Piantare alberi contro il cambiamento climatico: il sogno della Foresta condivisa del Po piemontese
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Al giorno d’oggi, con accresciute sensibilità e consapevolezza rispetto ai nostri stili di vita, stiamo imparando il valore della condivisione per ridurre il nostro impatto sul pianeta. La sostenibilità così passa attraverso l’uso comune di automobili, abiti usati, orti urbani o progetti di prestito e restituzione come le stoviglioteche, il bookcrossing e tanto altro ancora. Ma ci credereste se vi dicessimo che è possibile condividere anche un’intera foresta?
Ci auguriamo di sì e non possiamo che confermarvelo raccontandovi un progetto che si sta impegnando a proteggere la biodiversità e le ricchezze del territorio. Si chiama “Foresta condivisa del Po piemontese” e, come vi abbiamo già accennato in questo articolo, è “condivisa” proprio perché chiunque può contribuire a realizzarla diventandone partner, dalle istituzioni fino al semplice cittadino, dalle aziende agricole alle imprese private e alle associazioni.
Il progetto di riforestazione
La novità è che recentemente il progetto è arrivato primo su scala nazionale. Ci spieghiamo meglio: il Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) ha recentemente finanziato 38 progetti in tutta Italia e questa foresta, che si estende per oltre 200 chilometri, è arrivata con successo al primo posto.
L’iniziativa è stata infatti presentata tramite la Città Metropolitana di Torino nell’ambito del “Programma Sperimentale per la Riforestazione Urbana” che ha stanziato finanziamenti dedicati alle città metropolitane che hanno potuto presentare fino a 5 progetti di messa a dimora di alberi, manutenzione e creazione di foreste urbane e periurbane.
Oggi questo enorme parco, che si estende all’interno della regione Piemonte lungo il percorso del fiume Po, ha ricevuto un finanziamento di 500.000 euro e metterà in atto interventi di riforestazione al suo interno e nelle immediate vicinanze. Nei prossimi mesi saranno messi a dimora su 16 ettari 7.754 alberi e 3.713 arbusti in due aree di intervento: la prima è situata tra i comuni di Verolengo e Lauriano mentre la seconda riguarda aree molto vicine tra loro in Carignano e Carmagnola, all’interno di due siti della Rete Natura 2000. In questo caso tutti i terreni (ad eccezione di un’area demaniale a Carignano già in concessione all’Ente-Parco) sono stati messi a disposizione dai Comuni.
Contrastare il cambiamento climatico
Il piano prevede l’attivazione di azioni concrete che possano contribuire a contrastare il cambiamento climatico: tra queste c’è l’eradicazione delle specie esotiche invasive, la messa a dimora di arbusti e alberi che miglioreranno la qualità ecologica degli habitat forestali e la gestione e cura delle aree riforestate, anche per prevenire il ritorno delle cosiddette specie aliene per i prossimi sette anni.
Nella scelta degli alberi e degli arbusti sono stati valutati con attenzione gli aspetti legati alle provenienze autoctone tipiche della Pianura Padana, considerando in particolare le condizioni ecologiche delle aree di intervento: ad esempio sono state selezionate tra le specie arboree la farnia, il cerro, il ciliegio selvatico, l’acero campestre, l’olmo ciliato, l’ontano nero, il salice bianco, il pioppo bianco, il pioppo nero, il carpino bianco e il ciliegio a grappoli e tra quelle arbustive il biancospino, il nocciolo, il sanguinello, il sambuco e l’evonimo.
Una riqualificazione ambientale lunga trent’anni
Tutto ciò è possibile grazie all’impegno degli Enti di gestione delle Aree protette del Po vercellese-alessandrino e delle Aree protette del Po torinese che stanno riqualificando, di anno in anno, centinaia di ettari di terreno, in gran parte pubblico. Un’ambiziosa iniziativa che vuole riprendere e consolidare gli interventi di riqualificazione ambientale avviati negli ultimi trent’anni lungo la fascia fluviale del Po.
Con questi nuovi interventi si supereranno i 70.000 alberi già in fase di impianto nel vasto territorio metropolitano e questo rappresenta dunque un nuovo ed importante passo in avanti anche per la “Foresta condivisa del Po piemontese”.
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