8 Feb 2022

Maria Chiara Giannetta: perché a Sanremo non hanno parlato i disabili?

Scritto da: Elena Rasia

Al Festival di Sanremo l'attrice Maria Chiara Giannetta ha presentato le persone non vedenti che l'hanno aiutata a interpretare il ruolo di una ragazza cieca. Un momento toccante viziato però da un errore di fondo legato a un errore culturale che caratterizza l'approccio alla disabilità.

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Ci sono due cose che mi fano inca**are sempre: quando le persone non si rivolgono direttamente a chi ha una disabilità e quando parlano e/o rispondono al posto di chi ha una disabilità. Venerdì sera durante il Festival di Sanremo sono successe entrambe. Quattro persone non vedenti, che hanno aiutato Maria Chiara Giannetta a interpretare Blanca, sono state raccontate, ringraziate e presentate – con solo il nome – come esempio eroico da cui si può imparare tanto.

Sanremo, palco del teatro Ariston, 4 febbraio 2022, quarta serata del Festival. Ospite è l’attrice Maria Chiara Giannetta, che sul piccolo schermo è Blanca, una ragazza cieca, personaggio principale di un’omonima serie televisiva realizzata da Rai Fiction e ispirata al lavoro della scrittrice ed educatrice Patrizia Rinaldi.

La disabilità non è ancora inclusa a pieno nella nostra società

«Dovevo interpretare Blanca, una ragazza che ha perso la vista a 13 anni, così ho passato durante la mia preparazione tanti momenti in casa completamente al buio», racconta la protagonista della serie che narra le avventure di questa giovane consulente di polizia cieca. «Quando ho iniziato questa avventura mi sono state affiancate cinque persone. Io li chiamo “i miei guardiani” […] e la cosa mi ha fatto sorridere perché i miei guardiani sono ciechi».

Questi guardiani però non hanno avuto il minimo spazio e nessuna possibilità di poter parlare di e per loro stessi come chiunque altro su quel palco. Il messaggio che passa è fuorviante e in un evento come il festival – che per quattro giorni entra a far parte della quotidianità del paese – non ce lo possiamo proprio permettere, perché non è la realtà. Le persone con disabilità non hanno sempre bisogno di qualcuno che si sostituisca a loro, ma possono raccontarsi con tempi, modi e spazi che non li facciano sentire trofei da esibizione bensì persone autodeterminate.

La disabilità non è ancora inclusa a pieno nella nostra società, i passi compiuti negli anni sono stati notevoli, ma tanti ancora sono quelli che si possono fare partendo dalla consapevolezza che si ha a che fare con esseri umani che hanno una personalità e che possono contaminare il mondo senza essere necessariamente eroi.

Il monologo di Maria Chiara Giannetta, le sensazioni, le emozioni e tutte le cose che ha provato e imparato nell’interpretare questo personaggio sono stati belli ed emozionanti da raccontare, fanno bene e danno da bere all’empatia che è in ognuno di noi, quindi la ringrazio per averne parlato in maniera così sentita. Ma sono una minima parte del tutto.

Non sarebbe stato diverso se quelle persone avessero avuto la possibilità di presentarsi e raccontarsi insieme a lei e non da lei? Dobbiamo nutrire anche l’idea che carini e coccolosi non lo sono nemmeno i cuccioli di cane, che le persone con disabilità possono essere stronze e che finché in TV si parlerà di qualcosa di straordinario non ci sarà mai parità. Di questa siamo ancora molto poveri.

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