16 Feb 2022

Rehappy: perché non acquistare un cellulare ricondizionato invece che uno nuovo?

Scritto da: Elena Rasia

Un giovane siciliano ha lanciato una start-up che, applicando i principi di economia circolare, interviene sulla filiera dei RAEE con enormi benefici in termini di impatto ambientale. Come? molto semplicemente ricondizionando cellulari usati invece che producendone di nuovi.

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Trapani - Giuseppe Sammartano, trentatreenne siciliano, è il fondatore di Rehappy, start-up nata agli inizi del 2020 e attiva nel grande mondo dell’economia circolare. Il business, l’ambiente e la tecnologia sono sempre state le tre grandi passioni di Giuseppe che, fin da piccolissimo, sognava di riuscire a realizzare un progetto che le includesse e le facesse vivere tutte quante.

Iniziò a tracciare la strada verso il suo grande sogno oltre dodici anni fa, quando entrò nel mondo degli oggetti ricondizionati, ovvero di tutti quei dispositivi elettronici usati a cui viene data una seconda vita. Per ogni oggetto viene effettuata una manutenzione e una pulizia accurata che permette di rimettere in vendita oggetti già acquistati e utilizzati evitandone lo spreco.

Giuseppe fu tra i primi pionieri in Italia a occuparsi di questo business «C’erano ancora i Nokia 3310 quando iniziai – mi dice – e dopo svariati anni al nord e diverse collaborazioni all’interno del programma Amazon Renewed (il punto di riferimento per i prodotti ricondizionati di Amazon) decisi di avviare una start-up tutta mia». L’obiettivo era creare un progetto dal valore ambientale, sociale e solidale che nascesse e vivesse nella sua amata terra.

rehappy 1

Ma torniamo a ReHappy, che nasce precisamente nel Comune di Marsala, in provincia di Trapani, con l’obiettivo di ridurre la presenza sul pianeta di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) attraverso il ricondizionamento, dando a questi oggetti una nuova possibilità.

Giuseppe mi racconta che in quasi due anni d’attività lui e il suo team hanno ricondizionato oltre 5000 device, ridotto la produzione di circa 480 tonnellate di C02 – per produrre un nuovo smartphone vengono emessi almeno 80 chilogrammi di C02 – e tolto dal pianeta oltre 20 tonnellate di rifiuti RAEE.

Per ogni oggetto viene effettuata una manutenzione e una pulizia accurata che permette di rimettere in vendita oggetti già acquistati e utilizzati evitandone lo spreco

La missione di Rehappy è prendersi cura dell’ambiente, riducendo rifiuti RAEE e sostenendo progetti di forestazione locale, con l’obiettivo di contenere le emissioni di C02. I clienti hanno la possibilità di risparmiare fino 50% rispetto al nuovo scegliendo di acquistare un oggetto ricondizionato – device perfettamente funzionanti che cominciano una nuova vita – ed evitano così di finire in discarica.

Oltre a questo core business, Rehappy si occupa anche di altri ambiti, sempre collegati alla mission della start-up. È attiva nel sociale promuovendo l’assunzione di giovani e organizzando tantissime iniziative nelle scuole con il progetto Rehappy Education: «Siamo già stati in diversi istituti scolastici per sensibilizzare i giovani sull’importanza del riciclo facendo conoscere la convenienza per l’ambiente nell’acquistare ricondizionato».

rehappy 2

L’azienda creata da Giuseppe si occupa anche di forestazione locale: «Gestiamo 127 alberi di agrumi 100% biologici, dando così lavoro anche a contadini locali, con particolare attenzione alla solidarietà. Abbiamo scelto gli agrumi perché tipici siciliani e anche perché possiamo darli in beneficienza: tramite associazioni verificate abbiamo donato oltre una tonnellata e mezza di arance e vari device elettronici a chi non può permetterseli, soprattutto nel periodo che stiamo vivendo, con la didattica a distanza».

«Nel periodo natalizio – conclude Giuseppe – abbiamo donato oltre 250 panettoni ai bimbi dei quartieri più “difficili” vestiti da Babbi Natale Green». Rehappy è il suo sogno che cresce quotidianamente e rende nuovamente felice il pianeta partendo da uno smartphone, un piccolo oggettino che custodisce gran parte della nostra quotidianità, guidato dalla stella polare dell’economia circolare.

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