dorme in una tenda di fronte al Liceo nel quale insegna?
A gennaio, prima della fine delle vacanze di Natale, ho letto il testo del decreto-legge 1/22 tuttora in vigore (le regole cambieranno nuovamente, con l’ennesimo d.l., a partire dal 1° aprile, ma senza cambiare sostanzialmente le caratteristiche qui descritte che hanno generato la protesta, ndr), in particolare l’art. 4, nel quale si stabilisce che non appena in una classe – sia delle elementari, che delle medie inferiori/superiori – ci fossero stati almeno due casi di positività, gli studenti senza il Green Pass rafforzato – quindi anche coloro che avevano già fatto due vaccinazioni ma non avevano ancora fatto la terza – sarebbero stati mandati in DAD, cioè in didattica a distanza. Come dico io, sarebbero stati “conDADdati”, perché andare in DAD è una condanna e non sono io a sostenerlo, ma Draghi, il quale ha dichiarato pubblicamente che “la DAD crea disuguaglianza”. Quindi il Governo, consapevolmente, crea disuguaglianza.
Ma un conto è essere spettatori di una discriminazione, un altro è diventare possibili esecutori materiali della stessa. Perché con il suo decreto il Governo ha fatto questo: a cominciare dai dirigenti scolastici e poi tutti gli insegnanti di tutti gli istituti, li ha fatti diventare esecutori di una violazione della Costituzione. Perché la nostra Costituzione s’impernia sul principio di uguaglianza, sugli uguali diritti, in particolare e più che mai l’uguale diritto allo studio.
Cosa implica questa disparità di trattamento tra gli studenti?
Il diritto allo studio è uno dei diritti primari, perché ne va del nostro futuro, dunque è ancora più grave. E poi è ancora più grave, sempre a livello di trasgressioni della Costituzione, il fatto che gli studenti privi di Green Pass rafforzato vengano considerati “presunti colpevoli”. Presunzione di colpevolezza in assenza di onere della prova, cioè il contrario di quello che prescrive a livello giuridico la Costituzione, che è la presunzione d’innocenza.
L’attuale situazione ripristina un regime di privilegio, come durante l’Ancien Régime, non più basato sul sangue blu ma sul possesso del Green Pass rafforzato. Secondo questa documentazione burocratica sei un privilegiato oppure un disgraziato e questo non è deleterio solo per gli studenti “conDADdati”, ma anche per gli studenti privilegiati, poiché si abituano ai privilegi invece che a esercitare i loro diritti. I ragazzi vengono abituati a ignorare nei fatti la Costituzione. Da anni nella scuola sentiamo la sirena dell’educazione civica, della Costituzione, della cittadinanza attiva: ma accidenti, è la più grande ipocrisia che io abbia mai potuto riscontrare! Dove sono ora i miei colleghi che invocavano a pieni polmoni il rispetto della Costituzione?
Ha provato anche a parlare con i suoi studenti di queste questioni?
Sì: per evitare di essere esecutore di una violazione della Costituzione ho proclamato lo “sciopero bianco”, ovvero ho smesso di andare avanti nello svolgimento dei programmi ordinari e ho cominciato delle non-lezioni sulla Costituzione, in particolare sul problema: “L’art. 4 del d.l. 1/22 è costituzionale?”. Le non-lezioni sono tutte documentate e liberamente disponibili sul mio canale youtube “CineFilosofia del p.T.” (p. T. sta per “professor Tassi”, ndr). Gli studenti sono intervenuti, abbiamo fatto delle ricerche sui dati sanitari e sui principi della Costituzione, in particolare su come si affrontano e si risolvono i possibili conflitti tra i diritti.
Sento una maggioranza di adulti maturi, anziani, che non è responsabile dei giovani, dei propri figli, dei propri nipoti: è una nuova “strage degli innocenti”
Da un certo punto poi, in una classe c’è stata una rivelazione, nel senso che una ragazza sostenitrice del Green Pass è proprio sbottata dicendo: «Prof., guardi, io durante i lockdown ero sola, chiusa nella mia stanza, impazzivo, non ne potevo più: avrei fatto qualsiasi cosa pur di uscire da questa situazione!». Credo che questo spieghi molte cose, purtroppo. Un’ulteriore aggravante è che i ragazzi in età scolare corrono un rischio ridicolo di conseguenze gravi per il Covid; mentre sappiamo che la principale causa di mortalità per i giovani sono gli incidenti stradali e subito dopo i suicidi e questa situazione non ha fatto altro che incentivare questi ultimi.
Come mai ha cominciato uno sciopero della fame?
A causa di una segnalazione da parte di alcuni colleghi per il fatto che non indossassi la mascherina durante la spiegazione: c’è un bene che prevale, ovvero la comprensione dei miei studenti rispetto al rischio che si correrebbe in osservanza di precauzioni come il mantenimento delle distanze e di porte e finestre aperte e dall’anno scorso abbiamo anche i sanificatori d’aria, acquistati grazie a una proposta che io stesso avevo avanzato raccogliendo le firme di un terzo dei miei colleghi. Per protestare contro questa ennesima vessazione ho cominciato un primo sciopero della fame di 12 giorni che poi ho concluso, salvo poi riprenderlo ancora (il professor Tassi ha appena concluso il suo secondo sciopero della fame dopo 20 giorni, ndr).
È un’azione che punta a rendere visibile un’ingiustizia assumendo il danno di questa su di sé. Ma il danno maggiore che viene fatto è quello agli studenti e non solo perché è oggettivamente difficile sentire la voce di una persona che parla da lontano attraverso una mascherina, ma anche perché a entrare in gioco è anche l’espressione del volto, il labiale: tutto questo concorre ad ottenere attenzione e poi a incidere, a far comprendere, a coinvolgere. L’elemento emotivo che passa attraverso l’espressione è fondamentale.
