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Da giorni i ragazzi e le ragazze di Fridays for Future hanno puntato i riflettori sul Festival di Sanremo e non lo hanno fatto perché l’attesa per Gianni Morandi e Fiorello fosse spasmodica oltre ogni limite. Dietro la storica kermesse di musica italiana si cela infatti il gigante energetico ENI, che in occasione dell’evento ha dispiegato molte delle sue forze in un’operazione che sa tanto di greenwashing.
SANRENI
“ENI è l’azienda italiana più inquinante in assoluto e la 30ª al mondo per emissioni di CO2. Entro il 2024 progetta addirittura di aumentare l’estrazione di combustibili fossili. Poi però, cerca di convincerci tuttə di essere una multinazionale super green”, scrivono i Fridays for Future. “ENI potrà anche continuare a finanziare eventi culturali, ma ciò non cambierà il fatto che l’unica cultura che promuove è quella dei combustibili fossili, dell’estrattivismo e dell’ingiustizia. E cambiare il RedCarpet in GreenCarpet non è sufficiente. Anche basta con il Greenwashing. Che il principale evento musicale italiano sia sponsorizzato dalla principale responsabile di questa emergenza è un fatto gravissimo”.
Dalle pagine del loro blog sul Fatto Quotidiano, i gruppi di FFF hanno rincarato la dose, lanciando anche un appello ai cantanti in gara: “Nel frattempo, a Sanremo la nuova evoluzione del cane a sei zampe, Plenitude, ci riempie di vuote parole, parole, parole. Da qui la richiesta a tutti i partecipanti del Festival – tra cui diversi artisti che si sono molto spesi sul tema crisi climatica – di rilanciare l’hashtag #ParoleParoleParole per sottolineare il continuo bla-bla-bla delle aziende del fossile”.
ANCHE IL CINGOLANI SOTTO PRESSIONE
Se Fridays for Future va all’attacco, Extinction Rebellion non è da meno. Da qualche giorno gli attivisti e le attiviste del ramo italiano del movimento internazionale stanno cercando di ottenere dal Ministro della Transizione Ecologica Cingolani la promessa di organizzare un’assemblea nazionale deliberativa sulla giustizia climatica ed ecologica aperta a cittadini e cittadine.
«Con le Assemblee Cittadine – prosegue l’attivista – avrà inizio un cambiamento culturale fondamentale per creare consapevolezza e ottenere maggiore democrazia, mettendo nelle mani persone comuni di diversa estrazione maggiore responsabilità per una transizione giusta», hanno dichiarato. Italia Che Cambia sta seguendo quotidianamente l’evolversi della situazione davanti alla sede del Ministero.
COVID: SI INTRAVVEDE LA FINE?
Secondo l’OMS si sta configurando uno scenario che potrebbe avvicinarci sempre di più alla fine della pandemia. I numeri stanno calando un po’ dappertutto – dall’inizio di febbraio i numeri di ricoveri e decessi sono in discesa anche in Italia – e l’ufficio europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara che “a due anni dall’inizio della pandemia di Covid-19, l’Europa potrebbe presto entrare in un lungo periodo di tranquillità grazie agli alti tassi di vaccinazione, alla variante Omicron più mite e alla fine dell’inverno”.
Nel frattempo un nuovo decreto del Governo Draghi allenta la morsa, ma solo su chi ha effettuato tre dosi di vaccino. Niente più restrizioni per i vaccinati anche in zona rossa, green pass con durata illimitata per chi ha completato il ciclo vaccinale, ma anche per chi ha fatto solo due dosi di vaccino ed è guarito dal Covid, quarantena a scuola da 10 a 5 giorni e solo per i non vaccinati.
Importanti novità soprattutto a scuola, dove la didattica a distanza scatterà dai cinque casi in su per nidi, materne ed elementari. Inoltre, gli stranieri potranno accedere ad alberghi e ristoranti anche se hanno solo il pass base. Tutte queste novità saranno in vigore a partire dal 10 febbraio.
GIULIO REGENI
Ieri, 3 febbraio, è ricorso il sesto anniversario del ritrovamento del corpo senza vita di Giulio Regeni, ricercatore italiano di 28 anni che nel 2016 al Cairo venne rapito, portato in una caserma, torturato per giorni e ucciso. Dopo sei anni di peripezie legali internazionali e tira e molla fra Italia ed Egitto, la giustizia sembra essere ferma, in balia della bonaccia mediterranea.
Il generale Tariq Sabir, i colonnelli Athar Kamel e Usham Helmi e il maggiore Magdi Sharif, i quattro ufficiali dei servizi segreti egiziani rinviati a giudizio lo scorso maggio, sono irreperibili. A causa della loro latitanza, coperta dal Governo egiziano che si rifiuta di fornire all’Italia i dati per rintracciarli, i quattro non possono essere processati dalla Procura di Roma. Ci sarà mai giustizia per Giulio?
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