Da bancaria di città a contadina dell’entroterra ligure: com’è cambiata la vita di Teresa
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Imperia - Spesso mi trovo a raccontare il percorso di vita di persone che decidono in maniera apparentemente imprevista e imprevedibile di attuare quel cambiamento nella loro quotidianità che avevano in serbo da mesi, a volte anni, e che mai avevano avuto il coraggio di realizzare sino ad allora. Ma le storie raccontate non sono tutte uguali: c’è chi il cambiamento lo realizza in giovane età, chi per questioni lavorative, chi per fuggire da qualcosa, chi semplicemente perché alla ricerca di qualcosa di migliorativo.
La storia che vi racconto oggi ha come protagonista Teresa, impiegata bancaria per molti anni a Milano, città dove viveva e lavorava. Anche il suo compagno lavora nello stesso settore: si occupa di consulenza aziendale come libero professionista e prossimo alla pensione. Qualcosa nella mente di Teresa e del compagno accende una lampadina: è possibile sia arrivato il momento tanto atteso di dare un cambiamento alla loro vita?
IL BORGO DI COSIO
Ed è così che, domanda dopo domanda, la coppia inizia a pensare a un trasferimento dalla città alla campagna: «Volendo fare un cambiamento per me così grande, ho deciso di farlo “epocale”, perché ho capito che passare da una città a un’altra sarebbe stato inutile e non avrebbe portato miglioramenti nella nostra vita». E così, di comune accordo, i due scelgono come luogo in cui vivere Cosio di Arroscia, un piccolo paesino dell’entroterra imperiese a 700 metri di altitudine.
Teresa lo descrive così: «La famiglia del mio compagno è di origine di Cosio. La prima volta che visitai questo paese, passeggiando nei vicoli, me ne innamorai subito. É un piccolo borgo montano, con tutti i pregi che altri borghi dell’entroterra hanno, come la natura ancora rigogliosa e rinselvatichita, la mancanza di inquinamento, il silenzio e le relazioni “vere” con i compaesani. Dall’altra parte possiede anche gli stessi disagi, tra cui che non ci sono servizi, né mezzi pubblici. Ma sono, dal mio punto di vista, limiti a cui si può ovviare».
IL CAMBIO
Teresa mi parla della loro scelta come di qualcosa che ha toccato il loro senso di vita. Perché oltre a cambiare regione e città, anche la quotidianità di entrambi ha avuto una grande svolta, passando dall’analisi delle oscillazioni del valore delle azioni alla coltivazione della terra.
Nel momento del trasferimento, avvenuto nel 2018, infatti, hanno deciso di iniziare a ricoltivare i terreni di famiglia limitrofi alla loro nuova abitazione: «Siamo passati da fare un’attività molto astratta e poco tangibile, a un qualcosa di molto pratico che richiede più fatica ma garantisce anche molta più soddisfazione».
Cosio è un piccolo borgo montano, con tutti i pregi che altri borghi dell’entroterra hanno, come la natura ancora rigogliosa e rinselvatichita, la mancanza di inquinamento, il silenzio e le relazioni “vere” con i compaesani
E così Teresa mi confida che all’inizio non è stato facile adattarsi a una nuova vita da contadina, scandita da odori, rumori, strade, dinamiche totalmente nuovi. Un cambiamento a 360 gradi che ha coinvolto ogni aspetto della sua precedente vita. Sia Teresa che il compagno non avevano mai lavorato la terra; inizia così un avvicinamento graduale al mondo della campagna e a tutto ciò che comporta vivere a stretto contatto con essa.
IMPARARE, IMPARARE, IMPARARE
«Quando abbiamo iniziato non ne sapevamo nulla. Ci siamo così affidati al supporto di persone che ci hanno spiegato e aiutato a comprendere passo dopo passo ciò che era necessario fare e come farlo. Abbiamo seguito corsi, siamo in formazione continua ancora oggi e lo saremo credo per molto altro tempo: le cose da sapere sono molte, ma ancor di più sono le fatiche fisiche. Se ad oggi mi chiedessero qual è stata la più grande difficoltà risponderei senza dubbio la burocrazia».
NASCE IL BAGGIO PELLEGRINO
A maggio del 2021, a seguito di continui ampliamenti dei terreni coltivati dai nuovi abitanti di Cosio, nasce Il Baggio Pellegrino, un’azienda agricola che produce olio, vino e ortaggi di vario genere. Il tutto fatto in maniera naturale e seguendo il ritmo e la varietà delle stagioni.
«Quando vivevo in città ero già molto attenta a ciò che mangiavo e avevo già una certa sensibilità per il cibo sano, biologico, ma da quando vivo qui e sono a contatto con ciò che la terra ci sta offrendo ho compreso l’importanza del seguire il variare delle stagioni anche nell’alimentazione. La natura sa di cosa abbiamo necessità a seconda del periodo dell’anno».
Il nome scelto per questa nuova avventura lavorativa e di vita arriva da Baggio, ovvero rospo: Teresa mi spiega che i primi mesi in cui hanno iniziato a lavorare i campi spesso vedevano uscire rospi che avevano trovato un nascondiglio sicuro e che erano stati scoperti. I rospi infatti preferiscono vivere in luoghi in cui non vi è inquinamento e non vengono usate sostanze chimiche nei terreni, proprio come accade in quelli che ospitano la nuova vita da contadina di Teresa.
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