Pensiamo anche agli alunni della scuola elementare che devono imparare la lingua italiana, l’ortografia, la dizione! Quindi anche questo provvedimento che sembra minore, in realtà danneggia gravemente l’istruzione, l’educazione, la formazione delle nuove generazioni; così ho preso la decisione di assumere il danno sulla mia persona per fare in modo di attirare l’attenzione sulla questione.
Ha attirato l’attenzione delle istituzioni?
Da quando mi sono “attendato”, devo dire che ho l’impressione di aver suscitato un po’ più di attenzione, anche se (il Ministro dell’istruzione, ndr) Patrizio Bianchi, da quasi due mesi, non risponde alle e-mail che gli abbiamo inviato come associazione Scuola Uguale x Tutti, che conta ormai più di 1450 affiliati e che promuove due petizioni contro la discriminazione degli studenti senza il Green Pass, che hanno raggiunto insieme quasi 10.000 sottoscrizioni. Lo scorso 8 febbraio ho scritto infatti un’e-mail a Bianchi a nome dell’associazione, invitandolo a un confronto pubblico sui contenuti delle nostre petizioni, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta, neanche ai numerosi solleciti che abbiamo inviato in seguito.
Si potrebbe definire “maleducazione istituzionale e costituzionale”, perché in una democrazia, un’autorità pubblica, se viene interpellata da una rappresentanza significativa della cittadinanza, deve rispondere quello che vuole, ma deve rispondere. Allora, nel momento in cui questa richiesta di confronto diventa la motivazione dell’ “attendato alla Costituzione”, come definisco questa mia “attuazione”, è chiaro che fa più breccia ed anche i miei colleghi riconoscono ora che il Ministro avrebbe almeno potuto farci rispondere dalla segretaria.
Hai provato anche a contattare le istituzioni scolastiche?
Mi sono recato all’Ufficio Scolastico Regionale per la Lombardia per chiedere se potessi parlare con la direzione. Dopo diverse ore di attesa senza alcun riscontro, mi sono recato al piano dell’ufficio della direttrice dove mi hanno informato che non c’era e non sarebbe tornata. Al che ho detto che non c’erano problemi e che sarei rimasto ad attenderla fino all’indomani. Uno dei funzionari a quel punto mi ha detto: «Ma scusi, se qualcuno entrasse a casa sua, si sedesse su una sedia e dicesse “io non me ne vado di qua, lei cosa farebbe?».
Gli ho risposto: «Ma scusate, voi considerate questo ufficio come la vostra abitazione privata?». Allora, nel tentativo di convincermi a desistere dal mio intento, hanno chiamato un altro dirigente che mi ha detto: «Noi possiamo che essere d’accordo con lei sul fatto che sia in atto una discriminazione, ma non possiamo farci nulla». Dopo circa un’ora, visto che non riusciva a convincermi, hanno chiamato i Carabinieri che mi hanno invitato a uscire.
Cosa la spinge a fare tutto questo?
La convinzione che un Governo dovrebbe avere come priorità non solo la garanzia, la tutela, ma anche la promozione, lo sviluppo, il potenziamento del diritto allo studio e quindi l’interesse per il benessere psicofisico dei giovani. Tutto il contrario di ciò che è avvenuto prima e soprattutto da due anni a questa parte. Io sento una maggioranza di adulti maturi, anziani, che non è responsabile dei giovani, dei propri figli, dei propri nipoti: è una nuova “strage degli innocenti”!
Quali sono le conseguenze di questo atteggiamento?
I dati Istat sull’aumento dei ricoveri per psicopatologie, anche gravi, e l’aumento delle ideazioni suicidarie, dei tentati suicidi e dei suicidi di bambini, adolescenti, giovani, denotano una vera e propria strage degli innocenti, perché oltretutto le giovani generazioni sono quelle che erano meno a rischio per la cosiddetta pandemia, eppure sono stati i più penalizzati. Ma è possibile che dei nonni, dei padri, possano sacrificare i loro figli e i loro nipoti? Non ha senso, sembra essersi perduto proprio il senso della vita, è questa la cosa grave.
Per non parlare delle mancate nascite: già era in corso un grandissimo calo demografico, ma dal dicembre 2020 c’è stato un crollo, che è continuato poi nel 2021, e quelle sono altrettante vittime, sono i non-nati. Perché all’allarmismo che è stato diramato che portava con sé la paura di ammalarsi gravemente o di morire, si è aggiunta la giusta previsione di un’economia a scatafascio, di contrazione dei redditi e quindi meno possibilità di mantenere dei figli.
Avete provato a creare una rete che unisca le voci del dissenso?
Una rete del dissenso esiste già: è quella del rinato e rifondato Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) di Mattei, Cacciari, Agamben e altri, che funge da coordinamento di tutte le associazioni che si stanno muovendo contro il regime sanitario che è stato imposto da due anni a questa parte. Tra queste naturalmente aderiscono Resistenza Radicale, Scuola Uguale x Tutti e tante altre associazioni. Ma ognuna agisce all’insaputa delle altre e quindi cerchiamo di fare in modo che effettivamente questo nuovo CLN riesca a coordinare e unire le voci del dissenso per dare loro più risonanza, più impatto.
Lo slogan dell’associazione Scuola Uguale x Tutti è un proverbio latino: “Gutta cavat lapidem, non vi sed saepe cadendo”, cioè “la goccia scava la roccia, non con la forza, ma non smettendo mai di sgocciolare”. Noi iscritti ci chiamiamo “gocce”: siamo convinte di aver scavato un pochino la roccia, che le gocce stiano aumentando e che tutte insieme continueremo a scavare, ma sappiamo benissimo che è un processo lento e che ci vuole tempo.
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