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Anche quest’anno, come avviene ormai dal 2005, la redazione di Caterpillar, Radio 2 e Rai per il sociale lanciano M’illumino di meno, la giornata dedicata al risparmio energetico, che si celebra proprio oggi. “Il silenzio energetico simbolico, quel semplice gesto di spegnimento della luce che decine di migliaia di individui, istituzioni, associazioni, negozi hanno messo in pratica in questi 18 anni di campagna, è stato accompagnato negli ultimi anni da altre azioni che contribuiscono a una radicale transizione energetica”, scrivono gli organizzatori richiamando la duplice finalità dell’iniziativa.
Da un lato infatti, M’illumino di meno vuole sensibilizzare i milioni di italiani che ancora oggi non conoscono i dettagli della situazione energetica del loro paese – argomento drammaticamente attuale, poiché toccato da molto vicino dalla guerra in Ucraina – né sono consapevoli della necessità di cambiare rotta. Dall’altro lato, si vuole appunto favorire comportamenti virtuosi che incidano realmente.
La domanda che molte persone si fanno quando sentono parlare di M’illumino di meno e di altre iniziative simili è: “Ma serve davvero?”. Personalmente ritengo che tutto ciò che ha la capacità di portare all’attenzione del grande pubblico problemi di cui si parla troppo poco abbia una sua utilità. Naturalmente bisogna stare molto attenti a inquadrare bene tali problemi, senza proporre soluzioni inutili o addirittura dannose – penso ad esempio ai biomateriali con cui si propone spesso di sostituire la plastica, bypassando il vero nodo della questione, ovvero l’usa-e-getta.
Dal punto di vista pratico, l’incidenza dipende naturalmente dalla portata e dalla durata delle azioni che ci si impegna a compiere. M’illumino di meno propone quattro opzioni:
- Spegnere: le luci di casa, l’insegna del negozio, la piazza del paese…
- Pedalare: per 1, 10, 100… 2022 km
- Rinverdire: il balcone, l’aiuola, il giardino della scuola…
- Migliorare: con l’efficientamento energetico, il riuso e il riciclo, l’auto elettrica e il pedibus…
Qualche ora di buio genererebbe un risparmio energetico abbastanza contenuto, mentre avrebbe certamente un impatto diverso cambiare gestore e passare a uno che fornisca energia rinnovabile, pulita e certificata, proprio come abbiamo proposto in occasione della campagna Cambia la tua energia lanciata tempo fa. È lapalissiano che pedalare per 10 chilometri ed evitare di percorrerli in auto avrà un impatto abbastanza contenuto, mentre attuare in modo permanente soluzioni come il bike to work consentirebbe un abbattimento di emissioni più consistente.
Le iniziative nell’ambito di M’illumino di meno sono diverse. Ad esempio, Caterpillar e Rai Radio2 con Rai per il Sociale fanno la loro parte per salvare il pianeta coinvolgendo il pubblico radiofonico nella creazione del primo bosco diffuso di M’illumino di Meno, grazie alla collaborazione con l’Arma dei Carabinieri: in particolare attraverso il progetto Un albero per il futuro gestito dal Raggruppamento Carabinieri Biodiversità, che prevede di piantare 50.000 alberi in dieci anni “con l’obiettivo di creare un bosco diffuso in tutta Italia, fatto di piccoli alberi di specie autoctone che cresceranno con noi accompagnandoci in un percorso che aumenti la qualità ambientale”.
Vi piace questa idea? Non limitatevi a contemplarla un giorno all’anno aderendo solamente alla call di M’illumino di meno! L’Ashoka Fellow Federico Garcea ad esempio ha lanciato già da diversi anni Treedom, la piattaforma di e-commerce che consente a chiunque di piantare alberi in diversi paesi in tutto il mondo, ricevendo anche un’immagine degli alberi piantati insieme alle loro coordinate GPS e un aggiornamento sulla crescita dell’albero.
Qualche ora di buio genererebbe un risparmio energetico abbastanza contenuto, mentre avrebbe certamente un impatto diverso cambiare gestore e passare a uno che fornisca energia rinnovabile, pulita e certificata
Naturalmente, come tutte le azioni, anche una buona pratica come piantare alberi va fatta in maniera consapevole e ragionata, come abbiamo avuto modo di spiegare in questo articolo che contiene anche alcune riflessioni del neurobiologo vegetale Stefano Mancuso, che insieme all’ultraciclista Paola Gianotti sarà uno dei due testimonial dell’edizione 2022 di M’illumino di meno, la prima nella veste di testimonial attiva della bici e il secondo quale promotore delle piante come strumenti gentili per compiere la transizione ecologica.
Ho detto transizione ecologica? Già, ma attenzione, perché questo termine negli ultimi tempi è stato troppo spesso vuotato del suo significato e usato come foglia di fico per nascondere politiche decisamente poco ecologiche. Per farvi un’idea vi invitiamo a leggere e ascoltare alcune riflessioni sul tema proposte sulle nostre pagine da Andrea Degl’Innocenti, dal presidente di FederTrek Paolo Piacentini e da alcune fra le principali associazioni ambientaliste italiane, oltre alla cronaca recente del confronto fra gli attivisti e le attiviste di Extnction Rebellion e il Ministro Cingolani.
Che dire dunque in conclusione? Aderiamo o non aderiamo alla chiamata all’azione di M’illumino di meno? Personalmente rispondo sì, aderiamo. Basta che questo non sia un palliativo utile solamente alla nostra coscienza, ma al contrario rappresenti il primo passo in un percorso di responsabilizzazione e azioni concrete capaci di rendere il nostro stile di vita realmente sostenibile non uno ma 365 giorni all’anno.
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