Fondazione Valsesia: un aiuto ai territori per creare una comunità di valle
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Vercelli - Oggi vi portiamo con noi, in viaggio verso un territorio multiforme: arrivando da sud troviamo un paesaggio dominato da distese di risaie che vengono poi sostituite da ampi vigneti. Puntando verso nord arriviamo alle pendici del Monte Rosa e ancora, salendo e salendo, raggiungiamo i ghiacciai e la conosciuta Capanna Margherita, il rifugio più alto d’Europa, dal quale il panorama e i suoi 4000 metri mozzano il fiato.
Questa è la Valsesia: una terra unica che è riuscita a custodire i suoi tesori preziosi difendendoli dai grandi problemi che affliggono la nostra società – cementificazione, gentrificazione e privatizzazioni – e che resiste grazie alla sua anima così profondamente autentica.
Possiamo considerarla una sorta di “valle di mezzo”, incastonata tra quattro province del Piemonte: Vercelli, Biella, Novara e il Verbano Cusio Ossola. Noi siamo giunti fin qui per vedere con i nostri occhi cosa nasconde questa verde valle, ancora incontaminata, che prende il nome dal fiume Sesia che la attraversa.
La nostra nuova avventura nel Piemonte che Cambia inizia da questa terra: tra ampie foreste di larici, case Walser, Sacri Monti, ecomusei, sentieri immersi nella natura e una storia legata al tessile che connette tradizione e innovazione. E proprio da questi territori marginali e di confine vogliamo far partire un nuovo racconto della provincia di Vercelli che, tappa dopo tappa, metterà in luce le persone e i progetti che ne fanno parte e di cui questo articolo vuole essere apripista.
In questo viaggio fisico e virtuale la nostra redazione è accompagnata dalla miglior “guida” che potesse trovare: la Fondazione di Comunità della Valsesia, con la quale abbiamo avviato un percorso che ci vedrà fianco a fianco alla volta di nuovi progetti virtuosi, legati a un’area del Piemonte di cui poco fino ad ora vi abbiamo raccontato.
Cosa fa una Fondazione di Comunità? L’esempio della Valsesia
Vorremmo che questo primo capitolo alla scoperta della Valsesia avesse inizio dal racconto della sua Fondazione di Comunità che, dalla sua nascita nel 2018, è diventata un punto di riferimento essenziale per il territorio. Così abbiamo incontrato Laura Cerra e Barbara Saccagno, rispettivamente Presidente e Segreteria e Area Progettazione, che ci hanno raccontato di cosa si occupa quotidianamente questa realtà.
La Fondazione Valsesia è una Onlus che sta realizzando il grande sogno di migliorare la qualità della vita del territorio valsesiano e sostenerlo, mettendo in connessione le sue realtà e creando reti locali per progettare insieme un futuro più inclusivo e sostenibile. Lo fa diffondendo la cultura della filantropia, l’economia del dono e la cittadinanza attiva quali valori imprescindibili per rispondere ai bisogni delle comunità.
Come ci raccontano, «oggi la valle ha accettato le sfide del presente: nel suo essere molto operosa si è sentita pronta per avere una Fondazione di Comunità che facesse da legante e da rete tra le varie iniziative che a livello sociale si sviluppano sul territorio ma che molto spesso operano in maniera non coordinata e discontinua».
Sul territorio ci voleva infatti qualcuno che potesse trainare un cambiamento già in atto e le Fondazioni di Comunità hanno dimostrato di saper incarnare questo ruolo in quanto rappresentano oggi il propulsore dello sviluppo umano e sostenibile: «Ci siamo formati nel 2018 e il primo lavoro da cui siamo partiti è stata un’analisi del territorio e delle sue necessità. Così ci siamo messi da subito in contatto con coloro che quel territorio lo rappresentano: i sindaci, le associazioni, le realtà che promuovono la salute o il mondo del volontariato».
Creare nuove reti sul territorio
Ad oggi la Fondazione, sostenuta da Compagnia di San Paolo e Fondazione Cassa di Risparmio di Vercelli, è attiva in 38 Comuni: escluse Borgosesia, Varallo e Gattinara, che rappresentano le cittadine più grandi, tutti gli altri sono piccoli centri e paesi di valle che contano non più di 2.000 abitanti e, salendo di quota, scendono a qualche decina.
«Possiamo dire che il lavoro iniziale è stato connettere nuove reti sul territorio: creare la rete dei sindaci e degli assessori, la rete delle associazioni, la rete dei parroci, la rete di coloro che si occupavano di educazione, di sanità o di cultura. L’obiettivo per noi è collaborare: abbiamo pensato a quante associazioni lavorano separatamente a uno stesso progetto con un forte dispendio di energia e denaro quando invece potrebbero farlo insieme. Con il nostro lavoro cerchiamo così di individuare le risorse del territorio e fare in modo che rimangano nel territorio».
