Carola Farci, la professoressa che gira l’Europa in cerca di spiagge da pulire
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«Mi sono resa conto, giorno dopo giorno e anno dopo anno, che il mare è sempre più inquinato e ho notato che quella mezz’ora o quell’ora che dedicavo quotidianamente a ripulire il mare di Cagliari non mi bastava più». Sono queste le parole di Carola Farci, ragazza sarda di 32 anni che da cinque mesi ha deciso di girare le spiagge e i sentieri d’Europa raccogliendo rifiuti, accompagnata dal suo fido compagno Polly, un Labrador di tre anni. Terzo componente del viaggio è la sua “polpomobile”, una piccola auto di colore bianco decorata con disegni marini.
«Di professione faccio l’insegnante in un liceo alberghiero di Cagliari – continua Carola – dove insegno storia e italiano. Mi sono presa un anno sabatico non retribuito per poter intraprendere questo viaggio che mi piacerebbe durasse fino ad agosto, visto che dal primo settembre dovrò rientrare a scuola. La mia idea è quella di utilizzare tutto il materiale che sto ricavando giorno dopo giorno per creare delle sessioni per gli studenti, cercando di sensibilizzare il più possibile al tema della plastica».
«Il 17 ottobre sono partita da Cagliari – riprende Carola – e sono arrivata a Napoli, ho attraversato il Sud Italia, poi ho raggiunto la Grecia, la Turchia, la Bulgaria, la Macedonia e il Kosovo. Ora mi trovo in Albania. Non pensavo che il Mediterraneo potesse essere così inquinato. Ormai sono arrivata alle due tonnellate di rifiuti raccolti e ho avuto modo di vedere delle spiagge che rendono davvero bene l’idea di ciò che stiamo facendo a questo pianeta, di come lo stiamo maltrattando».
Per pulire le spiagge, l’eco-professoressa ha portato con sé delle buste, dei guanti, una piccola rete per pescare e delle grandi pinze per raccogliere i rifiuti. «Quando non sono in una zona costiera – aggiunge Carola – cerco di ripulire i fiumi. Il mio obiettivo è di fare una raccolta ogni giorno. Quando sono passata dalla Bulgaria all’Albania, spiagge non ne ho trovate, quindi mi sono dedicata proprio ai fiumi, tenendo conto che l’80%, se non anche il 90% dei rifiuti che sono in mare, sono stati portati dai corsi d’acqua».
Carola si sta creando il suo itinerario in base a chi la ospita durante il viaggio, per questo motivo non ha idea di dove si potrà trovare tra una decina di giorni o quale sarà con precisione la sua prossima tappa. La nostra avventuriera fa affidamento su applicazioni come Workaway, che offre alloggio in cambio di lavoro, in modo tale da potersi spostare da luogo a luogo senza spendere cifre troppo cospicue.
Ormai sono arrivata alle due tonnellate di rifiuti raccolti e ho avuto modo di vedere delle spiagge che rendono davvero bene l’idea di ciò che stiamo facendo a questo pianeta, di come lo stiamo maltrattando
«Per questo progetto di salvaguardia delle spiagge – ci racconta Carola – mi attengo alle regole del luogo. In Italia differenziavo la spazzatura che raccoglievo e la lasciavano nei vari mastelli, in Grecia invece c’erano i cassonetti della differenziata. Purtroppo in molti posti della Turchia, della Bulgaria, del Kosovo e dell’Albania non esiste proprio la differenziata, dunque non si può dividere la spazzatura. Alle volte mi è capitato di raccogliere settanta, ottanta o addirittura quasi un centinaio di chili di sporcizia, in questi casi sono stata fortunatamente aiutata da chi mi ospitava, facendo arrivare un pickup che ha trasportato il carico all’isola ecologica più vicina».
Questo viaggio ecologico può essere supportato seguendo Carola sui social, in particolare la sua pagina Instagram ecoprof.travel, e spargendo la voce: «Sensibilizzare a queste tematiche ambientali è il mio obiettivo principale», conclude la professoressa.
Purtroppo a causa della guerra in Ucraina e dell’aumento del prezzo della benzina non è detto che Carola riesca a continuare il viaggio fino a fine agosto, dovendo dunque rientrare prima in Italia. L’obiettivo rimane comunque quello di girare la costa dei Balcani e dell’Adriatico. La nostra professoressa ci tiene infine a sottolineare che non è necessario prendersi un anno sabatico per pulire le spiagge e aiutare l’ambiente in cui viviamo; basterebbe dedicare una mezz’ora della propria giornata, facendo una passeggiata nei pressi di un fiume o sulla riva del mare, raccogliendo ciò che si trova.
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