25 Gen 2022

Il Parco della Lentezza: l’educazione in natura diventa il sogno dell’intera comunità

Scritto da: Lorena Di Maria

A Savigliano è nato il Parco della Lentezza, un’esperienza di educazione di comunità e all’aria aperta fondata sul principio che ciascuno può esprimersi liberamente con i propri tempi e i propri modi. Ripercorriamo la storia che ha portato alla creazione di questo spazio attraverso le parole di Luisa Colapinto, educatrice e fondatrice del progetto.

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Cuneo - «Raccontare la nascita di questo posto, che ancora sta prendendo forma e che in verità ri-nasce ogni giorno, non è così semplice. Posso parlare del sogno, che da sogno individuale è diventato presto un sogno collettivo, perché condiviso con colleghi, genitori, bambini, enti e istituzioni».

Luisa Colapinto è una educatrice che vive a Savigliano, in provincia di Cuneo. Per diciotto anni ha lavorato nella Ludoteca della città, ma con il passare del tempo ha iniziato a sentire sempre più la mancanza di un contatto vero con la natura e con uno spazio all’aperto dove i bambini potessero crescere. Così ha iniziato a sognare in grande e dare vita, giorno per giorno, al Parco della Lentezza, un progetto di outdoor education, ispirato ai principi di Maria Montessori.

Parco della Lentezza8
L’inizio del sogno

«Ricordo il momento in cui, in pieno lockdown, chiusa in casa da mesi con i miei figli, si accese un lumicino nel cuore: “E se…”. E se fosse arrivato il momento di utilizzare quel parco da tempo bistrattato e abbandonato di fronte alla ludoteca? Credo che nel momento in cui si accende nel cuore di una persona quell’“E se”, si è già sulla strada della realizzazione di un sogno che ancora non aveva avuto forma».

Ma il sogno continua. «Quel giorno stesso, dal dondolo nel giardino di casa mia, telefonai alla mia responsabile del Consorzio Monviso Solidale e le dissi: “Luisa, e se…?” e il sogno individuale diventò collettivo. Sempre quel giorno telefonai all’assessore e anche a lei dissi: “E se…?” e poi ad Andrea, il nuovo collega che sarebbe dovuto arrivare a settembre».

Piano piano, con la giusta lentezza che caratterizza lo spirito di questo progetto nascente, Luisa e tutti coloro che in questo sogno han creduto fin da subito hanno iniziato a coinvolgere genitori, insegnanti, colleghi e altri enti del territorio. E quel condizionale diventò un indicativo presente.

«Ricordo i primi incontri con alcuni genitori, i disegni fatti a tavolino, i bambini che scorrazzavano nel parco con l’erba alta e giocavano con i tronchi e i rami caduti mentre parlavamo di come sarebbe diventato questo luogo». Ognuno, nella cittadinanza, ha iniziato a portare un pezzo di sé affinché questo posto potesse diventare veramente di tutti.

Parco della Lentezza1
Gli spazi del Parco della Lentezza: il percorso sensoriale, il giardino delle erbe e i bookcrossing

Il punto di forza di questo progetto sta nel coinvolgimento della comunità sin dall’inizio: dalla progettazione all’ideazione, dal reperimento dei materiali alla realizzazione. Per favorire questo coinvolgimento è stata utilizzata anche la “Metodologia Pedagogia dei Genitori” che valorizza le competenze dei genitori e la relazione tra tutte le figure educative dei bambini e dei ragazzi.

Ad esempio, sono stati proposti gruppi di narrazione in cui sono stati condivisi i bisogni e le idee della cittadinanza. Insieme poi, nelle giornate di apertura, è avvenuto l’allestimento vero e proprio del parco, costituito di diverse aree di gioco e attività: l’area dei laboratori creativi, luogo dell’esplorazione di diversi materiali; il cerchio dei tronchi, luogo del dialogo e dell’ascolto; il percorso sensoriale a piedi nudi, luogo in cui è lecito ascoltare il proprio corpo, le sensazioni e le proprie emozioni; il percorso di motricità, un percorso fatto di salti e di corse per sviluppare le abilità motorie.

E ancora, sOrto, l’orto sociale di comunità dove sperimentare l’agricoltura e insegnare ai bambini la stagionalità degli ortaggi; il giardino delle erbe officinali, uno spazio dedicato alla coltivazione e al riconoscimento, nonché agli usi delle diverse piante officinali; l’area relax, con amache e poltrone legate agli alberi; il “passalibro”, un armadio per il bookcrossing. Il tutto condito da natura, alberi e tanto spazio per correre e giocare liberamente.

