Calcestruzzi Ericina, l’impresa strappata alla mafia e gestita dai lavoratori
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Trapani - Oggi vogliamo affrontare un argomento molto vicino all’assurdo dei sognatori, ma che in Italia vive tramite specifiche realtà. Parliamo di aziende confiscate alla mafia e gestite dai lavoratori per conto dello Stato, apparenti utopie che vedono applicati nella quotidianità i valori di giustizia e riscatto sociale di cui spesso parliamo immaginando un mondo migliore. In particolare, nelle righe che seguono vogliamo concentrarci sul caso dell’azienda siciliana Calcestruzzi Ericina Libera. Ce ne racconta la storia l’amministratrice delegata, l’ingegnera Gisella Mammo Zagarella.
La storia della vostra azienda ha qualcosa di molto speciale, potrebbe raccontarci un po’ della vostra scelta coraggiosa?
L’azienda che gestiamo è un unicum in Italia poiché è una realtà confiscata ancora funzionante e che produce reddito in Sicilia nel settore delle costruzioni. Calcestruzzi Ericina viene tolta definitivamente alla mafia nel giugno 2000. Siamo passati sotto il giogo del boicottaggio mafioso che ha creato molte difficoltà, ma grazie all’azione comune delle Istituzioni, alla passione e al senso di responsabilità siamo riusciti ad andare avanti fino ad aggiudicarci l’appalto per la gestione dei lavori per l’America’s Cup nel porto di Trapani.
Fra gli enti che ci hanno supportato ci sono la Prefettura di Trapani, le forze dell’ordine e la Procura della Repubblica, l’Agenzia del Demanio e la Regione Sicilia. Ma possiamo contare anche sull’impegno costante di Libera e sul contributo di imprese private e associazioni di categoria, come Unipol Banca, Anpar e Lega Coop. L’azienda ha potuto così crescere e strutturarsi sul rispetto del lavoro, garantendo sicurezza e tutela a tutti gli operatori che sono parte del nostro modello e dell’ambiente tramite la promozione della circolarizzazione della produzione – ovvero renderla conforme con i principi dell’economia circolare.
Oltre alla scelta sociale quindi, c’è la scelta ambientale. Cosa significa circolarizzare in ambito edile?
Abbiamo un impianto per la produzione degli aggregati riciclati, frutto anch’esso di uno sforzo collettivo. La nostra realtà è un esempio concreto del fatto che l’unione fa la forza e che insieme è possibile realizzare anche sogni che possono sembrare utopici o fantasiosi. Diversi investitori hanno concorso agli stanziamenti per la realizzazione dell’impianto e i lavoratori si sono messi in gioco in prima persona poiché sono i contraenti del mutuo con la banca per integrare l’ultima trance del finanziamento necessario al completamento dei lavori.
L’impianto si chiama R.O.S.E. – Recupero Omogeneizzato Scarti Edilizi – e serve per il riciclaggio di rifiuti speciali non pericolosi di natura inerte. È tecnologicamente all’avanguardia e permette la rimozione di ferro, plastica, carta, legno e altri materiali, riuscendo così a riciclare i rifiuti inerti in aggregati riciclati di natura omogenea. La tecnologia utilizzata dal R.O.S.E. ha costituito un enorme valore aggiunto per la nostra produzione e per il nostro posizionamento sul mercato in termini di competitività.
Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate nello svolgimento della vostra attività?
I principali problemi sono l’ignoranza e la mancanza di conoscenza delle regole, che creano un mercato deformato dalla mancanza di disciplina della concorrenza. È chiaro che se non c’è rispetto delle regole si crea un mercato malato e disfunzionale. La burocrazia e, a volte, la mancanza di preparazione tra le fila degli addetti ai lavori riguardo l’applicazione della normativa di settore vigente possono diventare un problema rilevante. A volte è difficile anche solo spiegare il concetto e gli ambiti di applicazione dell’aggregato riciclato e diventa quindi difficile fruire dei vantaggi concessi per legge a livello statale, come quello relativo alle premialità nella partecipazione alle gare d’appalto.
Non ha prezzo svolgere un’attività in piena etica e in pace con sé stessi, sapendo che il prodotto proposto crea e alimenta un circuito sano e vitale
Spesso è difficile far passare il messaggio relativo alla circolarizzazione come metodo di “cura” dell’ambiente e soluzione allo smaltimento degli scarti edilizi che riempiono discariche abusive variamente dislocate sul territorio regionale e nazionale. È difficile dimostrare il vantaggio economico comparato dell’utilizzo di un materiale frutto del processo di circolarizzazione e che rende le materie prime praticamente rinnovabili, oltre appunto al risparmio sui costi ambientali. Inoltre nella nostra zona essendoci abbondanza di cave il costo potrebbe risultare maggiorato e si preferisce ancora far riferimento ai vecchi modelli di sfruttamento delle risorse naturali piuttosto che investire in ricerca e sviluppo a tutela delle stesse risorse.
Data la vostra esperienza, cosa consiglierebbe a un gruppo che si trovasse nella condizione di ereditare la gestione di un’azienda confiscata alle mafie?
Il consiglio che mi sento di dare è sicuramente di credere nei sogni. Da soli non si va da nessuna parte, ma creando reti di supporto e relazioni sane all’interno di queste stesse reti è possibile sicuramente avere un impatto trasformativo sulle realtà anche più difficili. Anche la pazienza è molto importante ed è quella che ci permette di evitare le scorciatoie fasulle che alla fine creano solo l’illusione del progresso e del cambiamento, ma che in verità ci ancorano a dinamiche poco sane.
L’importanza del gruppo risiede anche nella capacità di valorizzare le competenze e quindi di affidarsi agli altri laddove ognuno fa la sua parte e svolge il suo ruolo verso il raggiungimento di obiettivi comuni. È fondamentale incontrare le giuste persone e curare comunicazione e relazioni basate sulla fiducia e sulla reale volontà di transizione verso diverse dinamiche di sviluppo, sia a livello sociale che ambientale ed economico. Non ha prezzo svolgere un’attività in piena etica e in pace con sé stessi, sapendo che il prodotto proposto crea e alimenta un circuito sano e vitale. È questo secondo me l’esempio che crea maggiore valore ed è la maggiore ricompensa, incomparabile rispetto a qualsiasi altro tipo di guadagno materiale.
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