Un aspetto che caratterizza la Fondazione di Comunità della Valsesia, così come molte altre fondazioni di comunità disseminate in tutta Italia, è che quando “suoni il campanello” c’è sempre qualcuno pronto ad aprire la porta. Rispetto alle fondazioni bancarie, di cui più comunemente conosciamo l’impegno filantropico, queste realtà hanno un elemento di forza: esse stesse sono la comunità. Così cercano di costruire una fiducia diffusa e si impegnano a garantire una coesione a livello locale dando protagonismo alle piccole realtà che molto spesso rimangono isolate.
La costruzione di una comunità educante
Uno dei temi su cui sta lavorando la Onlus è la comunità educante, per questo partecipa alla Comunità Educante Valsesia del Centro Territoriale Biella e Vercelli, aperta a tutti gli attori locali: «Si tratta di un bisogno forte sul territorio, spesso le scuole tra di loro si conoscono ma non comunicano», ci viene raccontato. «Un altro problema che abbiamo rilevato è poila difficoltà degli istituti scolastici di avere le risorse economiche per sviluppare nuovi progetti, mentre ottenere nuove risorse è più semplice per il terzo settore e per questo motivo stiamo cercando di creare un ponte tra queste due realtà».
La Fondazione partecipa anche al tavolo di animazione del “Comitato Coabitare Valsesia”, che conta oggi 30 enti diversi e che, per la prima volta, hanno iniziato a collaborare in rete confrontandosi sulle tematiche delle coabitazioni e sull’analisi di bisogni/risorse del territorio. Grazie a un bando regionale, vinto dall’Associazione Eufemia ODV, in collaborazione con Lo Sportello Frend, CPIA ed altri enti territoriali, si sta poi lavorando alla creazione di una “scuola in valle” per adulti (che è già attiva sul territorio), che organizzerà corsi per chi non ha la terza media oltre che lezioni di alfabetizzazione in italiano, sostegno patente e digitalizzazione.
Nel Comune di Varallo, grazie al gruppo locale della Caritas, è stato poi avviato “Metti un Giorno in Oratorio“, un dopo scuola per bambini in difficoltà che in questo modo vengono aiutati a fare i compiti e a trovare spazi accoglienti per socializzare.
La protezione del territorio
Un altro ambito prioritario per la Fondazione è la protezione del territorio: «Un anno fa diversi comuni della Valsesia sono stati colpiti da un’alluvione molto dannosa e per questo abbiamo aperto una raccolta fondi che sostenesse l’acquisto e l’ammodernamento delle attrezzature della protezione civile, dall’antincendio boschivo al supporto agli alpini. Ad esempio, abbiamo sostenuto il finanziamento della parte di una tensostruttura che ospiterà i mezzi di soccorso in Valsesia, evitando che impieghino ore a giungere dalle province vicine».
Un aiuto per la crescita delle realtà locali
Fondazione Valsesia Onlus si sta impegnando a supportare i singoli progetti del territorio nella loro crescita: «Una delle nostre attività più significative è insegnare alle realtà del territorio a sviluppare i propri progetti: pianificare la loro attività nel corso del tempo, strutturare le risorse, capire dove trovare i giusti partner. Ci siamo accorti che questo è un bisogno sentito e abbiamo avuto un grande riscontro: ad oggi abbiamo aiutato 24 organizzazioni a crescere e a lavorare su bandi di progetto».
I servizi per le persone ai margini
La Fondazione è poi fortemente attiva nel sociale, come nel caso di un progetto dedicato al sostegno di persone senza fissa dimora. Ha inoltre raccolto, insieme alla Croce Rossa, più di 50.000 euro per acquistare un’ambulanza e migliorare la qualità del servizio di soccorso e ha sostenuto lo Frend, uno sportello di ascolto che sostiene e individua soluzioni per aiutare le persone ai margini: donne da sole con figli, migranti, minori, anziani. Grazie alla collaborazione con le associazioni locali che si occupano di disabilità è inoltre nato il progetto SOS-teniamoci, dedicato a migliorare la qualità della vita e a potenziare le qualità individuali e sociali delle persone con fragilità, dando un sostegno ed un aiuto anche alle famiglie
Insomma: i risultati sono tanti, le idee ancora di più e il territorio risponde con interesse a questi e tanti altri progetti lanciati dalla Fondazione. Perchè quest’organizzazione è nata da poco tempo ma il suo lavoro è già un riferimento per molti. Dal racconto di Laura Cerra e Barbasa Saccagno emerge chiaro un aspetto: le fondazioni di comunità hanno la capacità di risolvere problemi, sfruttare nuove opportunità e avere una visione del benessere della comunità nel lungo periodo.
Delle molteplici anime che popolano la Valsesia, proprio come abbiamo fatto oggi con la sua Fondazione di Comunità, vi parleremo nei prossimi mesi, mostrandovi da più angolazioni possibili un territorio che silenziosamente si trasforma e che ha tanto da insegnarci.
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