3 Feb 2022

Vado a vivere in montagna: dalla città ai piccoli paesi del Piemonte

Scritto da: Lorena Di Maria

Hanno partecipato in molti al bando promosso dalla Regione Piemonte per contribuire al ripopolamento dei borghi nelle aree marginali e di confine. Con 571 domande totali pervenute, “Vado a vivere in montagna” non è soltanto il nome di un’iniziativa regionale ma è un concetto che ben rappresenta la volontà di molti di trasferirsi e dare una nuova possibilità ai territori in alta quota.

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Ve ne abbiamo parlato qualche mese fa e oggi aggiungiamo un tassello: parliamo del bando Residenzialità in montagna, iniziativa di ripopolamento che la Regione Piemonte ha lanciato nel mese di agosto attraverso una campagna che offre incentivi a coloro che intendono trasferirsi in uno dei piccoli Comuni e borghi di montagna.

Il periodo pandemico che stiamo vivendo non fa che testimoniare il bisogno crescente di spazi, di natura e di quello stile di vita unico che solo i territori montani possono offrire. Ma vivere in montagna significa fare un patto con il territorio: contribuire a ripopolare borgate e frazioni scarsamente abitate vuol dire scegliere di vivere la montagna tutto l’anno, impegnandosi a rispettarne l’identità.

Incentivi Piemonte
Foto di Patrick Robert Doyle tratta da Unsplash
IL RITORNO ALLA MONTAGNA IN NUMERI

La strada verso la rivitalizzazione e il ripopolamento di alcuni Comuni montani è ancora lunga ma le stime di coloro che stanno scegliendo la montagna come nuovo inizio sono promettenti: come riportato in una nota stampa, sono 571 le domande pervenute al bando lanciato dalla Regione Piemonte, delle quali 461 giungono dallo stesso Piemonte, 72 dalla Lombardia e 23 dalla Liguria.

L’obiettivo è che coloro che risiedono in un centro urbano possano acquistare o restaurare un immobile trasferendovi la residenza

Altre richieste sono arrivate da regioni del centro e del sud Italia come Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Sardegna, Puglia, Calabria, Sicilia e Abruzzo. L’iniziativa nel complesso ha coinvolto un totale di 465 Comuni montani del Piemonte con meno di 5.000 abitanti e i vincitori hanno ricevuto contributi da 10.000 a 40.000 euro. Stando ai dati, i territori che hanno ricevuto maggiori richieste di acquisto sono la provincia di Torino, con 252 richieste, Cuneo con 126, Biella con 71, Alessandria con 44, il Verbano-Cusio-Ossola con 42, Vercelli con 20, Novara con 11 e Asti con 5.

INCENTIVARE I GIOVANI A VIVERE E LAVORARE IN MONTAGNA

L’iniziativa ha perseguito sin dal principio l’obiettivo di favorire l’adesione dei più giovani e per questo motivo, per i nati dopo il 1980, ha previsto l’assegnazione di un punteggio più alto. E, stando ai numeri, la partecipazione dei giovani non è mancata: i dati ci raccontano che il maggior numero di richieste proviene dalla fascia dei nati tra il 1980 e il 1989, con un totale di 229 persone, a cui seguono i nati tra il 1990 ed il 1999, con un totale di 126 domande.

Incentivi Piemonte1
Foto di Frogfra tratta da Pixabay

«Sono particolarmente soddisfatto per l’adesione dei cittadini a una misura innovativa introdotta dalla Regione Piemonte per contrastare lo spopolamento delle vallate alpine e per agevolare le persone o le famiglie alla ricerca di una vita dai ritmi più lenti, a contatto con la natura, in cui magari iniziare una nuova attività o continuare il proprio lavoro in smart», ha affermato Fabio Carosso, vicepresidente e assessore alla Montagna.

«Sono davvero tanti coloro che hanno colto lo spirito profondo della nostra iniziativa, che ha come obiettivo dare nuova linfa a tanti piccoli Comuni, oggi a rischio spopolamento, che sono in grado di offrire qualità della vita a chi, per svariati motivi, desidera cambiare sperimentando un nuovo modo di vivere e lavorare».

Un aspetto importante del bando riguarda la valorizzazione delle preesistenze storiche e per questo l’iniziativa intende recuperare le abitazioni attraverso l’uso di soluzioni architettoniche e paesaggistiche che prevedano l’utilizzo dei materiali tipici del paesaggio alpino piemontese.

Secondo il bando, per beneficiare dei contributi occorre essere poi titolari del diritto di proprietà oppure impegnarsi a trasferire la propria residenza e dimora abituale per dieci anni. Tra gli aspetti centrali del bando c’è l’interesse a valorizzare i Comuni ad alta marginalità e favorire l’attività lavorativa esercitata in un paese montano oppure in smartworking e la presenza di almeno un figlio di età uguale o inferiore a dieci anni (che avrà residenza e dimora abituale nell’immobile acquistato). L’obiettivo è infatti fare in modo che la rinascita dei borghi possa coinvolgere le generazioni di domani.

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