6 giorni per cambiare vita: un’esperienza immersiva alla Fattoria dell’Autosufficienza
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Cesena, Emilia-Romagna - Autosufficienza. Bene Comune. Vita in armonia con la natura. Diventa il cambiamento che vuoi vedere nel mondo. Potrebbe essere il titolo di un film o di un libro, è invece l’esperienza pratica e diretta che si potrà vivere dall’8 al 13 maggio in Romagna alla scoperta del progetto di comunità diffusa chiamato Custodi della Terra.
È nato tutto per caso: nel 2019 Tommaso Carmenati si recò per qualche giorno di vacanza presso la Fattoria dell’Autosufficienza di Francesco Rosso. È ritornato a giugno 2020 per tre mesi, poi a ottobre e poi a maggio del 2021 per restarci fino a tutto l’inverno dopo. Non pensava di trovare una realtà così valida e di ispirazione. Ha viaggiato molto per l’Italia, ma anche in Australia, sud-est asiatico e Africa per volontariato.
In Val Di Savio esiste, secondo Tommaso, una delle migliori proposte in assoluto di “nuovo mondo” da far conoscere a più persone possibile. La comunità Custodi della Terra che si è creata nell’area è nata nel 2020, si caratterizza per uno stile di vita in collaborazione con la natura piuttosto che in contrasto con essa. Coltivano e mangiano biologico, evitano la medicalizzazione della vita, hanno una visione per il bene comune e a sette generazioni, stanno cercando il modo di costruire un percorso scolastico utile per chi verrà, si incontrano ogni settimana per una veglia e festeggiano insieme per celebrare la natura.
Tommaso, ancora prima di conoscere questo “nuovo mondo”, aveva dato vita a un progetto, Una goccia nell’oceano, per condividere con gli altri tutto ciò che imparava, che lo guariva e lo faceva stare bene.
L’UNIONE FA LA FORZA
E così a maggio 2021, di ritorno presso la Fattoria dell’Autosufficienza, Tommaso ha deciso di conoscere e intervistare i volti che compongono la Comunità della Terra per il suo sito: Hubert Bösch e Lucilla Satanassi di Remedia; Stefano Berlini e Beatrice Pacchioni di Cambio di Marea; Francesco Rosso e Giulia Sama de La Fattoria dell’Autosufficienza; Fabio Cappelletti e Federica Grassi del forno Cappelletti Bongiovanni; Michele Rosetti e Alexandra Knes dell’azienda agricola Matura Bio; Igor Niego e Debora Stenta del progetto educativo Disimparando s’Impara; Alberto Bartolini del progetto rivolto alle energie rinnovabili Tecnologie Alternative; Massimo Corbara dell’azienda agricola Biopificio.
Non bisogna mai indurre un cambiamento perché non è detto che siamo nel giusto; semplicemente arriva
Ma non bastava. Il documentario avrebbe raggiunto una moltitudine di persone, ma dal punto di vista dell’autore era necessario vivere quanto lui stesso avevo visto con i propri occhi. È nato così un tour, organizzato dalla Fattoria dell’Autosufficienza, che si svolgerà a maggio e poi verrà riproposto a luglio, agosto e ottobre. Cinque giorni intensi, accompagnati da una guida turistica e G.A.E. certificata, in cui scoprire, vivere e lasciarsi ispirare da nuovi modi di vivere. Aziende etiche che riescono a rendere tutto sostenibile e a misura d’uomo conseguendo al tempo stesso risultati economici ottimi che danno stabilità all’azienda stessa.
«”Esiste la possibilità di cambiare vita?” “Come faccio?” Il tour organizzato risponde proprio a queste domande. In passato il cambiamento era spinto da una motivazione più personale; adesso invece è un’esigenza. In tanti non sanno come attuarlo. Non conoscono l’esistenza di tante realtà che li hanno preceduti. Non agiscono perché non sanno. Uno dei problemi dei nostri tempi è l’immaginazione. Soprattutto il mondo occidentalizzato non riesce a immaginare», racconta Tommaso.
CAMBIARE SÍ, MA COME E QUANDO?
Gli ultimi due anni hanno messo in evidenza tutti i limiti dello stile di vita adottato nei paesi più occidentalizzati. L’obiettivo è stimolare le persone a scegliere strade alternative rispetto al pensiero unico. E per farlo bisogna conoscere altre vie e altri modi. Solo così possiamo cambiare noi stessi per poi realizzare qualcosa di più grande. E come sottolinea Tommaso non è detto che quel momento sia lo stesso per tutti: «Non bisogna mai indurre un cambiamento – spiega – perché non è detto che siamo nel giusto; semplicemente arriva».
«A me è successo. Facevo un lavoro, ero scontento e ho sentito il bisogno di non pensare solo a me stesso, alla mia vita, ma di farmi anche tante domande. Capire come mettermi a disposizione del mondo è diventata un po’ la mia missione. La cosa che mi riesce meglio da sempre è portare entusiasmo nelle cose che scopro e avere spirito critico». Non serve sacrificio per stare bene e cambiare, serve fare una scelta e applicarsi per realizzarla. L’osservazione, l’immaginazione e l’ispirazione possono essere grandi alleati. Buon cambiamento a tutti noi!
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