FabLab Imperia: la tecnologia apre le porte alla condivisione dei saperi
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Imperia - Vi abbiamo già parlato in altri articoli dei FabLab, luoghi di sperimentazione, progettazione e condivisione che hanno come fine la condivisione di conoscenze tecnologiche per renderle alla portata di tutti. Sono infatti laboratori dove strumenti computerizzati e ad alta tecnologia vengono condivisi con chi è interessato.
Ne ho da poco scoperto uno proprio a Imperia, nato circa sette anni fa dall’iniziativa di tre amici amanti della tecnologia. Ex compagni di scuola, Stefano Semeria, Valerio Pace ed Enrico Gallesio, condividono la passione per Arduino (di cui vi avevamo parlato qui), una scheda elettronica rilasciata in open source e sviluppata proprio all’interno di un FabLab.
I tre amici iniziano a ritrovarsi con cadenza fissa nelle reciproche case per fare prove ed esperimenti insieme. C’è voluto tempo, ma hanno compreso che ciò che stavano facendo era esattamente ciò che accade all’interno dei laboratori condivisi. Hanno deciso così di aprire, pur continuando ognuno il proprio lavoro, un FabLab a Imperia, città dove vivono.
«Abbiamo partecipato a un incontro nazionale a Roma – mi raccontano –, dove i diversi referenti dei FabLab già avviati e di quelli in fase di avvio si incontravano per condividere le esperienze. Era infatti il periodo in cui molti FabLab stavano aprendo le porte per la prima volta alla tecnologia condivisa. Era emozionante farne parte. In quell’incontro abbiamo avuto la possibilità di ricevere anche consulenze da avvocati, a disposizione per capire quale forma giuridica scegliere a seconda delle situazioni.»
LE ATTIVITÀ DI FABLAB
Prima di avviare il laboratorio ligure, i tre ragazzi visitano anche i progetti di Torino, Milano e Genova per comprenderne le peculiarità e prendere spunto per la nuova apertura. In questi anni di attività sono state tante le persone incontrate.
Altrettanti i corsi organizzati e le attività svolte: come la formazione su stampe 3D o per l’utilizzo della fresa a tre assi, introduzione Arduino, su Linux o in generale corsi su vari linguaggi di programmazione. In tutti questi casi gli incontri erano o gratuiti o con un costo simbolico di partecipazione.
CODERDOJO: I PRIMI PASSI DI PROGRAMMAZIONE
Per due anni, prima della pandemia, FabLab Imperia ha portato in alcune scuole il progetto CoderDojo, che viene descritto così: “Un movimento aperto e libero organizzato in centinaia di Club indipendenti sparsi in tutto il mondo con lo scopo di offrire a bambini e bambine in età scolare l’opportunità di imparare gratuitamente le basi della programmazione in un ambiente sicuro, divertente e socialmente stimolante”. Il metodo utilizzato non prevede le classiche lezioni frontali, ma si preferisce creare un ambiente di apprendimento destrutturato in cui i bambini vengono incoraggiati a collaborare tra loro.
Il fine non è quello di trasformare le giovani menti in età scolare in futuri programmatori, ma educarli al pensiero computazionale, cioè alla capacità di risolvere problemi complessi scomponendoli in problemi più semplici, applicando la logica e ragionando passo passo sulla strategia migliore per arrivare alla soluzione, che sono le basi della programmazione. Inoltre, i bambini e le bambine sono incoraggiati ad aiutarsi a vicenda e a collaborare, per trovare insieme soluzioni ai problemi incontrati.
L’ORTO IDROPONICO A SCUOLA E OLTRE
Altro progetto proposto a tutte le scuole della provincia e non solo, è l’orto idroponico automatico. Si tratta di un progetto nato dall’esigenza di unire le nuove tecnologie della coltura idroponica e aeroponica con quelle della prototipazione rapida a uso didattico per l’automazione. «Attraverso l’installazione di questa tecnologia all’interno di orti scolastici e didattici, si creano momenti di confronto con gli alunni per raccontare loro perché il dispositivo è utile e sensibilizza gli studenti a temi quali il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e l’educazione civica».
Inoltre la scheda progettata dal socio Francesco Scarrone mette in connessione sensori e sonde con pompe e attuatori con gestione wifi e integrabile con l’IOT: «È uno strumento innovativo e molto utile, utilizzabile anche per altri progetti in differenti contesti: un collega insegnante ad esempio ci ha richiesto l’utilizzo per adattarla a un sistema di monitoraggio CO2 nell’aria per la valutazione della salubrità dell’ambiente.»
LA RICERCA DI UN MODELLO DI BUSINESS
Nonostante siano diversi anni che il laboratorio è aperto, FabLab Imperia non ha ancora trovato un modello che calzi con ciò che vuole fare: mi raccontano infatti che mentre i FabLab visitati in passato avevano alle loro spalle fondazioni, realtà commerciali finanziatrici o università, nel loro caso nessuno di questi mezzi di sostentamento si è verificato. Sono dunque alla ricerca di supporto, collaborazioni e consulenze per comprendere quale veste giuridica indossare per riuscire a portare avanti al meglio la loro realtà.
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