Calanchi del Marchesato: fra le dune di Pasolini salvate da una discarica
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Crotone - «Questa strada è quella che due anni fa facemmo assieme ad Alessia quando venimmo a conoscenza del progetto di una discarica in questo posto». A parlare è Domenico Colosimo, presidente dell’associazione Calanchi del Marchesato, mentre ci incamminiamo su una strada interna e ci lasciamo alle spalle le ultime case di Cutro, paese in provincia di Crotone.
Stiamo andando verso una distesa di calanchi, in un’area dove l’erosione delle acque sul terreno argilloso ha agito per milioni di anni creando un paesaggio lunare. Sono famosi quelli della Basilicata, meno conosciuti quelli calabresi, in particolare quelli dove mi trovo in questo momento. «Non avevamo ben chiaro cosa ci fosse qui – continua Domenico – ma quando arrivammo vedemmo uno spettacolo di cui non eravamo assolutamente a conoscenza».
Neanche io, mi dico mentre faccio correre lo sguardo a destra e a sinistra. Le dune si susseguono una dopo l’altra illuminate da qualche raggio di sole sparso e neanche il vento di fine inverno sembra riuscire a scuoterle. Stanno lì, a parlarti con la loro storia di milioni di anni. Sono i luoghi che Pasolini scelse per alcune scene del suo film “Il Vangelo secondo Matteo”, definendo questa parte della Calabria “più palestinese della Palestina”.
Comprendo subito la spinta di tutte quelle persone che, mi spiega Domenico, decidono di mobilitarsi per impedire la costruzione della discarica. Il progetto della discarica era nato nel 2018 all’interno dell’ATO di Crotone (Ambito Territoriale Ottimale, ovvero territori su cui sono organizzati servizi pubblici integrati), che si occupava della gestione dei rifiuti, ed era legato all’amministrazione di Roccabernarda, un comune limitrofo a quello di Cutro, e che in parte comprende anche i calanchi e la porzione di terra dove si sarebbe dovuta allocare la discarica.
«Un’idea assurda, anche pensando al fatto che a pochi chilometri da qui c’è già una delle discariche più grandi del Sud, quella della Sovreco», che si trova a Crotone, a pochi chilometri da Cutro. Così un gruppo di cittadini, provenienti anche dall’associazionismo, inizia a riunirsi per capire come impedire quel progetto: «Iniziammo a parlare di tutto questo con dei gruppi di persone sensibili a questioni legate al territorio e decidemmo di lottare per preservare questo luogo con un’idea propositiva, invece che di contrapposizione». In breve tempo, il movimento riesce ad avere un’interlocuzione anche con le istituzioni coinvolte nel progetto di discarica, in particolare l’amministrazione di Roccabernarda, paese a 20 chilometri da Cutro, che si dimostra sensibile sul tema.
I calanchi del Marchesato non godono di alcun riconoscimento ufficiale, anche se l’associazione mira a realizzare un Parco
Ed è proprio grazie a queste riunioni partecipate e alla mobilitazione dal basso se il pericolo di una discarica in quei luoghi viene scongiurato e i calanchi del Marchesato iniziano a diventare un luogo da vivere. C’era già chi li conosceva, ma effettivamente mancava una consapevolezza del territorio sull’importanza di questo patrimonio naturalistico, storico e paesaggistico.
Così il movimento diventa un’associazione di promozione sociale e inizia ad approfondire la storia di questo posto, solcato dalle vie che fino a pochi decenni fa erano usate per collegare l’interno crotonese con la costa. Ne traccia i sentieri e dà vita a iniziative volte a farlo conoscere e a tutelarlo, come giornate di raccolta dei rifiuti organizzate con scolaresche ed escursioni, eventi culturali.
Al momento, i calanchi del Marchesato non godono di alcun riconoscimento ufficiale, anche se l’associazione mira a realizzare un Parco dei Calanchi del Marchesato e sta già lavorando in questa direzione con l’Università della Calabria, consapevole che maggiore riconoscimento significhi anche tutela da progetti invasivi e distruttivi per il territorio.
Nel frattempo, il prossimo passo è dietro l’angolo: il 9 aprile l’associazione promuoverà una passeggiata fra i calanchi, con musica, reading e teatro a tema Pasolini. Lo scrittore era passato nei primi anni ‘60 da questi luoghi nel corso di un suo viaggio lungo tutte le coste italiane e, una volta arrivato sul litorale di Cutro, aveva deciso di girare verso l’interno. E alla vista dei calanchi aveva detto: «Il posto che più mi impressiona di tutto il viaggio: sembrano dune immaginate da Kafka».
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