Neu [nòi]: il co-working in cui la condivisione cambia il volto della città
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Palermo - Quando aprì nel gennaio del 2012, a Palermo non esistevano i co-working. Quello spazio e la nuova modalità di lavoro che proponeva fece da apripista a tutti gli altri che aprirono negli anni a venire. Neu [nòi] quest’anno festeggia i dieci anni di attività e lo fa nel modo che da sempre caratterizza il suo stile: con tante opportunità di crescita per la città e i suoi abitanti.
Michelangelo Pavia e Beppe Castellucci sono i fondatori di Neu [nòi]; prima di conoscersi ognuno aveva il proprio ufficio e i due si occupavano rispettivamente di architettura e di ingegneria. Nella pausa caffè si incontravano nel cortile comune e così giorno dopo giorno hanno imparato a conoscersi, sognando di progettare un nuovo modo di lavorare.
LA FONDAZIONE
Poi un giorno hanno deciso di farlo davvero e così hanno abbattuto fisicamente un muro e dato vita a Neu [nòi]. Il nome nasce da un ipotetico incontro tra un tedesco e un italiano: ognuno della sua lingua dice “noi” e all’incomprensione si sostituisce la fusione delle due parole, dando vita a “Nuovi noi”.
Michelangelo Pavia è milanese e nel 2010 si trasferisce a Palermo per ragioni puramente economiche: «La prima volta che sono arrivato in città c’era questo cielo blu e una luce bellissima che illuminava tutto – racconta –, il costo della vita era molto basso e poi non c’era l’offerta culturale che c’era a Milano. Sono convinto che sia più facile fare delle cose dove non c’è nulla, dove c’è sete di novità. Così dopo un viaggio di piacere sull’Isola ho deciso di trasferirmi a Palermo».
Nello statuto di Neu [nòi] c’è scritto di che i soci si impegnano a svolgere attività gratuite per partecipare alla crescita culturale e civica della città. Così negli anni si sono trovati coinvolti in diversi processi, come quello che ha interessato la Favorita o quello relativo alla pedonalizzazione del centro storico.
LE ATTIVITÀ
Tanti gli strumenti messi a disposizione di tutti gratuitamente; uno dei più conosciuti in città è Sementor, il ciclo di incontri annuale che mette a disposizione saperi e professionisti per l’avvio di impresa. Quest’anno Sementor sarà dedicato al bando Resto al Sud ed è in partenza. Tutte le azioni che sono state intraprese in questi anni non hanno avuto alcun tipo di finanziamento – tranne Zero, la biblioteca delle cose che dentro Neu [nòi] ha una delle sue sedi, la seconda è booq.
Negli anni lo spazio è cambiato e anche i lavoratori che lo frequentano: «All’inizio avevamo solo una tipologia di abbonamento, quella canonica con postazione assegnata e spazio di archiviazione personale», racconta Michelangelo. «Poi nel tempo abbiamo capito che la gente voleva altro così a quella modalità abbiamo affiancato quella flex, con una sorta di abbonamento in biblioteca; poi c’è l’abbonamento giornaliero. C’è libero accesso alla cucina e alla sala riunioni, c’è un regolamento e tutti sono informati delle possibilità che hanno entrando a far parte della nostra squadra».
Da qualche anno anche a Palermo sono arrivati i nomadi digitali, che da Neu [nòi] si trovano molto bene «Abbiamo avuto gente proveniente da tutto il mondo, ma ci sono anche quelli che hanno scelto il Sud per lavorare. Con la pandemia si sono anche aggiunti i lavoratori in smart working, che non potevano frequentare il loro ufficio e a casa, non essendo attrezzati, non riuscivano a trovare la serenità giusta per lavorare. Insomma, negli anni abbiamo accolto non sono solo i liberi professionisti, ma le più svariate categorie lavorative. In questa compagine sono nate spesso sinergie tra i co-worker, collaborazioni e anche nuovi progetti e nuove idee».
«Io stesso in questi dieci anni ho imparato tante cose – continua Michelangelo – perché se c’è un problema o un dubbio ci si aiuta a vicenda e si cresce nelle proprie competenze. Io adesso lavoro pochissimo come architetto, ma sono diventato un consulente per le imprese, la mia professione si è evoluta insieme alle mie competenze». Per i dieci anni di Neu [nòi] il regalo hanno voluto farlo loro a Palermo, con dieci azioni – una al mese – che portano valore aggiunto allo spazio, ma anche a tutta la città.
LE AZIONI
La prima azione è stata quella di allargare l’associazione a più soci – ora sono dodici –, con una nuova squadra di persone pronta a prendersi cura del territorio. La seconda azione riguarda il co-working che si amplia: è la seconda volta da quando sono nati che abbattono muri, la prima per dare vita al co-working stesso e, adesso, per dotarlo di nuove postazioni, ma anche nuovi spazi di condivisione, soprattutto dedicati alla formazione. La terza azione è Sementor, che giunge così alla decima edizione.
Karasciò è la quarta azione: si tratta di un nuovo collettivo di professionisti al servizio delle piccole imprese che offre tanti servizi. La quinta azione sono una serie di mostre fotografiche dedicate al tema del lavoro a Palermo. La sesta azione riguarda Zero, la biblioteca delle cose dove è possibile prendere oggetti in prestito, che quest’anno si allarga con nuove cose e attrezzi.
Il nome nasce da un ipotetico incontro tra un tedesco e un italiano: ognuno della sua lingua dice “noi” e all’incomprensione si sostituisce la fusione delle due parole, dando vita a “Nuovi noi”
Settima azione è la nuova biblioteca con titoli sull’innovazione, dove sarà possibile prendere in prestito i libri capaci di mostrare punti di vista diversi sul mondo. L’ottava è Mercoledù, un calendario di serate educative con un approccio informale e spensierato su un tema specifico. Penultima azione è il Book club: ogni mese un libro da leggere insieme per poi trovarsi a discuterne. Decima e ultima azione è la ScuolaFuoriNorma, che prevede corsi, workshop e seminari votati allo sviluppo del pensiero creativo, con un approccio al contempo pratico e filosofico.
Quando chiediamo cosa si augura Michelangelo per Neu [nòi] tra dieci anni, risponde così: «Per i prossimi dieci anni di Neu [nòi] mi auguro che non dovrai intervistare me o Beppe. Mi auguro che si abbatta un altro tabù, che il nostro modello venga adottato dalle istituzioni locali e che entrando in luoghi come il nostro si possano vedere dipendenti pubblici e privati insieme, magari facendo nascere belle collaborazioni per migliorare la città. Poi sogno un giardino o ancora meglio un bosco, vorrei che in città ce ne fossero tanti».
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