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Il 2021 è stato l’anno in cui si sono accesi nuovamente i riflettori sul clima grazie alla Cop26 di Glasgow, ma anche in cui si sono manifestati in maniera sempre più frequente e sotto gli occhi di tutti gli effetti dei cambiamenti climatici. Gli esempi non mancano: fenomeni meteorologici estremi come alluvioni, ondate di calore, trombe d’aria, grandinate e piogge intense.
Questo è ciò che emerge dalla fotografia di fine anno scattata dall’Osservatorio CittàClima di Legambiente, realizzato in collaborazione con Unipol e con il contributo scientifico di Enel Foundation, che traccia un bilancio complessivo sugli eventi estremi che hanno colpito l’Italia nel 2021, oltre che offrire un quadro aggiornato di quanto avvenuto dal 2010 a oggi.
Secondo il Report, in Italia e nell’arco dei 12 mesi sono stati contati 187 eventi che hanno provocato impatti nei territori: nello specifico si sono verificati 97 casi di allagamenti da piogge intense, 46 casi di danni da trombe d’aria, 13 casi di frane causate da piogge intense, 11 casi di esondazioni fluviali, 9 di danni da siccità prolungata, 8 casi di danni alle infrastrutture e 3 di danni al patrimonio storico da piogge intense.
Sono molti gli eventi che riguardano due o più categorie, ad esempio casi in cui esondazioni fluviali o allagamenti da piogge intense provocano danni anche alle infrastrutture. Rispetto al 2020 sono in aumento i danni da grandinate intense (17 rispetto ai 9 nel 2020) e le frane da piogge intense (13 rispetto alle 10 nel 2020), mentre sono circa allo stesso livello record i dati sugli allagamenti (97 nel 2021 e 102 nel 2020).
Il caso del Piemonte
«Il caldo anomalo di questi giorni, figlio di un clima “ormai impazzito”, rientra a pieno titolo tra gli eventi estremi che colpiscono Piemonte e Valle d’Aosta», ha dichiarato Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta». Fino a 20° in montagna, zero termico in altissima quota, ecosistema in forte crisi. Il cambiamento climatico minaccia anche i nostri impianti sciistici; nella gran parte delle nostre montagne è atteso, rispetto a ora, un aumento di temperatura tra i 2° e i 3° per il 2050.
«Lo evidenziamo con la nostra campagna estiva “Carovana dei Ghiacciai”, che raccoglie in modo scientifico i dati che descrivono la scomparsa dei fragili giganti delle nostre vette. Lo faremo nuovamente col dossier “Nevediversa”, che evidenza la fragilità del turismo invernale e di come le previsioni di sciabilità nei comprensori alpini siano piuttosto preoccupanti; negli scenari peggiori la pratica dello sci risulterebbe in estinzione a fine secolo».
Per Legambiente questa può essere un’opportunità per un ripensamento complessivo dell’offerta: ad esempio puntare sul turismo dolce invernale e la diversificazione degli investimenti, con strategie innovative che inneschino percorsi di rinaturalizzazione di ambienti fortemente artificializzati e recuperino un rapporto più equilibrato con l’ambiente.
I numeri complessivi del 2021
Nel report di fine anno, Legambiente ha anche aggiornato i dati dal 2010 a oggi. Nella Penisola sono stati 1.181 i fenomeni meteorologici che hanno provocato danni nel territorio italiano, con 637 Comuni dove si sono registrati eventi con impatti rilevanti, l’8% del totale.
Ma ancora più rilevante è il tributo che continuiamo a pagare in termini vite umane e di feriti, come nel caso delle 264 persone vittime del maltempo dal 2010 ad oggi. A questo si aggiunge, come monitorato dal CNR, l’evacuazione di oltre 27mila persone a causa di eventi quali frane e alluvioni tra il 2016 e il 2020, che diventano 320mila se si considerano gli eventi avvenuti dal 1971.
Le Regioni più colpite dal 2010 a oggi da eventi estremi sono Sicilia e Lombardia (rispettivamente con 144 e 124 eventi) anche per quanto avvenuto nel 2021 (30 e 23). Ma rilevanti sono gli impatti avvenuti nel 2021 in Campania con 16 eventi, in Veneto e Sardegna con 14 e Lazio con 13. Così come dal 2010 in Lazio (111), Puglia (94), Emilia-Romagna (86), Toscana (80), Veneto e Campania (78). Nella classifica che conta il numero di eventi estremi nelle regioni tra il 2010 e il 2012 il Piemonte si trova al nono posto dopo Sicilia, Lombardia, Lazio, Puglia, Emilia-Romagna, Toscana, Veneto e Campania.
L’Italia e la necessità di un piano nazionale di adattamento climatico
«Anche il 2021 è stato un anno con impatti terribili in tutto il mondo e nel nostro Paese», ha dichiarato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente. «Proprio questi numeri ci ricordano quanto le città italiane abbiano bisogno di urgenti interventi di adattamento a un clima che rende piazze, strade e linee ferroviarie sempre più pericolose durante le piogge di forte intensità e le case sempre più invivibili durante le ondate di calore».
«La nostra richiesta al Governo per il nuovo anno è che finalmente si approvi il piano nazionale di adattamento climatico, come hanno fatto tutti gli altri grandi Paesi europei, con chiare priorità di intervento in modo da indirizzare le risorse nazionali e i 2,5 miliardi di euro previsti dal PNRR verso interventi davvero utili di messa in sicurezza e la riqualificazione delle città e dei territori italiani».
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