22 Mar 2022

“Hanno avvelenato le nostre api, aiutateci”. L’appello degli apicoltori Idlir e Nertil

Scritto da: Lorena Di Maria

Avvelenate quattro volte in tre anni: sono le api di Nertil Mehmeti e Idlir Aliaj, giovani apicoltori della provincia di Cuneo che dall’inizio della loro attività hanno subito ripetuti atti vandalici e perso, dal 2019 a oggi, oltre 250 alveari e un totale di 4,5 milioni di api. Oggi lanciano un grido di aiuto e aprono una campagna di crowdfunding, perché fare un danno alle api significa fare un danno all’intera comunità.

Salva nei preferiti

Cuneo - «Hanno avvelenato di nuovo le nostre api». Sono queste le parole di Nertil Mehmeti e Idlir Aliaj, due giovani apicoltori che dal 2019 con passione producono miele biologico a Venasca, piccolo paese della provincia di Cuneo.

Giovedì 10 marzo è per loro una giornata come tante altre. Idlir e Nertil escono di casa per recarsi fino a Piasco e più precisamente nell’azienda di loro proprietà Nectar Deluxe, specializzata in agricoltura biologica. Proprio qui si trova il loro apiario. Come ci racconta Idlir, «davanti a noi abbiamo visto un drammatico scenario, l’ennesimo colpo al cuore: 34 casette piene di api morte avvelenate». È inevitabile che l’avvenimento di per sé lasci sgomenti, impotenti, tristi, arrabbiati. Ma dietro a questo episodio c’è di più, dal momento che questa è la quarta volta in tre anni che i due subiscono ripetuti atti vandalici rivolti alle loro api.

Nectar Deluxe1

«Mentre l’anno scorso ci siamo fatti coraggio e rimboccati le maniche lavorando sodo e rimediando alla grande perdita, quest’ultimo evento ci ha messo in ginocchio moralmente ed economicamente, ponendo seriamente a rischio la continuità del nostro lavoro e vanificando anni di sacrifici e tutti i nostri risparmi».

«Il primo avvelenamento è avvenuto nell’agosto del 2019, pochi mesi dopo l’apertura della nostra azienda. Eravamo partiti alla grande, eravamo entusiasti e avevamo in totale 128 nuclei di api. Un giorno le abbiamo portate a Manta, piccolo Comune del cuneese: il giovedì abbiamo fatto un controllo e contato le api. Siamo poi tornati la domenica ed erano tutte morte. Purtroppo la storia si è poi ripetuta: il secondo avvenimento è accaduto a Trucco (Ventimiglia), dove avevamo portato le api a invernare e dove una notte 68 famiglie sono state avvelenate. Infine, l’anno scorso a Piasco, in piena stagione produttiva, ci hanno avvelenato altre 64 casette».

Le persone non capiscono che con questi gesti rovinano la biodiversità del proprio territorio e così facendo si danno la zappa sui piedi

La delusione per l’accaduto è enorme, tanto quanto la sua gravità. Parliamo in totale di milioni di api morte e per la precisione 4,5 milioni di api. Proprio loro, quei piccoli insetti impollinatori da cui dipende la salute del nostro pianeta e dalla cui impollinazione dipende un terzo del cibo che mangiamo. In seguito ad analisi accurate da parte dei tecnici di Aspromiele e dell’ASL, è emerso che l’avvelenamento è stato doloso e intenzionale, realizzato con potenti veleni a base di zolfo. Cosa che per le api vuol dire soltanto una cosa: morte immediata. 

Nectar Deluxe2

Idlir e Nertil hanno ricevuto aiuto da un amico che insieme a loro ha lanciato una raccolta fondi attraverso una campagna di crowdfunding sulla piattaforma GoFundme che lancia un messaggio forte e chiaro: «Le nostre api hanno bisogno di voi!». La speranza è infatti quella di ricevere un ampio supporto perché, se consideriamo tutti e quattro gli avvelenamenti, la perdita totale ammonta a 50-60.000 euro e non esistono assicurazioni che coprano questo genere di danno. Le persone non capiscono che con questi gesti rovinano la biodiversità del proprio territorio e così facendo si danno la zappa sui piedi».

Per risollevarsi in seguito agli attacchi passati Idlir e Nertil hanno chiesto dei prestiti alle banche che, sommati al mutuo iniziale dell’azienda, rappresentano per loro delle spese molto alte da pagare. «A questo si somma il fatto che la stagione negli ultimi anni non è dalla nostra, il clima sembra impazzito e ciò influisce fortemente sulla produttività delle nostre api. Questa volta non abbiamo risparmi, amici e familiari a cui chiedere, la strada è tutta in salita».

Nectar Deluxe

«Pensiamo che ad avvelenare le api sia qualcuno che ce l’ha con noi e che agisce di notte. Chi fa questo genere di azioni sa che prodotti utilizzare, deve necessariamente saper maneggiare le api». Ma fare un danno alle api significa fare un danno a tutta la comunità: le api sono portatrici di biodiversità, sono le sentinelle del benessere del nostro pianeta e senza di loro non ci sarebbe vita.

Come ci ricordava Albert Einstein, “se le api scomparissero dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita”. Per questo non va tutelata solo la loro esistenza sulla Terra, ma anche il prezioso lavoro di chi, proprio come Mehmeti e Idlir Aliaj, ha fatto dell’apicoltura la sua missione di vita. «Aiutateci a continuare la nostra attività e a risollevarci dalle perdite subite. Questa volta abbiamo bisogno di tutti voi, perché da soli non ce la facciamo».

Per maggiori informazioni è possibile accedere alla raccolta fondi su GoFundme e supportare Nertil Mehmeti e Idlir Aliaj.

Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento

Articoli simili
CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni
CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

L’agricoltura può contrastare lo spopolamento delle aree interne?
L’agricoltura può contrastare lo spopolamento delle aree interne?

La storia di A Cà du Ricci: oltre il biologico c’è la fiducia verso chi coltiva
La storia di A Cà du Ricci: oltre il biologico c’è la fiducia verso chi coltiva

Mappa

Newsletter

Visione2040

Mi piace

Cosa dice il nuovo codice della strada e che ricadute avrà sulla mobilità sostenibile – #1024

|

La biblioteca su due ruote KORABike regala storie in giro per le strade

|

Educare al biologico: serve più consapevolezza verso salute e ambiente

|

Promemoria Auschwitz, perché davvero non accada mai più

|

Cammini e sentieri: ecco come custodire e valorizzare un tesoro lungo 150mila chilometri

|

La Robbia, il laboratorio sardo di tintura naturale che cuce tradizione e sostenibilità, dalla terra al tessuto

|

Nuove case: come devono essere per stare al passo con un mondo che cambia?

|

CereAMO: per mangiar bene dobbiamo “tornare indietro” di 80 anni

string(8) "piemonte"