Filosofia con anziani: e se la terza età fosse un buon momento per porsi domande esistenziali?
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Bologna, Emilia-Romagna - Uno dei progetti a cui mi sono maggiormente dedicata lo scorso anno come collaboratrice di Filò è stato il gruppo di filosofia con gli anziani Presente! presso il quartiere Navile di Bologna, la nostra città. I laboratori di filosofia con anziani sono un ambito delle pratiche filosofiche che, almeno in Italia, è veramente poco esplorato. Per poter realizzare l’idea era quindi necessario trovare il contesto giusto.
Durante il primo lockdown si è inaspettatamente presentata l’occasione adatta. Durante una delle nostre riunioni, chiedendoci cosa potessimo fare per essere utili in quel momento di difficoltà, è nato il progetto delle favole al telefono (qui un articolo sul progetto). L’idea era quella di chiamare adulti e bambini, chiunque volesse iscriversi, per raccontare loro favole e storie che facessero sorgere in chi le ascoltava domande legate ai classici temi della filosofia.
Lo scopo infatti era quello di discuterne così da passare del tempo di qualità insieme: filosofia a distanza! Durante l’elaborazione del progetto siamo entrati in contatto con le coordinatrici di alcuni gruppi di socializzazione per anziani della città, le quali ci hanno fornito liste di nomi di persone che avrebbero voluto essere contattate. E così è cominciata l’avventura.
Una delle persone con cui ho parlato di più durante quel periodo è stata la poetessa Clara Cialoni, la quale coordina uno di questi gruppi di anziani e da anni collabora a diversi progetti del quartiere Navile. L’incontro tra me e Clara è stato particolarmente fortunato. Dopo una prima oretta di chiacchiere al telefono abbiamo subito scoperto di andare molto d’accordo. Entrambe alleviavamo quei giorni di chiusura come potevamo, facendo un po’ di esercizi e camminate, disegnando, leggendo e scrivendo, in particolare poesie. Io più lettrice, lei più scrittrice.
Ben presto oltre alle favole ho cominciato a leggerle i libri che io stessa stavo leggendo, come ad esempio le poesie di Quasimodo e Qoelet. Clara, che allora stava preparando la candidatura a uno degli svariati concorsi di poesia cui è solita partecipare, ha invece cominciato a recitarmi le sue poesie, le quali sono anche raccolte nel libro Poesie: I sentieri dell’anima.
Quello che mi ha subito colpito delle poesie di Clara è come queste raccontassero in maniera molto diretta del suo vissuto. Ho subito notato anche come spesso affrontassero temi e domande che di frequente noi di Filò vediamo emergere durante i nostri laboratori, sia nelle scuole sia in altri contesti come il Cinema Filosofico.
Qualità indispensabili e fondamentali per dialogare sulle grandi domande della filosofia: non avere paura di esporre la propria vulnerabilità e soprattutto, non fuggire da questa vulnerabilità.
Una delle poesie di Clara si intitola Chi Siamo? e affronta il problema dell’identità e di come questa si costruisca nella relazione con gli altri. Ne riporto alcuni versi:
Siamo qui e non ci conosciamo
La folla ci circonda
non ci si conosce,
l’altro non ci interessa,
l’altro.
Ma chi è questo sconosciuto?
[…]
Non più da soli in tanti.
adesso la vediamo
adesso ci guardiamo.
Sì, l’altro ci conquista.
Rientriamo presto in pista,
guardiamoci negli occhi,
prendiamoci a braccetto
e, per tutto quello che non si è detto,
il rammarico sarebbe perfetto,
solo se contasse e avesse qualche effetto.
[…]
Appena si sono potute riprendere le attività, entusiasti dell’esperienza al telefono, abbiamo continuato a collaborare con il quartiere Navile. Abbiamo così portato i laboratori di dialogo filosofico in diversi gruppi di socializzazione per anziani. Al momento della progettazione delle attività cercavamo di prevedere quali sarebbero potute essere le differenze rispetto ai laboratori che di solito organizziamo nelle scuole o in università.
Ci aspettavamo sicuramente di essere accolte con molto calore e affetto e che i partecipanti sarebbero stati molto propositivi. Del resto, alcuni li avevamo già conosciuti per telefono. Temevamo però che, data l’età dei partecipanti, ci sarebbe stata una maggiore difficoltà a mettersi pienamente in gioco di fronte alle domande che sarebbero emerse durante il dialogo e che avremmo dovuto evitare alcune tematiche che avrebbero potuto generare tristezza o rammarico.
E invece tutto il contrario! Di certo, come ci potevamo aspettare, il flusso del dialogo veniva spesso interrotto da lunghi racconti e riflessioni su momenti della loro vita passata. Allo stesso tempo però, abbiamo subito notato come tutti si approcciassero a qualsiasi argomento in maniera veramente franca, sincera e onesta. Tutte qualità indispensabili e fondamentali per dialogare sulle grandi domande della filosofia: non avere paura di esporre la propria vulnerabilità e soprattutto, non fuggire da questa vulnerabilità.
Mi viene in mente, ad esempio, un gruppo di donne che, in una torrida mattina di luglio al Parco della Zucca, dialogava sul tema della responsabilità in relazione al ruolo di Elena durante la guerra di Troia. Nessuna di loro ha avuto alcun timore ad aprirsi in merito a esperienze non sempre facili, legate al proprio essere donna nel contesto sociale in cui erano cresciute. Questo ci ha permesso di affrontare il tema della colpa di Elena prendendo in considerazione il contesto sociale in cui era immersa e raffrontandolo a quello in cui noi ci troviamo e ci siamo trovate a vivere.
I nostri laboratori di filosofia con anziani – ma non solo – continuano anche quest’anno e sono un’occasione di incontro, sperimentazione e domande. Per i partecipanti sono non solo un’occasione di socializzazione ma anche di riflessione ed elaborazione condivisa rispetto a questioni importanti della propria vita. Per noi sono occasione di dialogo, sperimentazione e scoperta di sempre nuove sfaccettature del complesso mondo che sono le pratiche filosofiche.
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