17 Gen 2022

REcube, il progetto per rigenerare in maniera sostenibile l’edilizia in cemento armato

Scritto da: Redazione

E se gli architetti di domani avessero gli strumenti per rigenerare, trasformandolo in maniera sostenibile, un patrimonio edilizio già esistente ma realizzato spesso con tecniche e materiali ad alto impatto ambientale? È proprio ciò che intende fare REcube, un progetto finanziato dal programma ERASMUS+.

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Il primo dicembre 2021 ha preso il via REcube: REthink, REvive, REuse – Trasmettere la conoscenza per una rigenerazione sostenibile del Patrimonio Europeo in cemento armato. Finanziato dal programma ERASMUS+, linea KA220 – partenariati di cooperazione europei per l’innovazione, il progetto intende trasmettere e diffondere a livello europeo e internazionale un nuovo approccio sostenibile alla conservazione e al riutilizzo dell’architettura moderna in calcestruzzo armato, valorizzando questo significativo patrimonio europeo.

Rivolto agli studenti di laurea magistrale e di master dei corsi di studio in ingegneria e architettura delle università partner, il programma formativo di REcube intende favorire lo sviluppo di una nuova mentalità nel campo della Rigenerazione del Patrimonio Moderno.

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Pier Luigi Nervi, stadio Franchi, foto Matteo Cirenei / photoarch.com

È tempo di ripensare come gestiamo e trasformiamo l’architettura del nostro recente passato, come possiamo ripristinarla e riutilizzarla in maniera corretta e sostenibile. Un tema di estrema attualità, visto che per molti paesi europei entro il 2050 l’80% dell’architettura sarà costituito da patrimonio edilizio preesistente, di cui il 97% dovrà essere ristrutturato ed eventualmente riqualificato.

Il progetto, che durerà 36 mesi, è stato concepito e realizzato da un partenariato europeo universitario di grande respiro, di cui il capofila è il Politecnico di Milano con il Laboratorio Nervi del Polo Territoriale di Lecco. La compagine di progetto è composta inoltre da: Budapest University of Technology and Economics (Ungheria), Delft University of Technology (Paesi Bassi), Hafencity Universität Hamburg (Germania), Middle East Technical University (Turchia), Politecnico di Torino (Italia), Universidad Politécnica de Madrid (Spagna), Università degli Studi di Napoli Federico II (Italia), Université Libre de Bruxelles (Belgio), University of Minho (Portogallo) e Università di Roma La Sapienza (Italia).

REcube vede anche la partecipazione della Fondazione Pier Luigi Nervi Project di Bruxelles, da oltre dieci anni impegnata nello studio e nella divulgazione dell’opera del grande progettista e costruttore italiano, e di ICOMOS Italia, il chapter italiano dell’associazione advisor dell’UNESCO che ha come missione promuovere la conservazione, la protezione, l’uso e la valorizzazione di monumenti, complessi costruiti e siti.

Nel corso dei tre anni di durata del progetto, i 33 studenti selezionati annualmente nelle università partecipanti riceveranno una formazione che prevede lo svolgimento di un MOOC (Massive Online Open Course) espressamente realizzato per REcube, propedeutico alla partecipazione a due workshop annuali.

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Pier Luigi Nervi, Torino Esposizioni, Foto Fabio Oggero

Si tratta di un corso intensivo virtuale su tematiche scientifiche di avanguardia, seguito da un’esperienza progettuale in presenza, nell’ambito della quale si affronteranno la riqualificazione e il recupero architettonico e strutturale di opere realizzate da uno dei Maestri del calcestruzzo armato, Pier Luigi Nervi (lo Stadio Franchi di Firenze, Torino Esposizioni e la piscina Mincio di Milano).

I materiali realizzati nel corso dei tre anni di durata del partenariato saranno resi disponibili online su una piattaforma open source, mentre la metodologia proposta agli studenti sarà codificata nelle Linee Guida REcube, pubblicate alla conclusione del progetto.

Strutture ed edifici in calcestruzzo armato hanno plasmato la modernità europea, dando vita a una cultura architettonica condivisa che ha segnato il nostro continente con uno linguaggio costruttivo comune. Codificare e diffondere buone pratiche unificate per proteggere in modo sostenibile questo patrimonio è un modo per rafforzare la nostra identità europea, aprendo al contempo nuove possibilità creative per giovani progettisti, costruttori e urbanisti.

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