Stop Finning! Aiutiamo Sea Sheperd a difendere gli squali e l’ecosistema marino
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«Mi è stato conferito l’onore di servire le balene, i delfini, le foche e tutte le altre creature su questo Pianeta. La loro bellezza, intelligenza, forza e il loro spirito mi hanno ispirato. Questi esseri hanno parlato con me, mi hanno toccato e sono stato premiato con l’amicizia di molti membri di specie diverse. Se le balene riusciranno a sopravvivere e a prosperare, se le foche continueranno a vivere e a riprodursi e se io potrò contribuire ad assicurare la loro futura prosperità, allora potrò essere eternamente felice».
È con questa eterna felicità che il capitano Paul Watson fondò nel 1977 Sea Shepherd, la più attiva e “agguerrita” Organizzazione per la tutela degli Oceani e della fauna marina, di cui è anche l’attuale presidente. Sea Shepherd è composta da dodici navi con a bordo equipaggi di volontari provenienti da tutto il mondo, disposti a rischiare la propria vita per la causa, in Italia ha approdato nel 2010 a La Spezia con la nascita dell’associazione italiana, di cui vi abbiamo parlato qui.
Sea Shepherd utilizza tattiche di azione diretta per investigare, documentare e impedire le attività illegali ai danni degli oceani come, ad esempio, la pesca intensiva. Tra le numerose campagne portate avanti in quarant’anni di storia ricordiamo quelle in Canada contro il massacro delle foche e nel Mediterraneo contro la pesca illegale.
Inoltre l’organizzazione collabora ufficialmente da diversi anni con le forze di polizia delle Isole Galapagos e porta avanti anche campagne a terra, di cui due in Italia: Operazione Siracusa ed Operazione Jairo Mediterraneo. La Campagna storica di Sea Shepherd però è quella in Oceano Antartico, dove per più di dieci anni la flotta ha combattuto contro la caccia commerciale alle balene, mascherata da ricerca scientifica, portata avanti dalla flotta giapponese.
Ogni anno, all’interno del Santuario dei Cetacei in Oceano del Sud, i giapponesi tentano di uccidere 1.000 balene ma, grazie a Sea Shepherd, negli ultimi anni questo numero si è drasticamente ridotto e i “pastori del mare” hanno permesso a più di 5.000 balene di continuare a nuotare libere. Sea Shepherd esiste e porta avanti le proprie campagne grazie alla volontà e al supporto di volontari e sostenitori.
L’ultima petizione che l’organizzazione ha lanciato – partita a inizio dicembre e con termine previsto per il 31 gennaio 2022 – ha l’obiettivo di raggiungere la quantità minima di un milione di sottoscrizioni e riguarda la salvaguardia degli squali, in particolare il divieto di commercio delle pinne di squalo in Europa, pratica brutale detta “finning”.
Subito dopo aver catturato gli squali, tutte le pinne vengono tagliate e le carcasse rimanenti vengono ributtate in acqua. Durante questa mutilazione, gli animali sono di solito completamente coscienti e, non potendo più nuotare, affondano sul fondo del mare dove muoiono dissanguati o soffocati.
Ogni anno, circa 73 milioni di squali muoiono solo per le loro pinne, che vengono considerate come ingrediente altamente desiderabile nella zuppa di pinne di squalo, specialmente in Asia. Le pinne dello squalo hanno un valore di circa 600 euro al chilo, sono più preziose dell’argento ed è proprio per questo che vengono chiamate l’oro del mare.
Nei nostri oceani sono circa 273 milioni gli squali che muoiono in soli dodici mesi. L’ecosistema marino è in pericolo, poiché gli squali contribuiscono a mantenere il delicato stato di equilibrio attraverso il loro ruolo di predatori.
Quella lanciata da Sea Sheperd è una campagna che si rifà al diritto di iniziativa dei cittadini europei (ICE), uno strumento di partecipazione diretta alle attività dell’Unione Europea studiato e attuato per contribuire a plasmare la politica comunitaria che consente di chiedere alla Commissione europea di proporre nuovi atti legislativi.
A oggi “Stop Finning” ha raccolto quasi mezzo milione di firme, avvicinandosi alla metà del percorso da compiere. Se volete dare il vostro contributo, troverete maggiori informazioni e potrete mettere anche voi la vostra firma per la petizione collegandovi a questo sito.
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