Parco della Lentezza2
L’allestimento “fai da te”, tra materiali naturali e di recupero

L’allestimento del parco è avvenuto con elementi e materiali naturali e informali, che sono diventati strumenti di gioco particolarmente facilitanti e arricchenti per l’esplorazione individuale e di gruppo. «La ditta di serramenti qui vicino è stata la prima a fornirci di materiale da buttare (pezzi di tapparelle, di finestre, legni, bancali). Ricordo i pomeriggi con bambini, genitori e carrettino al seguito a caricare e portare qui il materiale. E poi il recupero in collina di ottanta canne di bambù con l’aiuto di mio padre, per costruire le capanne».

«C’è stata poi la nonna sudamericana che tagliava frasche con il machete per ricoprirle e intanto raccontava di come in Brasile costruiva in quello stesso modo le capanne. Ricordo le diverse persone che, venendo a conoscenza della nostra impresa, ci chiamavano dicendo: “Avete bisogno di bancali? Di vasi? Di legna?”. E le carriole piene di sassi che siamo andati a recuperare al fiume, i sacchi portati in due, tre o quattro bambini e adulti. Ricordo i bambini di tre anni che orgogliosi portavano un sasso, felici di contribuire alla costruzione».

Come ci racconta Luisa, ogni singolo pezzo di questo parco ha una storia alle spalle. Ed è la storia non solo delle persone attive oggi nel progetto, ma anche di tutte le persone rimaste “dietro le quinte” che, sensibili all’idea, hanno messo il loro pezzetto, nel silenzio e nella generosità.

«Il progetto è stato reso possibile, oltre che dalla partecipazione attiva delle famiglie e dei cittadini, dal supporto costante del Comune di Savigliano, del Consorzio Monviso Solidale e della Cooperativa Proposta 80. Grazie a questi enti ed istituzioni i servizi offerti dal Parco della Lentezza e della Ludoteca “La casa sull’albero” sono totalmente gratuiti per tutte le famiglie, garantendo così un libero accesso a chiunque e favorendo l’integrazione sociale e culturale».

Parco della Lentezza6 1
L’educazione montessoriana

Montessori, negli anni trascorsi tra le colline indiane, elabora il concetto dell’educazione cosmica, che vuole condurre il bambino verso la scoperta della vita e l’amore per essa. Questo tipo di educazione cerca di trasmettere al bambino tutta la cultura del mondo dandogli molto più delle semplici nozioni da imparare e ripetere all’insegnante. Possiamo dire che tutto l’approccio montessoriano cerca di far nascere nel bambino un amore e un interesse vivo per il mondo, per la natura e per la società in cui vive, in modo da diventare un adulto cosciente e attivo nella società.

Il Parco della Lentezza vuole avere come caratteristica principale il gioco libero all’aria aperta. Obiettivo comune è strutturare il meno possibile le attività, proprio come alla Ludoteca si è fatto per oltre sedici anni. «Questa libertà permette ai bambini di aumentare la propria autostima, percepire la fiducia che gli adulti ripongono in loro e quindi essere in grado di avere fiducia negli altri e migliorare la propria empatia».

Inoltre si offre in questo modo uno spazio e un tempo lenti, dove ognuno può autoregolarsi e svolgere le attività che preferisce con i tempi che preferisce: «Questo permette una riflessione maggiore, uno sviluppo dell’ascolto di sé e degli altri e un maggior contatto con i propri pensieri ed emozioni».

Parco della Lentezza

Così il progetto diventa uno spazio comunitario, educativo e ludico aperto all’intera cittadinanza per favorire la cultura della bellezza e la cura degli spazi pubblici da parte di tutti. Ma non solo: intende anche promuovere la riappropriazione degli spazi decentrati e danneggiati, restituendo loro una fruizione collettiva volta alla cura del bene comune.

«Da questa esperienza sgorga un senso di profonda quiete e gratitudine in me, che mi fa sentire più piena e più felice. Un senso di fiducia nel mondo e di speranza, non la speranza astratta del sogno, ma la speranza concreta di una vita vissuta ogni giorno, connessa con ciascuno di voi, nella realtà di ogni singolo istante».

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