Seguici su:
Abbiamo imparato a conoscerlo attraverso le pagine del nostro giornale, di recente in merito all’albero scelto per le festività di Natale dal Vaticano. Questa volta Giacomo Castana fa parlare di sé per il sequel del Viaggio tra uomini, donne e piante che lo vede regista e protagonista, insieme a molti volti noti, del secondo episodio Radici Vicine.
Si tratta di una ricerca che lo ha portato a conoscere e a intervistare i massimi esperti della cultura etnobotanica, nata grazie all’incontro con Elsa Merlino, che ha ricevuto il premio speciale ambientalista dell’anno 2021. Entrambi sono la dimostrazione di come l’intraprendenza del singolo, supportata dalla ragione e da un canale di comunicazione, può fermare un cantiere abusivo e diventare un caso nazionale dove il cittadino ne esce vincitore.
Nel sequel, presentato lo scorso 19 dicembre, Giacomo Castana ha dato voce a molti volti che testimoniano come il mondo vegetale abbia tantissimo da insegnarci. «Il contatto con il mondo vegetale può aprirci a nuove logiche – racconta Tigrilla Gardenia, ambassador for plant intelligence –: pensiamo che la verità sia in mano all’uomo, la verità è invece intorno a noi perché noi siamo natura. Le piante hanno fatto un patto con l’essere umano per la sopravvivenza, noi possiamo cambiare logica, non c’è divisione tra noi e loro».
Edoardo Taori, fondatore di Plants play, un dispositivo che permette di convertire i segnali elettrici delle piante in note musicali, racconta della visione distorta che tutti noi abbiamo del regno vegetale. «Mi trovavo in Trentino in compagnia di varie persone, misi i sensori su un abete che non volle suonare; nel frattempo un signore toccò un pino lì vicino e l’abete cominciò a suonare. Io stesso mi resi conto di come tutti gli alberi siano tra loro interconnessi».
Ignazio Schettini, docente di agroecologia, dichiara che «in un mondo che non ha nulla di resiliente riuscire a spiegare come nell’ambito dei principi le piante riescono ad adattarsi, a convivere, a cooperare, credo sia uno dei punti di forza che si possano utilizzare per portare la società a comprendere come potersi comportare allo stesso livello delle piante».
Il racconto di Daniele Zanzi, agronomo, sorprende e può essere fonte di ispirazione: «Capirai di più guardando gli alberi che leggendo libro. Gli alberi sono organismi viventi che hanno un altro modo di comunicare, nel loro cervello hanno un modo di reagire all’ambiente. Ho rivalutato tutte le mie conoscenze accademiche. Il bagaglio culturale è fondamentale, ho fatto tesoro di ciò che avevo appreso, ma anche di ciò che ho ricevuto tramite l’esperienza. Troppe persone hanno un approccio distaccato dagli alberi, li considerano come materia di studio. Gli alberi sono così maltrattati perché non si conoscono bene. Oggi la situazione è migliorata ma abbiamo bisogno di divulgatori che parlino di un corretto approccio. Io sono per e dalla parte gli alberi».
Quelli citati sono solo alcuni dei protagonisti di questa ampia rete sparsa sul territorio, grande come le radici di un albero che si interseca con quelle vicine per comunicare e darsi reciproco aiuto. Il senso delle storie raccontate dal nuovo documentario Radici Vicine è proprio questo: intraprendere un viaggio alla scoperta delle piante e del rapporto che l’uomo ha instaurato con la Natura nell’ottica di proporre una botanica per tutti, perché il benessere della Natura è anche il nostro benessere.
Riusciremo a fare tesoro e trasferire nel nostro vissuto quotidiano queste esperienze per dare vita a un mondo diverso in cui le relazioni siano fondate su veri valori di resilienza – parola stra-abusata! – e fratellanza? I tempi lo richiedono, ora più che mai.
Per commentare gli articoli abbonati a Italia che Cambia oppure accedi, se hai già sottoscritto un abbonamento