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Torino, Vercelli - Oggi è il 25 marzo, giornata di sciopero globale per il clima. Mentre state leggendo questo articolo le strade e le piazze delle nostre città si stanno riempiendo di giovani, attivisti, studenti, insegnanti che da più di due anni ormai protestano contro i grandi problemi del nostro tempo, dall’indifferenza della politica verso le questioni ambientali alle soglie dell’inquinamento che superano reiteratamente l’asticella, dal greenwashing delle grandi aziende a un concetto di “transizione energetica” ancora troppo legata alle risorse fossili.
Proprio oggi, mentre migliaia di giovani e adulti protestano nelle nostre città, gli effetti del cambiamento climatico, di quel “clima impazzito” come molti lo definiscono, sono sempre più visibili. E non dobbiamo andare neanche troppo lontano: in Piemonte, ad esempio, la carenza prolungata di piogge ha portato fiumi e laghi a dimezzare la propria portata di acqua, testimoniando gli effetti della siccità. In questi 100 giorni sul Piemonte sono caduti 29 mm medi di pioggia e/o neve contro una norma climatica del periodo che si assesta sui 155 mm.
IL LAGO DI CERESOLE È RIMASTO SENZA ACQUA
Un esempio emblematico che sta facendo il giro del web è illustrato dalle foto impressionanti che mostrano il Lago di Ceresole Reale, situato nel Parco del Gran Paradiso, completamente arido. Il suo normale volume è di circa 34 milioni di metri cubi di acqua, ma oggi quello che vediamo è una distesa di sabbia e terra secca.
Alcuni lo hanno associato a un deserto, altri a un paesaggio lunare: quello che è certo è che l’assenza di pioggia ha svuotato laghi e fiumi, mettendo in crisi diverse centrali idroelettriche. Lo bacino del Lago di Ceresole infatti, normalmente convoglia acqua destinata alla produzione di energia idroelettrica, ma l’aspetto ancora più critico e allarmante è che le stesse montagne alpine localizzate sopra al lago sono completamente svuotate dalle neve.
Come riportato da Arpa Piemonte il 18 marzo scorso, «in totale in questi 100 giorni sul Piemonte sono caduti 29 mm medi di pioggia e/o neve contro una norma climatica del periodo che si assesta sui 155 mm: questa mancanza di precipitazioni rappresenta un deficit importante di circa l’82% rispetto alla norma climatica degli ultimi trent’ anni».
L’acqua diventerà sempre di più un bene di lusso, della cui accessibilità non ci sarà nessuna certezza
Arpa aggiunge anche che, al momento, non si tratta di un record assoluto per la regione. «Analizzando però i dati degli ultimi 65 anni, quello attuale è un periodo siccitoso molto vicino ai massimi storici dell’inverno 1980-1981 e soprattutto della stagione 1999-2000, quando non si videro né nevicate né pioggia degne di nota per 137 giorni consecutivi (dall’11 dicembre al 27 marzo)».
I COMUNI E LE ORDINANZE ANTI SPRECO
In Valsesia alcuni Comuni hanno emesso delle restrizioni per l’utilizzo dell’acqua: si tratta di ordinanze risultanti dal periodo di forte siccità, che ha notevolmente impoverito le risorse idriche delle sorgenti locali e di conseguenza i serbatoi degli acquedotti comunali. Così la popolazione è stata invitata a utilizzare in maniera oculata le risorse idriche evitando inutili sprechi, con la conseguenza di incorrere in sanzioni in caso di trasgressione.
Tra i Comuni che hanno emesso le ordinanze ci sono il Comune di Varallo, il Comune di Valdilana e una decina di altri Comuni della Valsesia, Valsessera e Valdilana. L’allarme è stato lanciato da Codar Valsesia, società che si occupa della gestione del Servizio Idrico Integrato in 33 comuni ubicati nelle province di Biella e di Vercelli. Come ha comunicato l’azienda, «la costante e continua diminuzione delle riserve idriche sta determinando gravi difficoltà a garantire il regolare servizio di acquedotto». Ha inoltre segnalato che «anche a fronte delle previsioni meteo non favorevoli alla risoluzione delle criticità, nei prossimi giorni si potranno verificare interruzioni del servizio».
SETE DI GIUSTIZIA CLIMATICA
Martedì 22 marzo si è celebrata la Giornata Mondiale dell’Acqua ma, soprattutto quest’anno, siamo sempre più consapevoli che c’è poco da festeggiare. Come riportato da Ansa, «nei fiumi il caso limite è quello del Sangone, la cui portata a Torino è scesa al 4%, mentre nel Bormida, a Cassine (Alessandria), resta il 5%. È quasi un rigagnolo anche il Po: a Torino ha perso il 70%; più a valle, a San Sebastiano, manca l’82% di acqua e a Isola S.Antonio, nella pianura alessandrina, il deficit è del 69%».
Così l’incremento delle temperature e l’aumento dei periodi che vedono un’assenza prolungata di pioggia stanno determinando conseguenti impatti sulla disponibilità di risorsa idrica e risvolti negativi sull’attività produttiva in campo agricolo, energetico e ambientale.
Come riportano gli attivisti di Fridays for Future Torino sulla loro pagina Facebook, «nel prossimo futuro dovremo abituarci a questa normalità fatta di siccità e l’acqua diventerà sempre di più un bene di lusso, della cui accessibilità non ci sarà nessuna certezza. Se vogliamo cambiare le cose abbiamo pochissimo tempo».
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