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Alessandria - Il Cammino del PiemonteSud. Un nome semplice che vuole rievocare il passaggio di tutte le culture che nei tempi andati hanno popolato il versante nord dell’Appennino e una rete di sentieri che intreccia i territori di oggi e li valorizza. Servono scarpe buone oppure due ruote gonfie: questo cammino collega a piedi e in mountain-bike tutte le aree protette che si trovano sotto l’ala dell’ente di gestione della parte meridionale dell’appennino piemontese.
Un’idea nata dopo il lockdown e che vuole superare il campanilismo e liberarsi dal forte individualismo che questo territorio ha vissuto negli anni. E già lo slancio a fare rete è la prima nota di colore del progetto.
PIEMONTESUD, UN CAMMINO CHE COINVOLGE TUTTI I SENSI
Il Cammino PiemonteSud sarà lanciato in primavera e invita il pellegrino a godersi il paesaggio senza correre, camminando lentamente e ristorandosi con i silenzi dei boschi. E avrà un passaporto su cui sarà possibile timbrare le tappe, proprio come quello di Santiago.
L’itinerario prevederà, poi, diversi “anelli di conoscenza del territorio”, affidati alle amministrazioni locali, ad associazioni, aziende e a chiunque voglia entrare in relazione con le persone che partecipano al cammino, con l’intento di mostrare ai gitanti tutte le peculiarità della propria terra.
Anche la definizione dell’intero percorso è in progress e sarà ultimata strada facendo, in collaborazione con il CAI, come già accaduto in altri cammini. Le prime 15 tappe però sono pronte: l’itinerario dell’alta val Borbera, dalle Capanne di Cosola sino alla riserva di Spigno, è completo. «Oltre alle tracce GPS, il Cammino del PiemonteSud offrirà ai camminatori i podcast di sentiero», spiega Francesco Arecco, consigliere dell’Ente di gestione delle aree protette dell’appennino piemontese.
«Abbiamo coinvolto esperti in ambito naturalistico, un micologo e un botanico, passando per il naturalista dell’avifauna, dell’ungulato o del lupo, molto presente su tutto l’Appennino». Non mancheranno poi approfondimenti culturali: «Abbiamo recuperato aneddoti e testimonianze che fanno parte della memoria storica di queste terre e registrato spiegazioni di architetti che illustrano i numerosi reperti archeologici e santuari che costellano l’area».
Un nome semplice che vuole rievocare il passaggio di tutte le culture che nei tempi andati hanno popolato il versante nord dell’Appennino e una rete di sentieri che intreccia i territori di oggi e li valorizza
Si può quindi scegliere di camminare avvolti dal silenzio della natura oppure di percorrere i tratti insieme a qualcuno che ci porta per mano, passo passo, e che ci fa immergere nella cultura di questo territorio così vasto. Ci sarà anche la possibilità di avere a disposizione un’audioguida di riferimento per ogni tratto, da ascoltare in viaggio mentre ci si avvicina alla prima tappa.
IL PERCORSO
Da Bobbio – cittadina attualmente in provincia di Piacenza, ma dall’anima piemontese – si scende lungo la Via del Sale e del Mare e si arriva fino al parco di Portofino. A metà del tratto che porta verso sud, il percorso di biforca e la deviazione permette di raggiungere Carrega Ligure, esplorando la val Borbera, per giungere ad Arquata, toccando il sottovalle con Gavi e tutto il suo patrimonio vitivinicolo. Poi si incontra Bosio, nel cuore del Parco delle Capanne di Marcarolo, zona di calanchi tutelata dall’ente parco. Da Ovada ci si dirige verso Molare e poi Langhe sino a Mondovì. Ma l’idea è di arrivare sino a Nizza.
Lungo tutto il percorso PiemonteSud, tratto per tratto, ci saranno a disposizione una cartina in pdf, le coordinate e tutte le tracce GPS, i materiali video e i podcast. «Abbiamo già avviato le registrazioni di voci e suoni del parco, ma anche antiche fiabe del territorio rivolte ai piccoli gitanti». L’intento è dare il via a un percorso culturale, umano e di relazioni sociali: «Vogliamo far sì che ciascun contributo in questo cammino arricchisca l’intero progetto e tutti coloro che decideranno di unirsi a noi si sentano parte di un percorso grande che fa del bene a tutti i territori coinvolti».
Francesco Arecco, da gaviese, pur conoscendo bene l’area non nasconde che questo lavoro lo sta portando a investigare e scavare nella cultura e nelle tradizioni locali: «Sto scoprendo territori nuovi e interessanti anche sul piano della buona alimentazione e del buon bere».
Proprio per questo è stato anche creato un circuito di amici del cammino del PiemonteSud: «Abbiamo stilato una lista di servizi utili a camminatori, con ristoranti, trattorie, strutture ricettive dove pernottare e botteghe dove acquistare i prodotti tipici locali da portarsi a casa». E il progetto dimostra anche il suo ampio respiro, che svalica i confini regionali: «Vogliamo, poi, collegarci a un cammino nazionale che passa subito sotto di noi, l’Alta Via dei Monti Liguri, creando un parallelo nel versante nord dell’Appennino».
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