18 Mar 2022

Il Filo di Paglia: che effetti ha la crisi energetica su una struttura costruita in bioedilizia?

Scritto da: Davide Artusi

Il Filo di Paglia è un agriturismo situato nel paesino di Pavareto, nel primo entroterra ligure. I proprietari Marco e Francesca, insieme ai loro figli, spinti dall’amore e dal rispetto per l’ambiente hanno dato vita alla prima casa di paglia della Liguria e hanno preso dei provvedimenti per rendere la loro azienda il più ecosostenibile possibile. Ci siamo fatti raccontare questa scelta ecologica, soprattutto in relazione ai rincari della bollette e delle materie prime dovute all'attuale situazione internazionale.

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La Spezia - Il Filo di Paglia è un agriturismo situato nella bellissima Val di Vara, in un piccolo paese del Comune di Carro in Liguria che si chiama Pavareto. Marco e Francesca, insieme ai loro tre figli Simone, Sergio e Paolo, hanno deciso di trasferirsi in campagna, nell’antica casa dei nonni, in una zona del tutto immersa nel verde. I ritmi lavorativi del ristorante sul mare che gestivano li stavano esaurendo. Tuttavia anche cambiando luogo, le cose non sono mutate e la famiglia si è accorta di essere iperattiva di natura. È così che nasce Il Filo di Paglia.

La casa di Marco e Francesca è la prima casa in paglia della Liguria. Quella dei due coniugi è stata una scelta ecologica, spinta dal grande amore e dal rispetto che i due nutrono per l’ambiente. Dal punto di vista dell’ecosostenibilità sono stati presi anche altri provvedimenti, come ad esempio l’uso di pannelli fotovoltaici, la termocucina  a legna per cucinare, il recupero di acque piovane per i sanitari e così via.

Il Filo di Paglia non è nuovo ai lettori di Italia che Cambia: qui potete trovare un approfondimento che abbiamo dedicato al progetto. Dopo circa un anno e mezzo ritorniamo a parlarvene, focalizzandoci sul tema della bioedilizia e del rincaro delle bollette dell’ultimo periodo, di cui abbiamo discusso con Simone, il più grande tra i figli di Marco e Francesca.

Il filo di paglia
Come sta procedendo Il Filo di Paglia?

L’agriturismo sta procedendo molto bene. Si sta consolidando sempre più la parte dell’azienda legata al ciclo del formaggio naturale e al latte crudo senza aggiunta di innesti industriali. Ricordo che noi alleviamo le vacche cabannine, razza autoctona ligure, prima in via di estinzione a causa della poca produttività e ora Presidio Slow Food. Vitelli, mucche e tori vivono in promiscuità e si nutrono di sola erba e fieno secco.

Avete risentito della pandemia?

Per quella che è la nostra esperienza, gli ultimi due anni di pandemia hanno “migliorato” i nostri clienti, grazie anche forse al parallelo miglioramento della nostra comunicazione. Nel nostro agriturismo arrivano persone sempre più consapevoli di quello che cercano, che trovano quello che si aspettano. Hanno bisogno di rigenerarsi nella natura, di buon cibo, di autenticità, di relazioni a cuore aperto, di rispetto. E qui li aspetta tutto questo. Godono anche dei servizi professionali che offriamo, dalle camere alla cucina, dai vini naturali ai massaggi TuiNa (un particolare tipo di massaggio cinese).

Cosa ne pensate della bioedilizia e dei materiali che vengono utilizzati? Siete contenti della scelta di costruire la vostra casa in paglia?

La bioedilizia è una scelta sicuramente intelligente sia per il portafoglio che per il pianeta. Anche all’interno di questo settore c’è da aprire un capitolo a parte riguardo ai materiali utilizzati. Anche se è vero che molti materiali plastici garantiscono un’ottima efficienza energetica, dall’altro lato non permettono una buona traspirabilità dell’edificio e sono di difficile smaltimento a fine vita.

È probabile che, anche grazie alla crisi energetica, si diffonderà sempre più la messa in discussione del modello capitalistico così come lo conosciamo, quantomeno in una parte della popolazione

Noi abbiamo optato per soli materiali naturali – paglia, argilla, calce naturale, legno massello – proprio per impattare il meno possibile sul pianeta. Siamo molto contenti sia per l’efficienza energetica che per la traspirabilità: c’è assenza totale di umidità durante tutto l’anno.

Anche per quanto riguarda il riscaldamento avete optato per una scelta più “ecologica”?

Certamente! La Casa di Paglia, composta da quattro camere doppie, un appartamento da sei persone, una sala da pranzo e una soffitta, viene scaldata da una termocucina collegata a un puffer da 1000 litri, a sua volta collegato ai caloriferi. Mentre si fa da mangiare con la stufa a legna si scalda l’acqua del puffer (una sorta di grande boiler). Anche l’acqua calda delle docce viene prodotta nello stesso modo.

La sala da pranzo non ha i caloriferi e in caso di bisogno viene addizionalmente scaldata da una stufetta a legna. La Villa Coloniale – che è composta da tre doppie, un open space e due appartamenti da 70 metri – viene invece riscaldata da due pannelli solari e da una termostufa a legna che scalda un puffer di 500 litri. Per quanto riguarda il fabbisogno energetico siamo quasi autosufficienti grazie ai numerosi pannelli fotovoltaici posizionati sul tetto.

Il filo di paglia 3 1
La scelta della bioedilizia è stata vincente?

Sì, quella della bioedilizia è stata sicuramente una scelta vincente. Arrivano bollette salate anche a noi – facciamo lo scambio di energia con la rete elettrica, quindi vendiamo e compriamo – e abbiamo notato un rincaro della corrente di circa tre volte rispetto allo scorso anno. Se non tamponassimo con la vendita dell’energia e con i metodi sopra descritti avremmo sicuramente bollette da capogiro!

La guerra in Ucraina ha portato, oltre alle numerose atrocità a cui ormai quotidianamente stiamo assistendo, un’accelerazione negli aumenti delle bollette, della benzina e in generale di molte materie prime. Cosa ne pensate?

Questi aspetti si inseriscono in un contesto di destabilizzazione e crisi valoriale più grande, direi epocale. Non si hanno più i punti di riferimento del passato – il padre di famiglia, il capo dell’azienda, la Chiesa, lo Stato, le autorità politiche e giuridiche, i giornali – e non si capisce più di chi fidarsi. È probabile che, anche grazie alla crisi energetica, si diffonderà sempre più la messa in discussione del modello capitalistico così come lo conosciamo, quantomeno in una parte della popolazione.

Questa “messa in discussione del modello capitalistico” che conseguenze potrà avere?

Le persone saranno spinte a cercare risposte in contesti nuovi, che prima non venivano contemplati. La speranza è che, come con il Coronavirus nel nostro specifico caso, questa situazione possa portare a nuove consapevolezze. Penso a un maggiore spazio per microcomunità basate su economia cooperativa, che aspirino ad autosufficienza alimentare ed energetica, rapporti autentici fra le persone, una relazione sana con la natura, valorizzazione dei talenti salvaguardia di ogni minoranza e, infine, cambiamento del modello educativo dei bambini, adattandolo ai tempi moderni e al rispetto per le persone e la natura.

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