9 Mar 2022

L’apicoltura in azienda che offre accoglienza e lavoro a cittadini stranieri

Offrire percorsi di formazione in apicoltura e costruire nuove opportunità di inserimento lavorativo per rifugiati e richiedenti asilo, puntando sulla Corporate Social Responsibility, la Responsabilità Sociale d’Impresa. È questo il nuovo progetto che vede insieme Cambalache e ApicolturaUrbana.it, che uniscono due mondi: quello delle api e quello dell’inclusione sociale.

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Alessandria - Vi abbiamo già parlato di Bee My Job, il progetto che ha già formato negli anni oltre 200 nuovi apicoltori stranieri, promuovendo sul territorio italiano oltre 150 tirocini formativi in aziende apistiche etiche, con l’obiettivo di contrastare il caporalato e ogni forma di sfruttamento in agricoltura.

Si tratta di un progetto di Cambalache, realtà di Alessandria che ha portato questa iniziativa fino alla sua ottava edizione e che dal 2015 l’ha resa una best practice di inclusione non solo a livello internazionale ma anche internazionale. Cambalache da diversi anni si rivolge a migranti, rifugiati e richiedenti asilo per offrire loro percorsi di formazione e inclusione sociale e lavorativa.

Bee My Job
I NUOVI PROGETTI

Ma la sfida di cui vi parliamo oggi è una nuova evoluzione del progetto che vede consolidarsi la collaborazione con ApicolturaUrbana, realtà italiana che sta creando una rete di aziende e imprese che ospitino alveari urbani in un’ottica di responsabilità sociale d’azienda.

ApicolturaUrbana.it infatti offre il servizio “BaaS”, ovvero “Bees As A Service”, rivolto alle imprese di ogni settore che decidano di “adottare delle api mellifere” e rivolgere a queste almeno parte dei propri investimenti dedicati alla cosiddetta responsabilità sociale d’impresa, ovvero il senso di responsabilità che si assume un’azienda nei confronti della comunità e dell’ambiente in cui opera e che può corrispondere sia a tematiche ecologiche che sociali.

Nella pratica, ApicolturaUrbana contribuisce a valori socialmente condivisi come la tutela dell’ambiente e la biodiversità conducendo delle api sui tetti o nelle aree verdi dei luoghi di lavoro: ora le realtà aziendali che hanno aderito al progetto “Bee sas a Service” di ApicolturaUrbana potranno sostenere direttamente la formazione in loco di nuovi apicoltori stranieri, attraverso un percorso strutturato ad hoc grazie al coinvolgimento di professionisti esperti e percorsi di inserimento lavorativo in tirocinio in aziende apistiche del territorio. Il tutto nel rispetto dei principi di etica, tutela dei lavoratori e dell’ambiente.

«Siamo orgogliosi di questa collaborazione con Bee My Job che ci permette di dare ulteriore valore ai nostri progetti di apicoltura urbana nei contesti aziendali», ha raccontato Giuseppe Manno, fondatore di ApicolturaUrbana. «Siamo partiti con l’adozione delle api, passando per la tutela e valorizzazione della biodiversità per arrivare all’inclusione sociale in un settore, come quello dell’apicoltura, dove c’è sempre bisogno di manodopera qualificata».

Bee My Job2
RENDERE PROTAGONISTE LE STORIE D’INCLUSIONE

Negli anni Bee My Job si è affermato come modello e best practice di inclusione lavorativa ed è stato replicato sul territorio nazionale in diverse Regioni (Toscana, Emilia Romagna, Calabria, Sicilia, Lazio, Piemonte), andando a incidere con percorsi di inclusione in contesti di marginalità sociale e dove alto è il rischio di sfruttamento lavorativo. La lotta contro il caporalato e ogni forma di sfruttamento sono fra i punti cardine di Bee My Job, che ha stilato una Carta Etica per il rispetto dei diritti dei lavoratori e promuove percorsi di inclusione sociale da far sottoscrivere a tutte le aziende coinvolte nei progetti con i neo-apicoltori.

Collaborare con aziende importanti come quella della rete di ApicolturaUrbana.it renderà Bee My Job ancora più incisivo e radicato sui territori, dando alle stesse aziende un’opportunità unica di rendersi protagoniste di storie di inclusione

Come ha raccontato la Presidente di Cambalache Mara Alacqua, «il nostro progetto ha dimostrato negli anni un impatto positivo sulla vita delle persone, delle realtà apistiche e dei territori e in questa nuova formula vuole allargare le forme di responsabilità verso una società più inclusiva per tutti e per tutte».

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